Formazione
Per gli alunni con disabilità l’inclusione è una battaglia quotidiana
«Nel promemoria abbiamo indicato anche le possibili azioni di contrasto, da parte della famiglia e delle associazioni, rispetto ad eventuali violazioni di quanto per legge previsto»: sono le righe inziali del vademecum di Anffas per accompagnare l'avvio dell'anno scolastico degli alunni con disabilità. «È una battaglia quotidiana, c'è una parte della scuola che l'inclusione non la vuole», dice Roberto Speziale, presidente di Anffas
«A pochi giorni dall’inizio del nuovo anno scolastico abbiamo ritenuto utile realizzare un breve promemoria sui diritti e sulle opportunità riconosciuti agli alunni con disabilità e gli adempimenti propedeutici per la programmazione e realizzazione di percorsi scolastici inclusivi. Ciò con il chiaro intento di rendere gli alunni con disabilità e le loro famiglie consapevoli e quindi proattivi nella costruzione dei supporti e sostegni per l’inclusione, sollecitandoli in caso di ritardi o chiedendo la correzione di eventuali distorsioni. Nel promemoria, infatti, abbiamo indicato anche le possibili azioni di contrasto, da parte della famiglia e anche delle associazioni, rispetto ad eventuali violazioni di quanto per legge previsto».
Inizia così il documento realizzato dalla Consulta inclusione scolastica di Anffas Nazionale all’avvio dell’anno scolastico 2022/23. Mettendo in luce dalle primissime righe che il diritto allo studio per gli alunni con disabilità è sì scritto nero su bianco ma ha bisogno ancora di una quotidiana battaglia da parte delle famiglie per concretizzarsi. Violazioni, ritardi, distorsioni sono all’ordine del giorno. La confusione pure, in particolare all’avvio di un anno scolastico in cui la certificazione per avviare i percorsi di inclusione è ancora quella prevista dagli ormai abrogati DPR 24.02.1994 e DPCM n. 185/2006, visto che ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto interministeriale volto a definire sia il nuovo certificato di disabilità in età evolutiva ai fini scolastici sia il c.d. “profilo di funzionamento”. Ma al tempo stesso, la programmazione degli interventi secondo il PEI scolastico dovrà seguire le indicazioni del DI n. 182/2020 (che ha introdotto il c.d. “nuovo modello di PEI”), anche se il Ministero ha comunicato nei mesi precedenti che procederà a modificare alcune parti di esso.
Il documento così, accanto ai box che riepilogano la documentazione necessaria e le tempistiche per i vari adempimenti, utilmente evidenzia un bel riquadro rosso che spiega cosa fare in caso di inadempienza dei soggetti preposti. Mercoledì 14 settembre dalle ore 17 alle ore 19 Anffas promuove un webinar libero e gratuito, dedicato alle famiglie, per rispondere a domande e dubbi (qui il link per collegarsi https://us02web.zoom.us/j/83743059073?pwd=clVnU2JrQ08xS24wTklqZmt2RXpmdz09#success).
«È uno stillicidio, in tutti i gruppi relativi alla scuola, nei questiti SAI, noi abbiamo giornalmente mamme che raccontano con grande dolore tutta la distanza tra le leggi e la realtà: genitori che ci dicono “bellissimo quello che dite, ma quando andiamo a scuola e cerchiamo di costruire un percorso che anche solo si avvicini a quel modello, non esiste”. È una battaglia continua»: Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas è amareggiato. «Noi come associazione ci muoviamo lungo due strade: di collaborazione con le scuole che vogliono realizzare l’inclusione ma hanno difficoltà, perché oggettivamente ci sono elementi di confusione e noi volentieri spieghiamo e rispieghiamo alle scuole le leggi e le novità. Ma nei casi in cui c’è un atteggiamento che è anti-inclusivo – e la verità è questa, che nella scuola italiana c’è uno zoccolo duro che con inclusione degli alunni con disabilità non vuole avere a che fare, vogliono andare avanti come sempre, isolando e penalizzando gli alunni con disabilità – noi stiamo mettendo in mano alle famiglie gli strumenti per tutelarsi in sede legale. Collaborare dove è possibile e finché è possibile, lo facciamo da sempre, ma dove vediamo che i diritti non riescono ad essere resi esigibili vanno tutelati in sede legale».
Intanto l’anno si apre con il brogliaccio dei nuovi Pei ancora da sciogliere: dovevano essere la grande novità dell’anno scolastico scorso, vennero bloccati il 14 settembre da una sentenza del Tar del Lazio e poi resuscitati a fine aprile dal Consiglio di Stato. Da allora, il Ministero non ha dato alcuna indicazione però su come utilizzarli e come correggere i punti che comunque sono da correggere: «L’Osservatorio per l’inclusione scolastica è convocato per settimana prossima, per dare parere sui nuovi modelli di Pei, testi che però non abbiamo ancora. Non si può più tardare ad emanare un indirizzo univoco a tutte le scuole», dice Speziale.
Quanto agli insegnanti di sostegno? Il Ministro Bianchi ancora questa mattina a Radio24 ha detto che «Ci sono 91mila insegnanti di sostegno che dovranno essere rinnovati di anno in anno e poi ci sono insegnanti che stanno completando il concorso, di questi ne prenderemo ulteriori 25mila che entreranno in ruolo dal prossimo anno». Speziale non è soddisfatto: «Sì, ma con quali livelli di competenze? Si abbassano i requisiti, a discapito qualità. Quando accanto a una persona con diagnosi di autismo a basso funzionamento mettiamo un insegnante di sostegno che nulla sa di autismo o di didattica speciale, stiamo dando un sostegno o stiamo dando un problema a quell’alunno? Io non posso salutare questi provvedimenti con piacere, capisco il dover fare di necessità virtù, ma per i nostri ragazzi abbiamo bisogno di gente qualificata e preparata… Troppo spesso invece si usa la disabilità per altri fini, a discapito delle persone con disabilità».
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