Cultura
«Per Fabrizio la maratona Telethon andava ben oltre la tv»
Dal 2001 Frizzi era il volto della Maratona Telethon, l'evento televisivo della Fondazione. Dialogo con il direttore generale Francesca Pasinelli: «Era una persona buona. E questo è un giudizio unanime e non retorico che nasce dalla sua empatia. Ci chiedeva di rimanere informato sulla vita dei bambini e delle famiglie che lui incontrava in televisione»
«Fabrizio Frizzi è il volto della maratona Telethon». Nel messaggio ufficiale che si legge online nella homepage di Fondazione Telethon si sottolinea come «tutti noi che lavoriamo per la Fondazione ci ritroviamo a ripercorrere e condividere i moltissimi ricordi che ci legano a lui. È una cosa che si fa nelle famiglie e Fabrizio per noi è uno di famiglia. È immensamente difficile dire addio a una persona con cui abbiamo vissuto momenti di grande gioia e di lavoro intenso, una persona buona a cui dobbiamo tantissimo». A ricordarlo con queste parole è il direttore generale della Fondazione, Francesca Pasinelli. «Oggi piangiamo la sua scomparsa, ma vogliamo ricordarlo per tutte le cose belle e per gli insegnamenti che ci ha lasciato. Come il suo sorriso gentile, l’entusiasmo con cui metteva il proprio talento al servizio degli altri, il rispetto profondo per ogni singola persona che abbia avuto il privilegio di lavorare con lui, la grazia con cui affrontava anche le situazioni più difficili, il suo esserci sempre».
E l’esserci sempre era anche nel fatto che, ricorda Pasinelli «ci chiedeva di rimanere informato sulla vita dei bambini e delle famiglie che lui incontrava. In occasione della Maratona Telethon lui intervistava le famiglie e gli scienziati. Mi ha sempre colpito il suo condurre le interviste non come un personaggio, il suo era un incontro personale. Voleva vedere le famiglie prima dell’intervista e anche dopo per verificare come fosse andata. Voleva sapere se il passaggio in tv corrispondeva alle attese che avevano le famiglie dei bambini. E non finiva lì, perché poi durante l’anno ci chiedeva sempre notizie dei piccoli che avevano colpito la sua sensibilità» continua Pasinelli. «La sua era partecipazione vera, dimostrava compassione, nel senso etimologico del termine»
In questi giorni in cui si va alla ricerca di aneddoti e ricordi, Pasinelli ce ne consegna uno molto poco conosciuto fuori da Telethon: «Era una persona buona certo, ma in lui conviveva una verve umoristica. Era un abile imitatore, anche se non aveva il sarcasmo graffiante di chi sceglie questa strada. In Telethon l'abbiamo scoperto perché quando era con noi faceva una spassosissima imitazione di Susanna Agnelli, era garbata ed era bravissimo come imitatore e hanno potuto vederlo tutti in occasione di Tale e quale show. Noi di Telethon gli chiedevamo spesso di fare Susanna Agnelli».
Dal 2001 era il volto della Maratona Telethon, «non si tratta solo dei giorni della messa in onda», ricorda ancora Pasinelli. «L’organizzazione parte in estate, ne derivava una relazione di lavoro intensa anche se questa era un’iniziativa che faceva gratis e per un uomo di spettacolo una trasmissione che racconta tanto dolore è sempre un’operazione rischiosa per l’audience, ma lui si implicava in questa avventura con vera generosità e con partecipazione. Quante volte ci chiedeva “come sta andando?”, per lui era una gara personale a portare sempre più fondi per la ricerca».
I ricordi sono tanti, come gli episodi che si sono susseguiti in 17 anni di Maratona Telethon eppure c’è un particolare che per Pasinelli è segno dell’attenzione di Fabrizio Frizzi per le persone «aveva la capacità di ricordare sempre i compleanni. Anche nei due anni che non ho lavorato a Telethon non mi sono mai mancati i suoi auguri. Questa cosa oggi può sembrare piccola, ma è un segno della sua grande attenzione, della sua empatia».
Nell'immagine in apertura Fabrizio Frizzi con Francesca Pasinelli – immagini da Telethon.it
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