Formazione

Pena di morte agli assassini di albini

Il Paese non emetteva sentenze capitali dal 1995

di Emanuela Citterio

La Tanzania riesuma la pena di morte per combattere le stragi di albini e il traffico dei loro organi. Oggi la corte della città di Shinyanga, in Tanzania, ha condannato alla sentenza capitale quattro persone giudicate colpevoli della morte di Lyaku Willi, albino, il cui cadavere fu ritrovato senza testa e senza gambe in un villaggio vicino al Lago Vittoria.  Una decisione che ricalca quella presa da un’altra corte tanzaniana, che lo scorso settembre ha condannato a morte per impiccagione i tre assassini di un ragazzo albino di 10 anni.

Se si considera che la Tanzania non commina pene di morte dal 1995 il segnale è inequivocabile: le autorità vogliono stroncare un fenomeno che si stava diffondendo anche al vicino Burundi, e attorno al quale si è sviluppato un macabro mercato: trafficanti e sedicenti stregoni vendono parti del corpo degli albini per riti di stregoneria. Negli ultimi due anni in Tanzania sono stati uccise oltre 50 persone albine.

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