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Per i giudici inglesi Alfie sta morendo. Ma non è vero
In un'Europa che si vanta della libera circolazione come una delle più importanti conquiste del secondo dopoguerra, a circolare liberamente sono solo merci e denaro. I giudici inglesi negano a Alfie Evans, cittadino italiano, e ai suoi genitori il diritto di trasferirsi in un ospedale del nostro Paese
di Marco Dotti
La Corte d'Appello di Londra ha respinto il ricorso dei genitori di Alfie Evans. Il bambino non potrà dunque, per i giudici, essere trasferito dall'ospedale di Liverpool all'Italia.
Il Regno Unito fa ancora parte dell'Europa, con cui scambia regolarmente merci e denaro. Ma, a quanto parte, la libera circolazione dei suoi cittadini va bene solo quando non contraddice un'ideologia che la retorica ha oramai difficoltà a mascherare. Durante l'udienza in Corte d'Appello britannica, il giudice ha dichiarato che Alfie "sta morendo". Ma non è vero.
Tom Evans, il papà di Alfie, ha diffuso un video in cui parla di Alfie e si propone di far causa ai medici dell'Alder Hey Hospital di Liverpool per cospirazione finalizzata all'omicidio del figlio. Fa inoltre sapere di aver già preso contatti con investigatori privati per istruire il caso.
Nel contempo, l'Alder Hospital è già corso ai ripari (preventivi): la dirigenza ha difeso il personale. In una lettera aperta Sir David Henshaw e l'amministratore delegato Louise Shepherd hanno dichiarato che il personale dell'ospedale è «profondamente colpito» dalla storia "disperata" di Alfie.
Aggiungendo però: «Condividiamo il dolore che si verifica quando un bambino non può essere curato e quando un bambino muore». Ma proprio qui sta il punto: davvero Alfie sta morendo?
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