Leggi

Pensionati: “Il caro petrolio finanzi il fondo per la non autosufficienza”

Lo chiede il segretario della Fnp-Cisl, Antonio Uda

di Benedetta Verrini

Finanziare il Fondo di solidarietà per le persone non-autosufficienti (anziani e disabili) “utilizzando il sovrappiù di quanto il fisco incamera per un automatismo perverso derivante dalle lievitazioni delle accise, conseguenti al caro-benzina e all’andamento dei corsi del petrolio sui mercati internazionali”. E’ la proposta, riportata in un comunicato stampa, che il segretario della Fnp-Cisl, Antonio Uda, ha lanciato nel corso di una manifestazione sindacale di pensionati, a Bari. “Come è noto” ha ricordato Uda, “la costituzione di un Fondo per la non-autosufficienza, finanziato dalla fiscalità generale e non con il meccanismo-tappabuchi delle cosiddette tasse di scopo, è uno dei tre cavalli di battaglia che caratterizzano la forte mobilitazione in corso dei pensionati che culminerà nelle due giornate di lotta del 20 e 29 ottobre, decise unitariamente dalle federazioni dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil (gli altri due punti della piattaforma riguardano il recupero del potere d’acquisto delle pensioni, falcidiate del 30 per cento negli ultimi 10 anni e la formulazione di un paniere Istat dei beni e servizi vitali consumati dalle famiglie anziane, da tutelare integralmente)”. Il segretario dei pensionati Fnp ha inoltre chiesto un più deciso e marcato impegno delle tre Confederazioni, a cominciare dai leader, Epifani, Pezzotta ed Angeletti. “Il passaggio della Finanziaria 2005 e il confronto a Palazzo Chigi” ha detto infatti Uda, “è decisivo non solo per le esigenze degli anziani ma anche per l’identità civile solidarista del nostro Paese: un’identità che solo il movimento sindacale può oggi difendere unitariamente con efficacia. Siamo in realtà di fronte a una svolta della qualità sociale della convivenza nazionale: o passa l’idea classista e reazionaria emblematicamente rappresentata dalle caotiche e inique revisioni delle aliquote Irpef prospettate dal Governo, oppure si deve mettere mano con coraggio alla ricostruzione di quel tessuto di inclusione e integrazione coesiva che deve proteggere anzitutto gli strati più deboli della popolazione”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA