Sostenibilità

Per i giornali è un’incognita

di Redazione

C’è Irpef e Irpef, viene da dire, e infatti basta scorrere gli elenchi del 5 per mille 2008 per notare come l’importo non cresce proporzionalmente all’aumentare delle scelte espresse. Ovvio: il 5 per mille è calcolato in base all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), calcolata a sua volta sul reddito che, come sappiamo, è diverso da contribuente a contribuente. Ça va sans dire: il 5 per mille di Silvio Berlusconi è diverso (e maggiore) da quello dello sciur Brambilla (purtroppo per lui). Lo sa bene la Fondazione Milan che, con 8.539 scelte, si porta a casa la bellezza di 437mila euro, quando invece l’Istituto oncologico romagnolo – che precede di appena una posizione l’ente milanista nell’elenco delle onlus – ha dovuto racimolare quasi il doppiodi firme per ottenere un importo simile. Ora, non sappiamo se il premier ha devoluto il 5 per mille alla sua squadra del cuore, ma certo i contribuenti facoltosi in questo caso non mancano.
Lo stesso vale per il Fai – Fondo per l’ambiente italiano che con 9.277 firme ha raccolto 583.335 euro. Qui lo scarto è ancora più evidente: appena 738 firme in più (8%) rispetto alla Fondazione Milan, ma di quelle che pesano, se l’aumento sull’importo è stato invece del 25%.
Ci sono poi casi eclatanti come la Fondazione italiana per il Notariato che, con 1.081 firme raccoglie 773.482 euro (Amnesty International, tanto per intenderci, ha raccolto 22mila firme e “solo” 784mila euro d’importo). E cosa dire della piccola ma importante associazione Cericot di Udine, che con 22 firme appena incasserà 53.699 euro? Davvero un unicum nel panorama delle onlus che – salvo correzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate – induce a ipotizzare 22 contribuenti particolarmente facoltosi, capaci di un reddito medio di ben 1 milione di euro.
Per non parlare della Fondazione Oliver Twist (127 firme, 91.837 euro), dell’Associazione Comunità Il Carro (656 preferenze e 49.861 euro) o la benestante Università Bocconi (653 firme e 78.170 euro). Insomma, gli esempi potrebbero continuare, ma non c’è dubbio, le associazioni sono avvisate: i contribuenti non sono tutti uguali.

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