Famiglia

Pensioni: Corte dei Conti, “alzare tetto di 5 anni”

L'indicazione e' contenuta nell'intervento del procuratore generale della Corte dei Conti, Vincenzo Apicella, nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato per il 2002

di Paolo Manzo

Alzare l’eta’ pensionabile di almeno cinque anni e prevedere un sistema di incentivi e disincentivi per chi vuole andare in pensione prima. L’indicazione e’ contenuta nell’intervento del procuratore generale della Corte dei Conti, Vincenzo Apicella, nel giudizio sul rendiconto generale dello Stato per il 2002. ”Occorre alzare, almeno con serrata gradualita’, dato che il recente allungamento della vita media, senza disabilita’, delle persone -dice Apicella- il tetto del pensionamento di almeno cinque anni, con la sola esclusione per le attivita’ usuranti; e per i casi di invalidita’; cio’ inizialmente in forma volontaria, attraverso l’introduzione di un sistema di incentivi e di disincentivi”. E allora, aggiunge il magistrato contabile, ”occorre far presto, perche’ domani potrebbe essere troppo tardi, a danno di tutti. Insomma, per Apicella la spesa previdenziale costituisce una della partite piu’ gravose del bilancio nazionale: ”il problema non e’ stato legislativamente affrontato con una riforma di natura strutturale, che rispettasse le legittime aspettative dei lavoratori e, ad un tempo, fosse compatibile con le esigenze di bilancio e di salvezza del sistema previdenziale. I dati attuali di tale tipo di spesa sono impietosi e lo sono ancora di piu’ se comparati con quelli europei, ancorche’ pur essi non ottimali ”. E allora Apicella ricorda i dati essenziali: 1) Eta’ effettiva del pensionamento. Con il limite di 59,6 anni per gli uomini e di 59,4 per le donne l’Italia e’ al livello pou’ basso d’Europa, dopo il Belgio (57,8 e 57). 2) Eta’ del pensionamento anticipato. L’Italia con 57 anni, e’ dopo il Portogallo (55), al livello pou’ basso d’Europa. 3) Aliquota contributiva. Con il 13,80% del Pil, l’Italia e’ al livello piu’ alto dopo l’Austria (14,50%), mentre la media europea e’ al 10,40%. 4) Spesa previdenziale. Con il 13,80% del Pil, l’Italia e’ al secondo posto dopo l’Austria (14,50%), mentre a fronte di una media europea dell’11,50%. 5) Indice vecchiaia. In Italia e’ il piu’ alto del mondo: negli ultimi trent’anni, la popolazione con piu’ di 65 anni e’ aumentata dall’11,3% al 18,5%. Il magistrato contabile, allora, invita il governo a far presto: ”nei prossimi decenni, ove non si dovesse ricorrere a drastici rimedi, la situazione, gia’ora assai pesante, non potra’ che peggiorare, vulnerando ad un tempo gli interessi dei lavoratori e quelli delle future generazioni, nonche’ l’equilibrio della spesa pubblica: del che tutti, nell’interesse di tutti, debbono farsi responsabile carico”. ”La verita’ e’ che la situazione e’, oggi, ancora piu’ insostenibile di quella di ieri, in quanto il tempo inutilmente trascorso ha creato nuovi problemi e nuove controindicazioni”. E al governo Apicella da atto di aver chiesto la delega per la riforma che ”per essere risolutiva, non potra’ che essere radicale. L’iter di tale legge delega, pero’, si presenta, sino ad ora, contrastato e laborioso: cio’ rappresenta un ulteriore motivo di preoccupazione”.


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