Leggi

Per errori, rimborsi e conguagli bisogna rivolgersi ai Comuni

I contribuenti devono rivolgersi esclusivamente agli enti locali per ogni disguido riguardo il pagamento dell'imposta sulla casa

di Redazione

In tenti sulla strada dell’Imu, sono inciampati in errori di vario tipo. È questo il contenuto della risoluzione n. 2/DF (in allegato), con la quale il dipartimento delle Finanze è intervenuto a chiarire alcuni dubbi, relativi ai rimborsi e ai conguagli di somme versate all’ente locale o allo Stato.
 
Versamento allo Stato e al Comune di importi non dovuti
Cosa accade se a giugno è stata versata allo Stato una somma che poi si rivela non dovuta? A chi chiedere il rimborso? Come anticipato, l’Imu è un tributo comunale ed è, di conseguenza, alle porte del Municipio che bisogna bussare.
Fiscooggi.it ha cercato di rispondere alle domannde più frequenti prendendo in esame casi tipo. Come quello riportato nella risoluzione di un anziano che, avendo trasferito la residenza in una casa di riposo, aveva, per l’acconto, considerato il suo immobile “seconda” abitazione, per poi “scoprire” che il proprio Comune, successivamente, aveva assimilato lo stesso all’abitazione principale, elevando la detrazione fino ad annullare l’imposta. Risultato: a giugno era stata versata una somma, divisa fra Stato e Comune, interamente non dovuta. Soluzione: “… alla luce di quanto affermato … e cioè che l’Imu resta un tributo comunale, e nell’ottica della semplificazione degli adempimenti … si precisa che il contribuente, al fine di ottenere il rimborso, deve presentare un’unica istanza all’ente locale, il quale verifica il fondamento della richiesta”.
 
Una situazione, quella dell’esempio precedente, sulla cui traccia bisogna muoversi anche quando la ripartizione è da correggere. Che il conto totale sia a credito o a debito.
 
Pensiamo a un versamento in acconto di 380 euro, suddiviso fra Stato e Comune, a fronte di un tributo annuo totale, calcolabile a delibere consiliari adottate, di 300 euro, tutti di pertinenza dell’ente locale: il contribuente avrebbe un credito totale di 80 euro, ma al Comune ne spetterebbero ancora 110. Anche in tale ipotesi, oltre a non dover effettuare alcun versamento, l’unico destinatario dell’istanza sarà il Comune. Istanza con cui si chiederà il rimborso degli 80 euro, differenza fra i 190 versati in più allo Stato e dei 110 dovuti all’ente locale stesso.

E se invece, nella stessa situazione di prima (acconto di 380, ripartito metà allo Stato e metà al Comune, Imu dell’anno tutta di quest’ultimo) il tributo totale fosse risultato pari a 400 euro? Stessa logica: il contribuente paga 20 euro all’ente locale (non 210), informandolo che il saldo è stato versato tenendo conto della somma erroneamente attribuita a giugno allo Stato.
 
 

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.