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Pena di morte, in Texas sospesa esecuzione

La Corte Suprema ferma all'ultimo istante la mannaia del boia. Nel processo al presunto omicida Delma Banks troppe ombre e nessun testimone oculare

di Redazione

Delma Banks stava per essere legato al lettino nella camera della morte, quando e’ arrivata la telefonata da Washington: la Corte Suprema degli Stati Uniti ha accolto la richiesta di sospensione dell’esecuzione del 44enne afroamericano condannato dal Texas 23 anni fa per l’omicidio di un ragazzo di 16 anni. E’ cosi’ riuscito a fermare la mano del boia, almeno per il momento, l’ex direttore dell’Fbi, William Sessions, che, insieme ad altri tre ex magistrati, ha creato un’alleanza senza precedenti a sostegno del ricorso presentato dai difensori di Banks, che chiedono un nuovo processo per il loro cliente, denunciando le irregolarita’ commesse nel procedimento che ha portato alla condanna a morte. Non e’ ancora certo pero’ se i sommi giudici concederanno al riapertura del caso: finora infatti hanno solo ordinato la sospensione dell’esecuzione per avere il tempo di decidere sulla sostanza del ricorso. Nel suo ordine, la Corte Suprema stabilisce che la sospensione avra’ effetto fino alla sua decisione. Se questa sara’ negativa, ”la sospensione terminera’ automaticamente” e lo stato del Texas potra’ di nuovo fissare la data per l’esecuzione di Banks, la 300esima nella macabra contabilita’ dello stato americano che ha il triste primato delle esecuzioni. E’ comunque rilevante il fatto che la Corte Suprema abbia in ogni caso accolto la richiesta di sospensione, confermando le speranze sollevate dal fatto che ben quattro ex uomini di legge avessero chiesto ai giudici di evitare il ”fallimento della giustizia”, permettendo l’esecuzione senza ulteriori verifiche della colpevolezza di Banks. ”E’ indubbiamente raro che la Corte accetti un ricorso dell’ultimo minuto, cosi’ e’ chiaro che ci devono essere delle cose di questo caso che non convincono tutti i giudici” ha detto Jim Marcus, direttore esecutivo del Texas Defender Service, che assiste i condannati a morte. Fra le irregolarita’ citate nel ricorso e nella memoria firmata da Sessions, due ex giudici d’appello ed un ex procuratore generale, si fa riferimento all’occultamento di prove da parte dell’accusa, a pagamenti segreti di testimoni, false testimonianze, al fatto che l’imputato avesse un avvocato difensore incompetente e discriminazioni razziali nella formazione della giuria. Fu una giuria di tutti bianchi a condannare Banks, che ha sempre continuato a proclamarsi innocente anche quando gli e’ stato offerto un accordo che gli garantiva l’ergastolo in cambio di una confessione. L’accusa non ha mai trovato testimoni oculari dell’omicidio, e neanche un movente credibile.


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