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Per 7 ragazzi su 10 i testi della Trap non rispettano le donne

I risultati dell’indagine di Eumetra per conto di Telefono Donna Italia, centro antiviolenza attivo da oltre trent’anni e che sostiene le vittime di maltrattamenti, illustrano le sensazioni e i sentimenti che i giovani (tra i 16 e i 25 anni) vivono sui temi connessi alla violenza, la parità di genere, l’educazione sessuale e affettiva. I risultati mostrano un divario molto ampio tra maschi e femmine

di Antonietta Nembri

Che attenzione hanno i giovani, tra i 16 e i 25, ai temi legati alla violenza sulle donne? A chiederselo Telefono Donna Italia, il centro antiviolenza attivo da oltre 30 anni nel sostenere le donne maltrattate e vittime di violenza. I dati dell’indagine realizzata da Eumetra sono stati presentati nel corso di un incontro al centro congressi di Fondazione Cariplo a Milano. 

«Quanto emerge dai risultati è qualcosa che deve interrogare sia il mondo degli adulti sia quello del Terzo settore», ha commentato Valeria Negrini, vicepresidente di Fondazione Cariplo, «soprattutto le risposte date dalle ragazze sul tema della paura e quelle sull’educazione sessuale che per il 40% dei maschi oggi 2024 è ancora affidata al porno». Per Negrini il tema riguarda la necessità di «rafforzare luoghi educativi e creare spazi di incontro per gli adolescenti così da ricostruire la ricchezza delle relazioni».

Da sinistra Stefania Guglielmo Eumetra, Stefania Bartocetti, Telefono Donna

Le risposte dei ragazzi e delle ragazze

Ma cosa ci dicono le risposte fornite dai giovani al di là di una diversa sensibilità tra ragazzi e ragazze, come ha sottolineato Stefania Guglielmo di Eumetra che ha illustrato i risultati. 

Secondo i dati raccolti, la paura più diffusa tra le ragazze è quella  di subire un’aggressione fisica (66%), più di 6 su 10 si dicono costrette a seguire accorgimenti come stare al telefono con qualcuno tornando a casa, evitare i mezzi pubblici dopo una certa ora e prediligere abiti più  “discreti”.
Sul problema degli abiti e degli atteggiamenti, emergono grosse differenze tra i due sessi sul tema  della responsabilità di comportamenti sbagliati: 3 ragazzi su 10, infatti,  dichiarano che vestirsi “in un certo modo” attira comportamenti offensivi,  mentre 6 ragazze su 10 affermano di aver ricevuto atteggiamenti sgraditi a  prescindere dall’abbigliamento; anche l’assunzione di alcol o droghe è,  secondo i ragazzi, un fattore che aumenta il rischio di aggressioni, mentre le  ragazze dichiarano che uno stato di alterazione non può essere considerato causa né giustificazione di un’aggressione a sfondo sessuale. 

Le paure delle ragazze

I timori vissuti  dalle ragazze hanno ripercussioni anche nei rapporti con l’altro sesso: il 56%  delle ragazze afferma di aver paura di un partner geloso perché è una  potenziale minaccia (sentimento assente da parte dei ragazzi nei confronti  delle ragazze) e quasi 3 su 10 hanno fatto delle rinunce, ad esempio, sul tipo di  abbigliamento e sulla vita sociale, per “accontentare” il proprio partner.  

Parlando di denuncia e reazione alle violenze, a fronte di un’idea condivisa che  le donne scelgano talvolta di tacere per timore di ritorsioni, emerge che circa la  metà del campione maschile ritiene la donna colpevole se rimane con un uomo  violento senza denunciare, suggerendo implicitamente una sua diretta responsabilità nelle violenze subite.

Social e trap influenzano la percezione delle donne 

Come evidenzia Eumetra, secondo 4 ragazze su 10, i social influenzano negativamente l’immagine della donna e oltre la metà di loro ritiene che  favoriscano comportamenti offensivi. La pensa diversamente il campione  maschile: sono 1 su 10 ragazzi ad attribuire ai social la responsabilità della  creazione di una visione negativa della donna e solo 2 su 10 a ritenere che  abbiano la loro parte nell’incoraggiare atteggiamenti sessisti.

