Mondo

Pena di morte in Cina: le cifre segrete sulle esecuzioni

Secondo alcune fonti sarebbero addirittura 15mila le sentenze capitali eseguite ogni anno nel Paese. Lo afferma Nessuno tocchi Caino

di Gabriella Meroni

Sulla decisione cinese di perseguire con la pena di morte o l?ergastolo chi non rispetta la quarantena o diffonde deliberatamente il virus della Sars, Sergio d?Elia, Segretario di Nessuno tocchi Caino, ha dichiarato: ?La decisione delle autorità cinesi è gravissima e conferma come la pena capitale e, in generale, le politiche repressive siano in Cina e ovunque nel mondo solo espressione del fallimento di una seria politica di prevenzione. Non si riesce a prevenire i crimini e le epidemie, allora si ricorre agli argomenti e ai metodi  della deterrenza. La decisione di ricorrere alla morte per reprimere la morte causata da una malattia deve far capire alla comunità internazionale che la vera minaccia oggi in Cina non è il virus della SARS ma la dittatura, che uccidendo la libertà e la trasparenza non genera altro che morte, sia questa morte da virus o morte per mano dello stato. Da questo punto di vista, se con la SARS le autorità cinesi si stessero comportando come con la pratica della pena di morte, cioè ponendo il segreto di stato sui dati effettivi, la situazione sulla reale portata del contagio in Cina potrebbe essere ancora più preoccupante di quanto emerge dai dati ufficiali forniti dalle autorità cinesi.? Secondo i dati di Nessuno tocchi Caino relativi al 2002 sono state almeno 3138 le esecuzioni compiute in Cina nel 2002, pari ad oltre il 77% del totale mondiale. Ma i dati reali sono sicuramente più alti. Secondo documenti segreti del partito comunista diffusi alla fine del 2002, nel periodo dal 1998 al 2001, in Cina sarebbero state compiute ogni anno 15.000 esecuzioni.


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