Welfare

Per 600mila donne quelle di casa sono “Faccende pericolose”

Presentato in occasione della Giornata della Donna, grazie a uno spunto del Gruppo Anmil per le politiche femminili, uno studio ad hoc sul lavoro delle casalinghe che in Italia sono 7,3 milioni e lavorano in media 49 ore la settimana sette giorni su sette. L’ambiente più a rischio è la cucina: tra i fornelli il 63% degli infortuni

di Antonietta Nembri

Ogni anno, in Italia, si verificano oltre 3 milioni di infortuni domestici e secondo la più recente rilevazione Istat (2017) e se sono 7 milioni 338mila le donne che si dichiarano casalinghe nel nostro Paese, tra di esse sono circa 600mila quelle coinvolte in un incidente avvenuto tra le mura di casa. Sono questi alcuni dei dati presentati oggi, martedì 5 marzo, dall’Anmil alla Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”. L’occasione è la vicinanza con la Giornata della Donna dell’8 marzo che è lo spunto da parte del Gruppo donne Anmil per le politiche femminili per promuove un’iniziativa differente per richiamare l’attenzione sul mondo del lavoro femminile, sulla tutela prevista per le donne che si infortunano o rimangono invalide per aver contratto una malattia professionale a causa dell’attività lavorativa, compresa quella svolta negli ambienti domestici o familiari.

Quest’anno Anmil ha presentato “Faccende pericolose”, uno studio che approfondisce una valutazione dei cambiamenti che ha subito l’assicurazione casalinghe e offre un’analisi dei dati sugli infortuni al femminile in generale e, in particolare, quelli legati all’ambito familiare e domestico.

Lo studio curato dall’Anmil e pubblicato in un opuscolo animato dalle originali vignette del giovanissimo e talentuoso Michele Russo, accende i riflettori su importanti aspetti legati ai rischi e agli infortuni in ambito domestico, un tema che in ottica femminile – ricorda una nota dell’associazione – “abbiamo voluto mettere in luce per richiamare l’attenzione sulle modifiche recentemente apportate dalla Legge di bilancio 2019 alla normativa che nel 1999 ha istituito l’assicurazione contro gli infortuni domestici, migliorandola profondamente, e di cui si parlerà avendo recepito il legislatore gran parte delle nostre richieste”.

«L’Istat ci parla di circa 7,3 milioni di donne che, nella rilevazione campionaria, si sono “dichiarate casalinghe” e che si tratta di una collettività composta quasi esclusivamente di persone anziane e anche un po’ demotivate, quasi un’accolita di “casalinghe disperate”» osserva Graziella Nori, portavoce del Gruppo Donne Anmil. «Noi, che queste situazioni le viviamo di persona e siamo in costante contatto con molte donne, sappiamo che non è esattamente così ed altre fonti ce lo confermano. Sono molte, infatti, le donne che non si dichiarano apertamente casalinghe per una certa forma di ritrosia; e sappiamo anche che sono sempre più le donne che scelgono di fare le casalinghe rinunciando magari ad un lavoro precario, sottopagato e spesso svolto in ambiente ostile» rimarca Nori. «La loro non è solo una motivazione di natura economica, perché sostenere i costi di una baby sitter per mantenere un posto di lavoro quasi sempre poco retribuito è diventato praticamente antieconomico, ma soprattutto perché ritengono che passare più tempo con la famiglia, vedere i figli crescere e gestire la casa in maniera autonoma e manageriale è un qualcosa che non ha prezzo».

Andando a guardare i dati emerge che quella delle casalinghe è una comunità in costante calo, contando 518mila unità in meno rispetto a 10 anni. Del resto sono oltre 3 milioni le casalinghe di 65 anni e più che rappresentano il 41% del totale, mentre le under 34 sono appena l’8,5%. Da non sottovalutare anche il numero di ore di lavoro non retribuito svolto ogni anno da una casalinga che viene stimato in 2.539 ore annue, una media di 49 ore la settimana, 7 al giorno ferie e festivi compresi. Se tutti i lavori che svolgono all’interno della famiglia per la cura della casa e dei figli venissero retribuiti, le casalinghe dovrebbero percepire uno stipendio di 3.045 euro netti al mese (questa – ricordano una nota – la valutazione del lavoro domestico fatta dal portale ProntoPro.it), il doppio rispetto alla media dei lavoratori italiani.

