Cultura
Pedofilia, il Papa scuote il Belgio
Solidarietà ai vescovi dopo le perquisizioni e gli interrogatori
Una situazione difficile, la Chiesa del Belgio sotto pressione della magistratura per i casi di pedofilia, un clamoroso blitz nella cattedrale di Malines: l’intervento del Papa, con la solidarietà ai vescovi del Belgio, trova ampio spazio sui giornali del lunedì.
- In rassegna stampa anche:
- G 20
- FINANZA
- SANGUE
- RESPONSABILITA’ SOCIALE
“Il papa contro i giudici belgi”. Apre così il CORRIERE DELLA SERA di oggi. Questi in sintesi i fatti: Il papa, con una lettera, esprime solidarietà ai vescovi belgi definendo «deplorevoli e sorprendenti» le perquisizioni compiute dalla magistratura nella Cattedrale di Malines. «In questo triste momento – scrive Benedetto XVI in un messaggio al presidente della conferenza episcopale belga, mons. Andrè-Joseph Leonard – desidero esprimere la mia particolare vicinanza e solidarietà a Lei, caro Fratello nell’Episcopato, e a tutti i Vescovi della Chiesa in Belgio, per le sorprendenti e deplorevoli modalità con cui sono state condotte le perquisizioni nella Cattedrale di Malines e nella Sede dove era riunito l’Episcopato belga». I vescovi, sottolinea il papa, erano riuniti «in una Sessione plenaria che, tra l’altro, avrebbe dovuto trattare anche aspetti legati all’abuso di minori da parte di membri del Clero». All’interno il CORRIERE se ne occupa alle pagine 2 e 3. Il retroscena è firmato da Gian Guido Vecchi sotto il titolo “Un doppio messaggio: agli uomini di legge e a quelli di Chiesa”. Secondo il vaticanista le parole dei Pontefice infatti sono rivolte anche al di là del Belgio ad eventuali procure di altri paesi. L’analisi è invece affidata al fondatore della comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi (“Un paese smarrito e il dialogo impossibile”). Questo il passaggio clou: «C’è a dir poco un’incomprensione tra una parte dell’opinione belga (che in gran parte ha difeso l’operato dei giudici, ndr.) e la Chiesa. Indubbiamente i casi di pedofilia hanno aumentato l’incomprensione; ma molto viene dal processo profondo che travaglia il Paese…Il Belgio va progressivamente in frantumi. Non è solo un fatto etnico e linguistico, ma qualcosa di più profondo. Il trattamento alla Chiesa lo dimostra». L’altro commento a pag. 3 è appaltato al docente di diritto canonico all’università di Lovanio ed esponente del partito cristiano democratico fiammingo Rik Torfs che dice: «Oltre ogni misura, ma la Curia paga decenni di silenzi», sottolineando da una parte la crisi dei cattolici («la secolarizzazione in Belgio marcia più velocemente che in Olanda»), ma al contempo augurando «al ministro della Giustizia che l’indagine dimostri la necessità del blitz».
LA REPUBBLICA che apre sul G20 (“Deficit dimezzati nel 2013 il compromesso dei Grandi”) riserva a Benedetto XVI solo un piccolo richiamo in prima: “Belgio, interviene il Papa «Perquisizioni deplorevoli»”. I servizi alle pagine 14 e 15. comincia Marco Ansaldo: il nuovo caso fra Santa Sede e Bruxelles è scoppiato sull’onda della perquisizione durata 9 ore nella sede episcopale centrale e dell’attacco sotto forma di lettera di solidarietà. Ha scritto Benedetto XVI: sono «sorprendenti e deplorevoli le modalità con cui sono state condotte le perquisizioni… Più volte io stesso ho ribadito che tali gravi fatti (relativi alla pedofilia, ndr) vanno trattati dall’ordinamento civile e da quello canonico». L’auspicio comunque è che «la giustizia faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime». La lettera del Papa è giunta dopo una esternazione del cardinal Bertone («un fatto inaudito che non ha precedenti nemmeno nei regimi comunisti») che ha suscitato la reazione delle autorità belghe. Sulle quali riferisce, da Bruxelles, Andrea Bonanni. Si profila un braccio di ferro tra Vaticano e Belgio ma «persino la Conferenza episcopale belga, direttamente colpita dalle perquisizioni…, prende le distanza dagli anatemi del segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Le accuse contro la magistratura, qui, non sono ordinaria amministrazione come in Italia». Il guardasigilli belga difende l’operato dei suoi, sdrammatizza. È un fatto che le relazioni fra i due stati sono da tempo abbastanza movimentate. Il Belgio ad esempio ha criticato il Papa in occasione delle sue dichiarazioni contro il preservativo nel corso del viaggio in Africa del 2009.
