Non profit
Pensionati autonomi assegni familiari minimi
Tra categorie pensionistiche differenti vi sono notevoli disuguaglianze, anche in presenza di figli disabili
Sono titolare di una pensione di categoria VR, quella dei coltivatori diretti, anche se ho sempre lavorato alle dipendenze fino alla pensione di anzianità. Da giovane i primi contributi li versò mio padre, contadino, anche per me. Poiché la pensione è dei coltivatori diretti, non mi è concesso l’assegno al nucleo familiare per il figlio, invalido al 100%. Ora percepisco gli assegni familiari di 19.760 lire per lui e per mia moglie, anche se l’unico reddito che ho è la pensione (…). Altri genitori con figli invalidi mi hanno detto che percepiscono somme più alte. Come mai ci sono queste differenze? Si può fare qualcosa?
Battista G. (Pisa )
Il problema esiste fin da quando è stato istituito l’assegno al nucleo familiare. Quando una pensione viene liquidata prendendo in considerazione la contribuzione da lavoro autonomo, anche in minima parte, le norme che regolano quel tipo di pensione sono quelle dei lavoratori autonomi sia per l’accesso al pensionamento sia per la classificazione della prestazione. Quel che conta è la categoria della pensione e non il fatto di aver lavorato alle dipendenze (lei dovrebbe essere VO). Nel suo caso lei percepisce il vecchio trattamento degli assegni familiari che è rimasto in essere solo per le pensioni dei lavoratori autonomi.
L’assegno al nucleo familiare che le potrebbe spettare, in presenza di pensione da lavoro dipendente, calcolando il reddito della pensione e il suo nucleo familiare potrebbe essere di 209mila lire. Anche considerando la presenza del solo coniuge (senza il figlio invalido) l’importo potrebbe essere di 70mila lire. Il dispositivo di legge vigente è sufficientemente chiaro e non si è prestato, fino ad ora, a interventi interpretativi diversi. Questa sostanziale ingiustizia può essere rimossa solo con l’intervento del legislatore.
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