Formazione

Pedofilia: Save the Children, serve più attenzione alle vittime

Il richiamo della Ong è emerso nell’ambito della Conferenza Internazionale “Pedo-pornografia su Internet: chi sono le vittime, e quali rimedi?”

di Benedetta Verrini

Spostare l?attenzione dall?abusante a chi subisce l?abuso: ovvero i minori oggetto della pornografia su Internet. E? il richiamo di Save the Children, organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini, che oggi a Roma, nell?ambito della Conferenza Internazionale ?Pedo-pornografia su Internet: chi sono le vittime, e quali rimedi??, ha chiesto il massimo impegno a favore dei bambini e delle bambine utilizzati dalla pedo-pornografia on line. ?Nel corso degli ultimi anni il dibattito pubblico attorno alla pedo-pornografia è cresciuto esponenzialmente con un?enfasi quasi esclusiva sugli abusanti. Tuttavia la stessa attenzione non è stata data all?identificazione dei minori vittime?, spiega Roberta Cecchetti, Coordinatrice di Stop-It, il progetto di lotta alla pedo-pornografia di Save the Children Italia, che comprende un sito internet a cui è possibile inviare segnalazioni di materiale pedopornografico incontrato casualmente in rete. Nel 2003 l?Interpol disponeva di 20.000 immagini transitate su Internet di minori vittime di abuso sessuale. Sul totale, solo 177 bambini sono stati identificati. Nel 2002 erano stati 30. Nell?ambito dell?operazione Wonderland, una delle più note e pubblicizzate, a fronte di decine di arresti in dodici paesi (3 in Italia), del sequestro di 30 computer, 8 hard disk, 2600 floppy disk, 440 video VHS e centinaia di migliaia di foto di bambini, solo 16 dei 1.263 minori sottoposti ad abusi sono stati individuati. ?Confrontando i dati 2002 e 2003 dobbiamo riconoscere che il lavoro di identificazione delle vittime coordinato da Interpol ha prodotto in due anni dei risultati 6 volte migliori?, precisa Roberta Cecchetti. ?Tuttavia l?individuazione dei bambini oggetto di abusi per la produzione di materiale pedo-pornografico resta la grande sfida a cui rispondere. La questione è di vitale importanza affinché alle vittime venga dato l?aiuto terapeutico necessario per affrontare il doppio trauma costituito in primo luogo dall?aver subito un abuso, e, in secondo, dalla consapevolezza che le immagini circoleranno per un tempo indefinito tramite Internet?. Il profilo delle vittime Secondo Copine (Combating Paedophile Information Networks in Europe), un progetto dell?Università irlandese di Cork che gestisce uno dei più grandi archivi al mondo di immagini pedo-pornografiche, su 150.000 immagini e oltre 400 video, più della metà rappresenta bambine ritratte in attività sessuali esplicite e soggette a violenze sessuali. Circa il 40% delle bambine e oltre il 50% dei bambini ha un?età compresa fra 9 e 12 anni, il 10% ha un?età ancora inferiore. Nella grande maggioranza dei casi, per entrambi i sessi, i bambini rappresentati nelle immagini di violenza ed abuso sessuale sono bianchi indo-europei, mentre i bambini asiatici appaiono più facilmente in immagini dove assumono pose erotiche, più o meno esplicite. C?è una marcata assenza di bambini neri indipendentemente dal gruppo di età e non esiste ancora sufficiente conoscenza per giustificare tale dato. Nel 2001 Copine stimava in circa 2 al mese il numero di bambini che compaiono in media in rete. L?età tende sempre più a scendere. Le foto risultano spesso di produzione >, con una crescita di quelle rappresentanti bambini dell?Europa orientale. Tuttavia le più recenti tendenze mostrano un aumento anche di fotografie collegate a siti commerciali, locati in America Latina o nell?Europa dell?est. Ma in che modo vengono adescati i bambini poi oggetto di pedo-pornografia? Una delle tecniche è il grooming. Utilizzando i canali frequentati di solito dai minori (chat, forum, newsgroup), l?abusante mette in atto delle strategie psicologiche che manipolano e gradualmente inducono il bambino a stabilire con lui una relazione esclusiva. Il minore supera così ogni resistenza, si fida dell?abusante che può poi passare alla fase del contatto fisico e all?abuso sessuale. La stessa tecnica di manipolazione è utilizzata anche dopo l?abuso per ricattare la vittima ed ottenere il suo silenzio. Pedo-pornografia: cos?è La pedo-pornografia è definita dal ?Protocollo Opzionale sulla Vendita di Bambini, la Prostituzione Minorile e la Pedo-pornografia? come qualsiasi rappresentazione, con qualsiasi mezzo, di un bambino dedito ad attività sessuali esplicite, concrete o simulate o qualsiasi rappresentazione degli organi sessuali di un bambino a fini soprattutto sessuali. Le dimensioni del fenomeno Si stima che siano 250 milioni le copie di video pedo-pornografici diffuse in tutto il mondo per un valore di mercato annuo che nel 2000 si stimava essere compreso tra i 2 e i 3 miliardi di dollari. In Italia sono stati finora 423 i procedimenti per reati di pornografia infantile, 43 le persone sottoposte a detenzione o a misure alternative. In quattro anni la Polizia Postale ha monitorato 85.699 siti. 100 i siti illegali residenti in Italia, 1.683 le persone denunciate, 101 gli indagati sottoposti a provvedimenti restrittivi. Le attività di Stop-It Stop It è il progetto di Save the Children Italia nato nel 2002 che dà la possibilità, attraverso il sito Internet (www.stop-it.org), di segnalare in maniera anonima materiale pedo-pornografico presente in rete. Una volta verificate, le segnalazioni potenzialmente illegali vengono inviate alla Polizia Postale o alle hotline di Inhope (associazione internazionale di hotline), se le immagini sono relative a siti stranieri. Stop-it ha ricevuto finora 3642 segnalazioni, di cui il 34% potenzialmente illegali. Circa il 75% di esse riguarda siti web, anche se si registra un aumento di quelle relative a newsgroup. www.savethechildren.it


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