Sul fronte degli infortuni delle casalinghe le circa 600mila che vengono coinvolte in un incidente domestico rappresentato l’8,2% del totale. Per quanto riguarda invece gli ambienti più a rischio la cucina è il luogo in cui avvengono il 63% degli incidenti, seguono la camera da letto (10%), il soggiorno (9%) e le scale (8%), anche il bagno è un ambiente a rischio (8%) e qui i problemi nascono da cadute sulle superfici scivolose dei sanitari e del pavimento.


Grafico tratto dalla ricerca di Anmil

La lesione più diffusa è rappresentata dalla frattura (36% del totale), le ustioni provocate in genera da pentole, fornelli, ferri da stiro, olio o acqua bollente, vapore ecc. sono alla base dei 18,5% degli incidenti. Il 15% (circa 90mila casi l’anno) sono invece le ferite da taglio o punta causate da coltelli o altri oggetti taglienti presenti in casa.
L’Istat, si legge nella ricerca, alcuni anni fa aveva effettuato un’indagine ad hoc secondo la quale i morti per incidente domestico in Italia sono oltre 5mila: per oltre la meta si tratta di donne ultraottantenni, molto limitato, invece il numero di giovani casalinghe.

IL presidente di Anmil, Franco Bettoni, nel corso del suo intervento ha ricordato che la consuetudine in occasione della Giornata della Donna di «trattare un tema che riguarda gli aspetti lavorativi e infortunistici della componente femminile nell’ambito di un determinato settore di attività nel quale l’apporto della “quota rosa” riveste un ruolo significativo e quest’anno abbiamo deciso di dedicare uno studio molto articolato ed approfondito a quello che a molti potrebbe sembrare in apparenza un “non lavoro”, una sorta di attività “invisibile”, ma che invece rappresenta forse, anzi sicuramente, il mestiere più difficile ed anche più pericoloso del mondo: quello della Casalinga».

«Lo sanno bene le oltre 7 milioni di casalinghe presenti in Italia quanto sia faticoso, ma al tempo stesso determinante per l’economia familiare, prendersi cura della casa, della famiglia, dei figli. Eppure, il mestiere più difficile del mondo è anche il meno retribuito, anzi non viene affatto retribuito: se le mamme dovessero battere cassa per tutti i lavori che svolgono all'interno delle mura domestiche dovrebbero percepire uno stipendio doppio rispetto alla media dei lavoratori italiani. Ma, come dicevamo, oltre ad essere il più difficile, quello della casalinga è un lavoro molto pericoloso con tassi di incidenza infortunistica media superiori a quelli delle lavoratrici “normali”», ha sottolineato Bettoni

Il presidente di Anmil ha poi rimarcato come «la recentissima Legge di bilancio 2019 abbia apportato importanti modifiche migliorative alla legge del 1999 che ha istituito l’“Assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico”, più comunemente detta “assicurazione delle casalinghe”, attraverso un significativo ampliamento della tutela assicurativa. È un risultato importantissimo, del quale vogliamo ringraziare pubblicamente l’Inail che si è mostrata sensibile nei confronti di una collettività che negli ultimi anni stava manifestando una crescente insoddisfazione e disaffezione nei confronti del sistema di tutela, e che contribuirà sicuramente a riavvicinare le casalinghe alla “loro assicurazione”. Un risultato, peraltro, che noi dell’Anmil sentiamo anche un po’ nostro perché nelle nuove disposizioni legislative sono state recepite quasi integralmente tutte le istanze che avevamo proposto in una delle tante battaglie a favore della tutela dei lavoratori infortunati».

L’opuscolo realizzato dall’Anmil sarà distribuito nelle scuole per sensibilizzare i giovani sul tema degli incidenti in ambito domestico. Per richiedere una copia di “Faccende pericolose” è possibile inviare una mail ad anmil@anmil.it

Vignette tratte dall'opuscolo "Faccende pericolose", realizzate da Michele Russo

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