“Il Papa contro il Belgio: «Perquisizioni deplorevoli»” titola IL GIORNALE. Benedetto XVI scrive ai vescovi e condanna l’operato della magistratura a caccia di documenti sulla pedofilia nella cattedrale di Malines. Il Governo di Bruxelles risponde al cardinal Bertone: una reazione esagerata». Andrea Tornielli riprende la cronaca, ma è Lodovico Festa che sotto al titolo “Santa Inquisizione? Esiste ancora, ma oggi è laica” commenta: «In un certo senso comune, specialmente d’impronta laica, non sempre filtrato da meditate riflessioni storie, si avverte ancora un’eco della paure suscitate nei secoli passati dalla Santa Inquisizione di Santa Madre Chiesa, tribunale ecclesiastico che non perseguitava tanto questo o quel reato quanti i peccatori, gli eretici, gli infedeli. Una Santa Inquisizione c’è ancora, ma è ormai integralmente laica. Questa nuova Santa Inquisizione laica non ha alcuna cura per le singole persone, non ha interesse a mantenere il necessario riserbo nello svolgimento dei pur indispensabili accertamenti della giustizia, il suo obiettivo è quello del clamore mediatico, del furore da suscitare attraverso questo clamore verso chi finisce nel mirino.
IL SOLE 24 ORE non tratta il caso della Chiesa belga sul cartaceo. Online invece, il portale del quotidiano economico, propone “Pedofilia: il Papa deplora le perquisizioni della polizia belga” in cui c’è la cronaca dei fatti avvenuti in Belgio. «Il papa ha espresso solidarietà ai vescovi belgi definendo “deplorevole e sorprendenti” le perquisizioni compiute dalla polizia belga nell’ambito dell’inchiesta sui casi di pedofilia tra i prelati. “In questo triste momento”, scrive nella lettera Benedetto XVI in un messaggio al presidente della conferenza episcopale belga, mons. Andrè-Joseph Leonard, “desidero esprimere la mia particolare vicinanza e solidarietà”». Tutto è successo giovedì scorso quando «una trentina tra poliziotti e investigatori, su richiesta della procura di Bruxelles, aveva passato al setaccio l’arcivescovado di Mechelen, il quartier generale della Chiesa belga, proprio mentre era in corso la riunione della Conferenza episcopale che avrebbe dovuto esaminare la vicenda dei preti pedofili. Gli agenti avevano poi perquisito la sede della commissione creata per esaminare i casi di abuso sessuale all’interno della Chiesa, così come l’abitazione del cardinale Godfried Danneels, ex primate del Belgio. Accusato di non aver proceduto a trasmettere immediatamente all’autorità giudiziaria le denunce di cui era venuto a conoscenza». Per questo alla reazione belligerante di Bertone, a caldo, è seguita, qualche giorno dopo, la lettera del Papa. «I vescovi erano riuniti “in una sessione plenaria che, tra l’altro, avrebbe dovuto trattare anche aspetti legati all’abuso di minori da parte di membri del Clero”. Più volte, ricorda ancora il pontefice, “io stesso ho ribadito che tali gravi fatti vanno trattati dall’ordinamento civile e da quello canonico, nel rispetto della reciproca specificità e autonomia”. In tal senso, prosegue la lettera firmata da Benedetto XVI, “auspico che la giustizia faccia il suo corso, a garanzia dei diritti fondamentali delle persone e delle istituzioni, nel rispetto delle vittime, nel riconoscimento senza pregiudiziali di quanti si impegnano a collaborare con essa e nel rifiuto di tutto quanto oscura i nobili compiti ad essa assegnati”».
“Il Papa: deplorevoli quelle persecuzioni”. LA STAMPA riprende in prima il servizio a pagina 8 affidato al vaticanista Galeazzi e al corrispondente dal Belgio Zatterin. Il primo getta una luce su quanto sta accadendo all’interno della gerarchia ecclesiastica in Belgio. Nel “mirino” degli inquirenti c’è l’ex arcivescovo di Bruxelles e primate Godfried Daneels «per aver occultato alcuni casi sui quali ora i giudici vogliono ricostruire i livelli di complicità» scrive Galeazzi. Il suo successore Leonard è tra gli interpreti più rigorosi del «giro di vite» ratzingeriano e delle linee-guida contro i preti pedofili, continua LA STAMPA. Spetterà a lui imbastire con il governo una nuova commissione autenticamente indipendente, sul modello di quella austriaca. L’accusa principale al “vecchio corso” di Daneels è che in dieci anni il gruppo di lavoro istituito dall’episcopato nazionale ha prodotto una risposta inadeguata all’emergenza. Intanto il governo belga difende gli inquirenti, soprattutto il titolare dell’inchiesta Wim de Troy, scrive Zatterin da Bruxelles. «Un po’ esagerata» e «basata su elementi non corretti» è apparsa la reazione vaticana al ministro della Giustizia De Clerck.
E concludiamo la rassegna con uno sguardo ai quotidiani belgi, grazie al corrispondente da Bruxelles, Joshua Massarenti.
