Mondo
Pena di morte ai disabili, gli Usa ci ripensano
La Corte Suprema valuterà se la Costituzione americana vieti le esecuzioni di disabili mentali come punizioni ''crudeli e non usuali'
La Corte Suprema degli Stati Uniti torna a pronunciarsi sulle esecuzioni dei minorati mentali, che diversi stati americani ancora autorizzano, nonostante le critiche internazionali e nazionali.
I nove sommi giudici hanno infatti accettato di valutare se la Costituzione americana vieti le esecuzioni di queste sentenze come punizioni ”crudeli e non usuali”.
All’alta corte e’ arrivato e’ quello di Ernest McCarver, condannato della Carolina del Nord che, secondo i medici, ha lo sviluppo mentale di un bambino di 10 anni, la cui esecuzione e’ stata bloccata, il primo marzo scorso, all’ultimo minuto dai giudici locali.
Nel 1989 la Corte Suprema si era gia’ espressa sulla questione, sostenendo che la costituzione permette l’esecuzione di persone dichiarate ritardate mentali. Nel loro ricorso, i legali di McCarver sostengono che da allora ”gli standard nazionali si sono evoluti in modo da considerare una tale esecuzione una violazione” dell’ottavo emendamento che vieta punizioni crudeli e non comuni.
”La societa’ -si legge ancora nel ricorso- ha recentemente sviluppato un consenso contro questo tipo di esecuzioni”. Sono infatti 13 gli stati americani, fra quelli che hanno ripristinato la pena capitale, dove sono proibite le esecuzioni di condannati dichiarati ritardati mentali.
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