Politica

Per Bin Laden una nuova Norimberga?

Fausto Pocar, giudice al tribunale per la ex Jugoslavia, spiega il dopo-cattura del leader di Al Qaeda. E perché la Spagna rifiuta agli Usa l'estradizione di alcuni sospettati...

di Benedetta Verrini

Di Milosevic non parla. Nel gennaio del 2000 il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, lo ha nominato membro del Tribunale Penale internazionale per la ex Jugoslavia. Pertanto Fausto Pocar, uno dei più importanti studiosi italiani di diritto internazionale, preferisce glissare su tutte le domande che riguardano l?incandescente processo all?ex presidente della federazione jugoslava. Ma di Osama Bin Laden, ormai consacrato alla storia come criminale internazionale, e della sua sorte di imputato – ?se mai giungerà vivo davanti a un tribunale?, precisa ? il professor Pocar parla diffusamente. Ecco cosa ha raccontato a Vita al termine di una straordinaria lectio magistralis sui ?Tribunali penali internazionali?, che ha tenuto all?università Cattolica di Milano. Allora, professore, quale tribunale giudicherà Osama Bin Laden? Siccome, presumibilmente, Bin Laden sarà arrestato da truppe americane o inglesi, nessuno potrà contestare la legittimità di un?azione penale che gli Stati Uniti vorranno muovergli. Lo Stato dove viene commesso un crimine, infatti, ha giurisdizione per fare il processo. Certo, può essere che emerga l?inopportunità politica di questa strada. In che senso? Visto che gli Stati Uniti hanno mosso una rete di alleanze internazionali per andare a prendere questo personaggio in un territorio straniero, avrà una certa importanza anche il modo in cui questa persona verrà arrestata. E soprattutto, bisognerà tenere conto del fatto che un tribunale ad hoc, su modello di quelli per la ex Jugoslavia e il Ruanda, giudica i crimini commessi da entrambe le parti in una situazione di conflitto. Gli Stati Uniti, parte in conflitto e giudice, potranno giudicare i crimini di una sola parte. Bin Laden, insomma, scatenerà un problema di diritto penale internazionale? In un certo senso, sì. Credo che si aprano due possibili scenari: il primo, a mio avviso il più improbabile, è che il Consiglio di Sicurezza dell?Onu decida di istituire un tribunale ad hoc o di allargare la competenza dei tribunali di Ruanda ed ex Jugoslavia a questo nuovo scenario. Il secondo, è un tribunale speciale istituito dalla coalizione politica degli Stati che hanno dato vita (e supportato) l?azione in Afghanistan: Stati Uniti, Regno Unito, Russia, eventualmente Cina. Le grandi potenze vincenti che giudicano il criminale Bin Laden, su modello del tribunale di Norimberga. Ma a questo nuovo tribunale di Norimberga non sarebbe preferibile la Corte Penale Internazionale? La Corte Penale Internazionale dovrebbe iniziare ad operare entro l?anno prossimo, dal momento che per ora ha ricevuto 46 ratifiche su 60. Questo organismo non potrà giudicare Bin Laden, perché potrà valutare soltanto i reati commessi dopo la sua istituzione. Per quale motivo gli Stati Uniti si oppongono così radicalmente all?entrata in vigore di questa Corte? Perché non vogliono che un giudice internazionale possa giudicare cittadini americani per crimini commessi in Paesi stranieri. A maggior ragione visto che gli Stati Uniti sono impegnati in operazioni su più fronti nel mondo. Sotto questo punto di vista, l?amministrazione Bush sembra inamovibile: non credo che daranno mai la ratifica per questa Corte, basti pensare che mesi fa era stato persino proposto al Congresso un disegno di legge per vietarla ufficialmente. Attualmente, Bush ha istituito le corti marziali. Quali scenari apre per i cittadini questa nuova giurisdizione straordinaria? Certamente gravi problemi per quello che riguarda le libertà individuali. E? vero che le esigenze investigative e probatorie seguite all?attentato dell?11 settembre hanno giustificato il governo americano a prendere questa strada, però è anche vero che una parte della società americana comincia a trovare inammissibile la violazione di un diritto fondamentale e così importante come quello della libertà. E a lungo andare questa insoddisfazione si farà sentire. Oltre a questo è chiaro che l?istituzione delle corti marziali crea problemi anche a livello internazionale: in questi giorni la Spagna ha negato l?estradizione di un componente della rete di Bin Laden, perché il sistema penale americano ammette anche la pena di morte. La scelta della Spagna è in linea con tutti i principi di diritto internazionale a tutela degli imputati. Se anche l?Italia si dovesse trovare nella stessa situazione, dovrebbe negare agli Stati Uniti la consegna dell?imputato.


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