Nel mirino ci sono anche i testi delle  canzoni trap, secondo il 40% delle ragazze, contribuiscono in modo consistente a veicolare un’immagine poco rispettosa delle donne, ma in totale sono il 77% le giovani che vedono nei testi trap un non rispetto della figura femminile. Dall’altro lato sono solo 2 su 10 i ragazzi  che la pensano allo stesso modo. Sembra quindi che i giovani uomini manifestino una sensibilità meno sviluppata sul tema e profonde differenze  nella percezione e nell’esperienza nei confronti del tema della violenza. 

Parità? Le ragazze la considerano ancora lontana

La parità di genere è un altro ambito su cui le opinioni sono distanti: per oltre la  metà delle ragazze non solo non è raggiunta, ma è ancora lontana, soprattutto  nell’ambito della gestione dei figli, della casa o sul posto di lavoro. I ragazzi hanno un’opinione opposta: secondo il 60% di loro, non solo sono stati fatti  grossi passi in avanti, ma siamo molto vicini a raggiungerla.  

Internet maestro di educazione sentimentale 

Nell’indagine Eumetra, la diversità di punti di vista tra ragazze e ragazzi trova conferma affrontando i temi dell’educazione affettiva e sessuale. Le ragazze si  mostrano più coinvolte ed informate rispetto al tema dell’educazione affettiva, che consiste, secondo una loro definizione spontanea, nel “relazionarsi con  rispetto alle persone ed imparare a gestire i sentimenti”.

Le informazioni  acquisite su questo tema derivano, in primo luogo, da internet ma, soprattutto tra le giovanissime (tra i 16 ed i 17 anni) ed i ragazzi, è presente anche la  figura di insegnanti e genitori.
Guardando, invece, al tema dell’educazione  sessuale, gli adulti diventano un canale informativo decisamente meno  prioritario: il passaparola e internet/social la fanno, in generale, da padroni ed  in particolare la pornografia viene considerata un canale d’informazione da ben  4 ragazzi su 10 (a fronte di sole 2 ragazze). 

Commentando i dati Renato Mannheimer, Advisory  Board Consultant di Eumetra ha sottolineato come la ricerca «offra un quadro per certi versi allarmante sui  giovani e il tema della violenza. Mi ha molto colpito, ad esempio, che, secondo  le ragazze, il tema della violenza sulle donne è molto sottovalutato, soprattutto dagli uomini, dalla classe politica e dalla Chiesa. Diversa l’opinione dei ragazzi, secondo i quali se ne parla in maniera adeguata e, anzi, ragazze e mezzi  d’informazione talvolta ne amplificano il reale valore. Un vero e proprio divario di opinione e di percezione tra i due generi, che sollecita ulteriori riflessioni e  approfondimenti». 

Risultati che interrogano

Per Laura Parolin, presidente dell’ordine degli psicologi della Lombardia, i dati relativi alla percezione sulla Trap devono interrogare, soprattutto considerando che nei testi «si presentano cose improponibili come normali». Da tenere presente anche il fatto che «questa è una generazione in cui il sesso è scollegato dall’esperienza reale, è astratto e non ha collegamenti con l’affettività».
A commentare i dati anche Giulia Sapi, presidente della commissione Persona, famiglia e minori dell’Ordine degli Avvocati di Milano che, dopo aver ricordato l’istituzione della commissione “Codice rosso” con l’obiettivo di formare gli avvocati sulle procedure.

Un momento della tavola rotonda

Manuela Zaltieri, presidente dell’ordine degli assistenti sociali Lombardia e Laura Zoppini, direttore sociosanitario Asst Grande ospedale metropolitano Niguarda hanno entrambe sottolineato la fondamentale funzione della prevenzione a partire alle scuole.

L’assessore lombardo alla famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità, Elena Lucchini ha voluto ricordare gli interventi che la Regione ha messo e sta mettendo in campo come la convenzione con l’ordine degli psicologi per i centri antiviolenza, ma anche l’impegno di 1,5 milioni di euro per garantire alloggi alle donne vittime di violenza «sono 64 appartamenti grazie a un protocollo di 15 anni con Aler», ha precisato l’assessore ricordando anche i fondi stanziati (sempre 1,5 milioni di euro) per la realizzazione di progetti di lavoro sempre per le donne vittime di violenza. 

Da parte sua Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna «serve rafforzare e migliorare i messaggi nella  direzione del rispetto delle relazioni e della loro ricchezza, perché permangono  delle zone di oscurità da parte di alcuni giovani. In particolare, mi riferisco  all’universo dei social, che per i giovani rappresentano la loro zona d’ombra dal  mondo, che però può risucchiarli senza aiutarli nei loro stessi bisogni».

In apertura photo by Sebastian Ervi on Unsplash


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