Salute
Per compiere la Basaglia ora serve una 181
Pagare gli psichiatri in base alla speranza che sanno infondere, valorizzare i familiari come professionisti, aprire al fundraising. Una proposta innovativa per attuare i principi della Basaglia
La data scelta non è casuale: il 13 maggio 1978, esattamente trentacinque anni fa, il Parlamento italiano approvava la legge 180, conosciuta a tutti come “legge Basaglia”. L’Associazione “Parole Ritrovate” presenta oggi una nuova proposta di legge, battezzata legge 181 proprio perché «vuole dare gambe alla legge 180 e quindi andare verso una buona salute mentale in Italia». L’intento è chiaro fin dal titolo della legge: “Norme per valorizzare, in continuità con la Legge 180/78, la partecipazione attiva di utenti, familiari, operatori e cittadini nei Servizi di Salute Mentale e per promuovere buone cure in tutta Italia”. Con lo sguardo rivolto al futuro, precisano poi.
Più dai speranza, più sale lo stipendio
La proposta è estremamente innovativa e lo si capisce già dall’articolo 2, che si intitola “La fiducia e la speranza” e scrive nero su bianco che il primo compito dei DSM è quello di «radicare in utenti e familiari fiducia nelle relazioni con gli operatori e nelle prestazioni offerte e speranza nel proprio percorso di cura». L’articolo si spinge anche oltre: il tasso di fiducia e di speranza di utenti e familiari «viene misurato almeno una volta all’anno» e «i tassi riscontrati contribuiscono a determinare la parte variabile del salario degli operatori». Sì, avete capito bene, psichiatri e psicologi saranno pagati (anche) in base a quanto saranno capaci di dare fiducia e speranza ai loro pazienti. Non è questo l’unico punto per cui è prevista una valutazione/misurazione con un’incidenza diretta sullo stipendio: la stessa cosa vale anche per la qualità e appropriatezze degli interventi in risposta alla crisi (più TSO non necessari prescrivi, meno soldi prendi) e per la qualità dell’accoglienza. Gli indicatori per la valutazione sono stabiliti dalle Consulte di salute mentale: una locale per ogni Als e una nazionale presso il ministero.
La novità degli UFE
Un altro elemento di innovazione è l’inserimento degli UFE-Utenti familiari esperti all’interno del DSM: familiari esperti non perché abbiano studiato sui libri la malattia mentale ma perché la vivono concretamente nell’esperienza di tutti i giorni. Sarebbero retribuiti e introdotti nella misura di uno a tempo pieno ogni 20mila residenti. È questa una peculiarità del approccio sperimentato dal 2000 dal movimento “Le parole ritrovate”: quel “fareassieme” tra utenti, operatori e familiari, valorizzando il sapere di ciascuno, che prevede appunto anche gli UFE. Il loro modello ha già girato il mondo, anche grazie ad “avventure” come il viaggio a Pechino in treno con disabili mentali e un analogo “coast tuo coast” negli States, invitati in moltissime università.
Colori pastello e donazioni private
È il titolo dell’articolo 3, che obbligherebbe a erogare prestazioni di salute mentale in luoghi belli (non inferiori a quelli di un hotel 3 stelle, per dare un’idea), ad esempio «con piante, quadri e colori pastello alle pareti», certi che «in psichiatria il bello deve essere di casa». Per tutto ciò i DSM possono attivarsi con il fundraising. E comunque, a proposito di costi, si mette un tetto anche a quanto il DSM può spendere per ricoveri ospedalieri e stutture residenziali ad alta protezione: non più del 50%. Tra le altre novità ci sarebbe una psicocard, una sorta di budge con tutti i riferimenti e i nomi da contattare in caso di bisogno, per semplificare l’accesso alle cure e l’espressione della domanda. In caso di crisi, la risposta deve arriva entro sei ore, cosa che prevede ovviamente un servizio attivo H24.
La proposta delle “Parole Ritrovate” ha preso forma in realtà già da qualche anno tempo, partendo anche dal fatto che durante l’ultimo Governo Berlusconi il dibattito sulla riforma della legge 180 si era riacceso in Parlamento, in particolare attorno alla proposta di legge presentata dall’onorevole Ciccioli (Pdl). Ora però, con la presentazione ufficiale della proposta di legge, “Le Parole Ritrovate” si avviano a dare concretezza a un percorso per raccogliere le 50mila firme necessarie per presentare una proposta di legge di iniziativa popolare, con il motto “Tutti pazzi per la 181”. Infatti quando lo raggiungiamo al telefono, De Stefani è in Cassazione (qui l'annuncio in Gazzetta ufficiale).
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