Sostenibilità
Per dire addio ai “fossili” le alternative esistono
Se l'Italia coprisse di pannelli fotovoltaici lo 0,5% del territorio riuscirebbe a soddisfare i due terzi del suo fabbisogno elettrico...
di Redazione
Attualmente i combustibili fossili (petrolio, carbone e metano) costituiscono circa l?80% del consumo mondiale di energia e sono considerati come i principali responsabili dell?aumento delle concentrazioni in atmosfera di gas ad effetto serra che stanno causando l?alterazione del clima terrestre. Pertanto è quanto mai urgente attuare una vera e propria rivoluzione energetica che porti alla rapida transizione dall?impiego di combustibili fossili allo sviluppo della massima efficienza energetica e all?impiego diffuso delle fonti rinnovabili di energia (solare, eolico, biomasse, ecc.).
Quanti sprechi e inefficienza
È innegabile che oggi nei Paesi industrializzati si consumi troppa energia e questo non necessariamente serve a garantire reali condizioni di benessere: l?energia sprecata produce solo inquinamento, impatti ambientali e sociali senza migliorare le condizioni di vita. In Italia le famiglie sono responsabili di oltre il 30% dei consumi energetici nazionali: mentre i consumi industriali si sono stabilizzati, quelli domestici continuano a crescere, soprattutto a causa della diffusione dei condizionatori.
Gli edifici italiani, poi, sono i più spreconi d?Europa: consumano qualcosa come 150-200 kWh/mq anno mentre in Germania, malgrado le più difficili condizioni climatiche, non si superano i 70 kWh/mq. E pensare che una casa ben costruita e coibentata può consumare meno di 30 kWh/mq. Buona parte dell?energia utilizzata per mantenere 20 C° in un edificio viene dispersa dalle strutture perimetrali (tetto, muri, finestre): sarebbe possibile risparmiare oltre il 40% di energia migliorando l?isolamento termico. In Italia circa un terzo dell?energia viene impiegata negli usi finali come calore a bassa temperatura, vale a dire per riscaldare l?acqua: buona parte di questo compito potrebbe essere assolto sfruttando i collettori solari (pannelli solari termici), una tecnologia matura e competitiva. In Germania ne sono stati già installati quasi 6 milioni di mq, circa dieci volte più che in Italia, che pure è considerato ?il paese del sole?. A livello familiare notevoli risparmi energetici ed economici potrebbero essere conseguiti adottando lampade fluorescenti compatte che durano fino a dieci volte di più di quelle tradizionali ad incandescenza e consentono di risparmiare fino all?80% di elettricità e ancora di più si potrebbe fare usando elettrodomestici ad alta efficienza. Porterebbero vantaggi piccoli impianti capaci di recuperare il calore: i sistemi di cogenerazione e trigenerazione (produzione combinata di energia elettrica, calore e raffrescamento) permettono di raggiungere rendimenti nettamente superiori a quelli dei grandi impianti termoelettrici tradizionali.
Sole, vento e biomasse
Se in Italia si coprisse di pannelli fotovoltaici una superficie pari allo 0,5% del territorio nazionale, si arriverebbe a produrre circa 200 TWh/anno, pari a quasi due terzi del fabbisogno elettrico del nostro paese. L?Italia ha una potenza installata 25 volte inferiore rispetto a quella della Germania malgrado goda del 50% in più di insolazione annua. L?energia eolica rappresenta oggi una delle fonti più mature e competitive con enormi possibilità di sviluppo: si stima che l?energia dal vento costituirà una delle fonti più importanti per il futuro. Anche in paesi come l?Italia, con condizioni di vento non equiparabili a quelle nord europee, si potrebbero realizzare impianti eolici per una capacità di 6mila MW nel pieno rispetto dei valori ambientali e paesistici.
Le biomasse costituiscono una importante opportunità per produrre energia termica ed elettrica in impianti di cogenerazione di piccole dimensioni che impieghino risorse locali. Un recente programma messo a punto da WWF e Aebiom – Associazione europea per la biomassa dimostra come si potrebbe arrivare ad ottenere, entro il 2020, il 15% della produzione di energia dall?utilizzo di biomassa nei paesi industrializzati. Sulla base delle ipotesi conservative dell?International energy agency relativamente al fabbisogno dell?Ocse l?obiettivo del 15% si rivela realistico e raggiungibile. Richiede lo sfruttamento di un quarto dei potenziali residui agricoli, forestali e zootecnici dei Paesi industrializzati e la destinazione del 5% delle loro aree adibite a colture, foreste e terreno boscoso a luogo di crescita della biomassa lignea per energia. Tramite grossi risparmi energetici e politiche sull?efficienza, il contributo all?energia della biomassa potrebbe raggiungere persino il 30%.
di Massimiliano Varriale, campagna Clima WWF Italia
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