Mondo

Pena di morte: ieri ancora due esecuzioni in Giappone

Dopo le due esecuzioni di ieri Amnesty rilancia la sua campagna

di Redazione

All?indomani delle due esecuzioni avvenute ieri nelle prigioni di Fukuoka e Nagoya, la Sezione Italiana di Amnesty International ha rilanciato la propria campagna per l?abolizione della pena di morte in Giappone. Avviata alla fine di maggio, in occasione dei Campionati mondiali di calcio e in collaborazione con la trasmissione radiofonica Zapping di Aldo Forbice, la campagna ?Cartellino rosso alla pena di morte? si rivolge direttamente al primo ministro Koizumi esortandolo a prendere quella decisione che consentirebbe finalmente al Giappone di aggiungersi al sempre più vasto numero di paesi – attualmente 111 – che hanno deciso di non ricorrere più alla pena capitale. Il 27 giugno Amnesty Italia e Zapping hanno consegnato all?Ambasciata del Giappone oltre 4000 ?cartellini rossi? di adesione alla campagna, tra cui quelli dei Comuni di Napoli ed Empoli, da anni impegnati insieme ad Amnesty International contro la pena di morte nel paese asiatico. Con l?impiccagione di Tatsuya Haruda e di Yoshiteru Hamada, le prime due di quest?anno, sono 43 le condanne a morte eseguite in Giappone nel corso dell?ultimo decennio. La pena di morte in Giappone è una drammatica realtà che si consuma nell?ombra, lontano dagli occhi del mondo e pressoché sconosciuta dai propri cittadini. I condannati a morte sono attualmente circa 110 e la metà di essi rischia l?impiccagione in qualsiasi momento in una delle sette carceri del paese dotate di patibolo. Questi condannati conosceranno la propria sorte soltanto la mattina dell?esecuzione, mentre i loro familiari e avvocati verranno informati a fatto già compiuto. I 43 condannati messi a morte avevano trascorso anni, a volte decenni, fra i gravissimi abusi fisici e psicologici dei bracci della morte. Un anno fa il Consiglio d?Europa ha esortato il Giappone (che ha lo status di osservatore presso l?organizzazione) a proclamare una moratoria sulle esecuzioni e migliorare le condizioni di detenzione nei bracci della morte, in vista della definitiva abolizione della pena capitale. In assenza di misure concrete in questo senso entro i primi mesi del 2003, il Consiglio d?Europa potrà considerare la revoca dello status di osservatore. La petizione della campagna ?Cartellino rosso alla pena di morte? è on-line all?indirizzo: clicca qui


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