Economia

Per centrare la ripresa fondamentale il fondo per la cooperazione lombarda

L’intervento delle tre maggiori associazioni del movimento cooperativo lombardo – Agci Lombardia, Confcooperative Lombardia e Legacoop Lombardia – agli Stati Generali Patto per lo Sviluppo della Lombardia. Tra le richieste alla regione un fondo per patrimonializzare le cooperative e un bonus di “non” mobilità

di Redazione

Attilio Dadda, presidente Legacoop Lombardia, è intervenuto oggi, 24 giugno, agli Stati Generali Patto per lo Sviluppo della Lombardia, a nome di Massimo Minelli, presidente Confcooperative Lombardia e Cinzia Sirtoli, presidente Agci Lombardia, in risposta all’intervento del presidente Fontana e ad alcuni punti del documento di economia e finanza regionale, condiviso nel corso della videoconferenza.

Tra le richieste della cooperazione: sostenere il rafforzamento patrimoniale delle cooperative lombarde verso la transizione digitale, incentivi per la sostenibilità ambientale e sociale e il ripensamento del modello sanitario dopo la crisi causata dall’emergenza Covid-19.

In particolare è stata unanime la voce con cui Agci Lombardia, Confcooperative Lombardia e Legacoop Lombardia ritengono prioritario sostenere il rafforzamento patrimoniale delle cooperative lombarde, indirizzando la loro evoluzione nella direzione della transizione digitale e della sostenibilità ambientale e sociale attraverso un Fondo unico dedicato che riconosca la peculiarità e la varietà delle imprese cooperative. «È necessario – afferma Dadda, portavoce delle tre centrali cooperative lombarde – intervenire sui patrimoni, che per noi sono anche intergenerazionali e diffusi, favorire gli investimenti strategici, dare spazio ai workers buyout e ad interventi sui beni confiscati alla criminalità».

Per quanto riguarda gli incentivi smart working e “bonus non-mobilità”, «servono investimenti in tempi brevissimi sulle infrastrutture digitali, ben distribuiti per colmare le carenze di connettività tra i territori della Lombardia, tra le aree metropolitane e le zone rurali e di montagna. Incentivare lo smart working, con convinzione, e anche con un bonus di “non mobilità” per essere davvero efficaci nel contrasto all’inquinamento, capitalizzare il miglioramento della qualità dell’aria e favorire un’economia di prossimità» spiega.

Sul tema sostenibilità in evidenza l’esigenza di estendere l’analisi fatta da Arpa sull’aria anche per la qualità dell’acqua dei fiumi e dei laghi lombardi «per avere dati unici e utili per ridefinire la politica di salvaguardia ambientale e le iniziative di manutenzione e cura del territorio».

Dalle tre centrali cooperative risulta carente la ricerca delle cause che hanno determinato un impatto così negativo, più che altrove nel Paese, in termini di vite umane e di organizzazione della medicina territoriale.
A riguardo la cooperazione lombarda ribadisce che «le cooperative associate del settore medico e sanitario restano a disposizione per una strategia del breve e medio periodo». Disponibilità piena anche sulla programmazione – locale, non negoziata ma concertata – a partire dall’Art. 109 sui servizi di cura, legati oggi ai temi povertà e diseguaglianze, rispetto ai quali si fa sempre più urgente «la necessità di una completa ridefinizione degli indicatori e dei modelli che tenga anche conto delle pandemie, dei maggiori costi della sicurezza e della diversa densità di fruizione dei servizi».

In conclusione, la richiesta congiunta al presidente Fontana e all’assessore Mattinzoli è di «ricercare le migliori condizioni in sede deliberante per mettere a disposizione del movimento cooperativo lombardo gli strumenti adeguati al peso economico, occupazionale e di ricadute sulle comunità locali». Poiché: «Per centrare la ripresa e il rilancio riteniamo fondamentale il fondo per la cooperazione lombarda».

In apertura immagine di Amstead23 – Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49527747

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