Mondo

Per 117 milioni di persone i conflitti sono la causa diretta della fame

Il 24 maggio del 2018 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottava la risoluzione 2417 che dichiara che l'uso della fame come arma può costituire un crimine di guerra. Da allora non è stato aperto alcun procedimento giudiziario per crimini legati alla fame e l’insicurezza alimentare causata dai conflitti è in aumento. Ne abbiamo parlato in diretta sul canale Instagram di VITA con Simone Garroni, direttore di Azione Contro la Fame. L'organizzazione ha pubblicato oggi il rapporto “No matter who’s fighting, hunger always wins” e lanciato una petizione online

di Anna Spena

Il 24 maggio di cinque anni fa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite adottava all'unanimità la Risoluzione 2417, che riconosce il legame mortale tra conflitti e fame e dichiara che l'uso della fame come arma può costituire un crimine di guerra. Nonostante questa iniziativa storica, da allora non è stato aperto alcun procedimento giudiziario per crimini legati alla fame e l’insicurezza alimentare causata dai conflitti è in aumento.

«Le guerre sono la principale causa di fame nel mondo, eppure sia i conflitti che la fame sono prevenibili. Ed è questo che li rende ancor più inaccettabili», dice Simone Garroni, direttore di Azione contro la Fame, «l'allarmante recrudescenza della fame nel mondo va di pari passo con il numero e l'intensità crescenti dei conflitti armati e con la palese inosservanza del diritto umanitario internazionale da parte dei belligeranti».



Qui per rivedere la diretta sul canale Instagram di VITA

Nel mondo l'85% dei 258 milioni di persone in condizioni di insicurezza alimentare acuta, vive in un Paese in conflitto; per 117 milioni di persone i conflitti rappresentano la causa principale e diretta della fame. Un aumento di oltre il 33% in un solo anno (nel 2021 erano 193 milioni in 53 Paesi). Si tratta del picco più alto di insicurezza alimentare globale dal 2017.

Nel 2022, 376.400 persone hanno sperimentato condizioni di carestia, ovvero il livello più estremo e mortale di fame, in Afghanistan, Burkina Faso, Haiti, Nigeria, Somalia, Sud Sudan e Yemen – tutti Paesi che affrontano conflitti prolungati o gravi condizioni di insicurezza. Questi sono solo alcuni dei dati contenuti del rapporto "No matter who’s fighting, hunger always wins", pubblicato oggi dall'organizzazione che ha anche lanciato una petizione in tutti i Paesi del suo network, chiedendo ai cittadini di aderire all’appello rivolto ai leader mondiali.

Qui la petizione

"Agite con urgenza per frenare l’escalation di violenza che affama milioni di persone nel mondo 1. attuando la Risoluzione 2417 e sanzionando l’uso della fame come arma di guerra; 2. garantendo alle persone l'accesso al cibo durante i conflitti; 3. investendo nella costruzione della pace e nel proteggere i civili dall'impatto dei conflitti"

Credit foto Andrew Quilty per Azione Contro la Fame

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