Politica

Pena di morte: Sant’Egidio sulla moratoria

Necessaria e benvenuta è l’iniziativa del Governo Italiano per arrivare al più presto e nel modo migliore a una risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni capitali da presentare all’Ass

di Redazione

La pena di morte è uno strumento barbaro del passato, che aggiunge una morte a una morte già avvenuta e che non restituisce mai la vita alle vittime. Congela nell?odio le famiglie delle vittime per anni e promette una guarigione impossibile. Non è un deterrente, non abbatte il numero dei delitti, ma abbassa lo Stato al livello di chi uccide, afferma una cultura di morte al livello più alto, proprio quello dello Stato e della comunità civile, mentre vorrebbe affermare una cultura di vita. E? uno strumento di giustizia largamente e sempre imperfetto, che non riesce a nascondere la sua barbarie anche nel caso in cui non colpisca innocenti, e sono moltissimi. Nei regimi totalitari è un terribile strumento di oppressione che colpisce le opposizioni culturali, politiche, religiose, sociale ed etniche. Nei paesi democratici è macchiata da terribile discriminazione sociale, colpendo in maniera sproporzionata minoranze etniche, sociali, le fasce più marginali della popolazione.
Per questo la coscienza civile del pianeta, al momento della Costituzione del Tribunale Penale Internazionale, 50 anni dopo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell?Uomo, anche per i reati di genocidio e contro l?umanità non prevede più la pena di capitale, e per questo va incoraggiata con forza una moratoria universale delle esecuzioni capitali, primo passo verso l?abolizione. Nessuno Stato e nessuna società civile può togliere quello che non può restituire.
Necessaria e benvenuta è l?iniziativa del Governo Italiano, del Presidente del consiglio Prodi, per arrivare al più presto e nel modo migliore a una risoluzione per una moratoria universale delle esecuzioni capitali da presentare all?Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Più di metà dei paesi del mondo è da tempo passato al fronte abolizionista, ma questi numeri non sono sufficienti. Occorre una iniziativa politica e democratica di consolidamento per garantire alla Risoluzione il suo successo. Una posizione unitaria forte dell?Unione Europea è indispensabile, mentre sappiamo di leadership europee in paesi vicini come la Polonia che ri-evocano in maniera pericolosa la pena di morte. Il sostegno convinto e compatto dell?intera Unione Europea si deve accompagnare a una iniziativa capaci di associare importanti paesi del Sud e del resto del mondo come co-sponsor dell?iniziativa: dal Sudafrica al Brasile, dal Messico al Cile, dalle Filippine al Senegal, perché l?Assemblea generale possa percepirne l?universalità e non sia possibile utilizzare argomenti che puntano a dequalificare la Risoluzione come ingerenza dei ?paesi ricchi? nelle questioni interne di ?paesi poveri? o del Sud del mondo.

La Comunità di Sant?Egidio, come è noto, da anni ha promosso una campagna mondiale per una moratoria universale, che ha raggiunto in questi giorni i primi 5 milioni di firme che provengono da un fronte morale internazionale che raccoglie esponenti di tutte le culture e religioni. Con La Giornata internazionale delle Città contro la Vita-Città contro la Pena di Morte già ha collegato oltre 500 città del mondo con proposte a livello di opinione pubblica e di leadership, ed è, con Penal Reform Internationale, Amnesty International e Ensemble contre la Peine de Morte co-fondatrice della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte (WCADP), nata a Roma, a Sant?Egidio, nel 2002.

Su queste basi è possibile una grande sinergia tra le principale associazioni mondiali che lavorano per i diritti umani e l?iniziativa del Governo italiano e dell?Unione Europea.

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