Economia

Per 7 italiani su 10 il lockdown genera desiderio di cambiamento

Meno del 10% spera che “tutto torni come prima”, mentre il 42% si interpella sul modello di sviluppo economico post emergenza da Coronavirus. I dati dell’Osservatorio sulle previsioni post Covid-19 realizzato da Associazione Isnet a favore delle imprese sociali è a disposizione

di Redazione

Che “cambi tutto”: questa la speranza del 70% degli italiani, sono meno del 10% quelli che invece sperano che “tutto torni come prima”. E ancora: il 42% degli italiani si interpella sul modello di sviluppo economico e spera in una valorizzazione dei principi di sostenibilità economica e sociale: qualità della vita nelle città, educazione di qualità, lotta alla povertà.
L’87,6% è preoccupato per il futuro economico dell’Italia e il 67,9% per la propria situazione personale ma la speranza di cambiamento resta comunque alta.
Sono questi alcuni dei dati più significativi emersi dal sondaggio realizzato da Associazione Isnet su un campione nazionale rappresentativo le cui risultanze sono messe a disposizione delle imprese sociali in questa delicata fase di riprogettazione post-Covid.

Il 18,7% afferma “che cambi qualcosa, ma non influisca troppo sulle mie abitudini”; il 37,5% desidera aumentare il tempo dedicato allo sport e alla salute, il 37,1% prevede di ridurre lo shopping, il 36,6% di ridurre viaggi e spostamenti, Il 49,5% avrà più cura per la famiglia, il 31,7% più attenzione alla povertà, il 51,9% alla salute e al benessere, il 42% al modello di sviluppo economico e il 31% alla qualità della vita delle città.

Il distanziamento forzato all’insegna dello slogan io resto a casa” – si legge in una nota di Isnet – ha creato un senso di vicinanza, comunità e la riscoperta di una responsabilità civile concreta con la sperimentazione della potenza di un'azione collettiva dal basso, che sta vedendo ogni individuo più coinvolto e ispirato da un orizzonte comune.
Un'esperienza che, per la maggior parte degli intervistati, può esser ancora utilizzata e re-indirizzata in una prospettiva di cambiamento ispirata ad un principio di sostenibilità diventando pragmaticamente possibile.

«Dati importanti per le imprese sociali che per statuto sono imprese a valore aggiunto sociale e che lavorano interconnesse con le comunità e l’ascolto dei bisogni continuamente mutevoli e in trasformazione», afferma Laura Bongiovanni presidente di Associazione Isnet. «La capacità di re-agire di fronte al rischio e a processi inaspettati è una caratteristica tipica delle imprese sociali così come di tutti gli enti del terzo settore. Una caratteristica che abbiamo più volte raccontato e documentato con i nostri lavori di ricerca. In questa fase di lockdown abbiamo ritenuto importante ascoltare i cittadini per aiutare le imprese sociali a progettare al meglio i propri sforzi nella direzione di un riposizionamento delle proprie attività e modalità di intervento».
Conclude poi Bongiovanni: «Sarà importante continuare a condividere i risultati dello studio che verrà ripetuto tra 6 mesi, in modo da verificare la stabilizzazione delle tendenze e le novità che emergeranno».

Tutti gli indicatori raccolti online dall’associazione Isnet sono a disposizione al link dove sono disponibili tutte le informazioni relative all'indagine che è stata realizzata attraverso un sondaggio con questionario strutturato nel periodo 2-19 aprile con tecnica CAWI.

In apertura image by Alexas_Fotos from Pixabay

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.