Non profit

PENA DI MORTE. Campagna per abolirla in Africa

La promuove Nessuno Tocchi Caino

di Gabriella Meroni

A volte non basta abolire la pena di morte se poi non si riesce a diffondere la cultura del diritto e delle garanzie. Parte da questo principio la campagna promossa da Nessuno Tocchi Caino per l’abrogazione delle esecuzioni capitali nel continente africano. L’organizzazione guidata da Sergio d’Elia, attraverso il finanziamento della Cooperazione allo sviluppo del ministero degli Esteri e con il patrocinio del segretariato sociale della Rai, ha deciso di cominciare questa battaglia partendo dalla Repubblica democratica del Congo, dove sono stati organizzati, dal 9 al 12 giugno 2009, una conferenza nazionale per la moratoria della pena di morte e un seminario, destinato a giornalisti e operatori della comunicazione, per diffondere nel Paese l’informazione su questo tema.

Dal 2003, ha riferito d’Elia, il Congo ha sospeso le esecuzioni e una commissione governativa, ha spiegato la presidente dell’Associazione della stampa congolese Chantal Kanyimbo, è al lavoro per riformare il codice penale e abrogare le norme sulla pena di morte. Ma al lavoro legislativo, ha aggiunto d’Elia, va affiancato l’impegno per diffondere nel Paese la cultura del diritto. «L’abolizione della pena di morte -ha affermato l’esponente dei Radicali – farebbe assumere alla Repubblica democratica del Congo il ruolo di Paese-simbolo nella capacità di questo continente di sanare i suoi conflitti, approdare alla democrazia e lanciare un messaggio di tolleranza». E qui entra in gioco il fotografo Oliviero Toscani, a cui è stato affidato il compito di realizzare una campagna di informazione abolizionista e di condurre un seminario sulla comunicazione sociale destinato a 50 tra giornalisti e operatori dell’informazione. «Per noi -ha aggiunto Chantal Kanyimbo- è essenziale che l’opinione pubblica venga sensibilizzata sul tema dell’abolizione della pena di morte. C’e’ un imponente lavoro di informazione da fare».

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