Welfare
Pensioni di invalidità e Isee: l’Inps rimedia all’errore
È arrivata a stretto giro la risposta dell’Inps all’interpello della Fish dopo che gli aumenti delle pensioni di invalidità risultavano conteggiati quale reddito nel conteggio Isee. L’istituto di previdenza assicura di aver individuato e risolto il problema
di Redazione
La risposta dell’Inps all’Interpello della Fish (ne avevamo scritto qui) è stata molto rapida, rassicurando la Federazione di avere individuato e risolto la causa delle criticità che portavano a ricomprendere in Isee gli importi dovuti a titolo di maggiorazione sociale e di avere già avviato le procedure per rimediare alla situazione.
Come preannunciato dal presidente della Federazione Vincenzo Falabella, la Fish ha inviato un Interpello urgente al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nonché all’Inps e all’Agenzia delle Entrate, in riferimento a quanto denunciato in questi giorni dopo le segnalazioni provenienti da numerose famiglie di persone con disabilità, che hanno visto conteggiare quale reddito nel proprio ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) gli aumenti delle pensioni di invalidità conseguenti alla Sentenza n. 152, prodotta nel 2020 dalla Corte Costituzionale.
«Come noto – si legge tra l’altro nell’Interpello diretto al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali -, la Legge 26 maggio 2016 n. 89, emanata a seguito delle Sentenze del Consiglio di Stato, ed in particolare la 838, la 841 ed 842 del 2016, aveva introdotto un articolo che specificava come dal reddito disponibile andavano esclusi i trattamenti erogati da Amministrazioni Pubbliche in ragione di una condizione di disabilità»
Partendo dunque da questo assunto, ritenendo cioè che quegli aumenti delle pensioni di invalidità non dovevano assolutamente rientrare nel calcolo dell’Isee, la Fish si era subito attivata, chiedendo in tal senso un chiarimento in tal senso al ministero interpellato, per rimediare a una situazione che stava creando notevoli disagi a tante famiglie di persone con disabilità.
Sulla questione, ricordiamo, il presidente Falabella si era espresso da subito con chiarezza, ritenendo «inaccettabile togliere in altro modo quello che una Sentenza della Consulta ha stabilito due anni fa, di dare».
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