LE SOIR (primo quotidiano francofono, di centro): il caso va in prima pagina, prendendo il sopravvento su un evento molto sentito come il 50° anniversario indipendenza Congo che si celebra 30 giugno (non si parla di altro qui). Ampio spazio a reazioni da Roma (Papa, Cardinal Bertone e Avvenire). Le Soir mette in contrasto reazioni del Vaticano con quelle della Chiesa cattolica belga, in particolare su condizioni perquisizioni: “A Bruxelles, i rappresentanti dell’arcivescovado hanno confermato che le condizioni delle perquisizioni erano “corrette” e che contrariamente alle dichiarazioni di Monsignor Bertone hanno avuto diritto a “del pollo, dei pomodori e del vino” (molta polemica su quest’ultimo fatto). Sempre Le Soir riferisce del passo indietro del ministro della Giustizia fiammingo De Clerck che, dopo aver espresso giovedì scorso la sua sorpresa nei confronti della perquisizione, ha dichiarato che la procedura “era chiaramente regolata dal Codice giudiziario”. Tuttavia, le modalità delle perquisizioni andranno analizzate. Per De Clerck, “bisogna rispettare la Chiesa e i culti, ma (se un caso è giudiziario) bisogna consentire alla Giustizia di svolgere il suo lavoro”.
Grande discussione anche attorno al futuro della Commissione voluta dalla Chiesa per raccogliere le denunce di abusi sessuali e dialogare con la Giustizia su caso pedofilia. Duro monito del Centro europeo per i bambini dispersi, Child Focus (associazione influente in Belgio su pedofilia e sparizione bambini e che a sorpresa secondo stampa belga interviene nel caso), contro modalità perquisizioni. In particolare Child Focus accusa i giudici di Malines di aver “perquisito tutti i dossier della Commissione. Ora, alcune vittime di pedofilia non volevano andare in giustizia, con le perquisizioni dei dossier temono di dover affrontare i giudici”. Commento a pagina 4 di esperto Le Soir che invita il Papa e la Chiesa a smetterla con le polemiche e “aprire i loro archivi, stabilire pubblicamente ciò che fu la legge del silenzio riconosciuta da Malines o Roma e lasciare alle commissioni d’inchieste, parlamentari o storiche, il compito di spoegare il passato”.
LA LIBRE BELGIQUE (quotidiano francofono, orientamento laico cattolico): Durissimo editoriale interno nei confronti di Cardinal Bertone, soprannominato “Gaston Lagaffe” (eroe impacciato di un celebre fumetto). Di nuovo focus e smentite delle accuse di Bertone (che denuncia condizioni perquisizioni, “nove ore senza mangiare”). Poi su telegramma Papa a Monsignor Leonard. Articolo su contrasto tra reazioni Vaticano e quelle della Chiesa locale che tenta di smorzare i toni. Ampie citazioni di Monsignor Leonard, molto rammaricato su immagine negativa che perquisizione ha dato della Chiesa belga e su modalità (vicenda cripta). Poi Leonard sottolinea che “la Chiesa del Belgio non è al di sopra delle leggi”, quindi “la giustizia ha il diritto di perquisire l’arcivescovado di Malines”.
E inoltre sui giornali di oggi:
G20
CORRIERE DELLA SERA – “I Grandi e l’aiuto alla ripresa: deficit dimezzati entro il 2013”. Scrive l’inviata a Toronto Stefania Tamburello che fin dall’incipit parla di un finto accordo: «La principale priorità «è salvaguardare e rafforzare la ripresa» , gettando «le fondamenta per una crescita forte, sostenibile ed equilibrata». Ed è «cruciale» farlo perché la ripresa «è diseguale e fragile» e l’occupazione «in molti paesi resta ancora a livelli inaccettabili». I Grandi della Terra guardano allo sviluppo ma credono anche che per raggiungere tale obiettivo le finanze pubbliche «vadano rafforzate» e i sistemi finanziari vadano resi «più forti e trasparenti». Nel comunicato finale del G20, che si è chiuso ieri a Toronto, nella cornice di due giorni di scontri fra manifestanti anti-summit e la polizia risolti con più di 500 arresti, emerge un accordo-non accordo che evita di scegliere tra le differenti esigenze dei paesi partecipanti, divisi tra seguire la via espansiva dell’economia oppure quella del rigore nei conti pubblici. E emerge la convinzione che occorra «fare di più». Federico Fubini dà conto invece di una lettera scritta a marzo dal direttore del fondo globale per la lotta all’Aids Michel Kazatchkine al premier Berlusconi in cui esprime preoccupazione perché l’Italia è rimasta la sola a non aver pagato il contributo del 2009: per quest’anno poi non dà segni di versare le somme previste. In totale il debito italiano è pari a 260 milioni di euro.
LA REPUBBLICA – Sul compromesso del G20 (ridare vigore alla fragile ripresa dimezzando i deficit nazionali entro il 2013 ma senza una linea comune) segnaliamo un’intervista a Jean Fitoussi, economista francese molto critico verso il documento finale: «l’unica speranza, se vogliamo che qualcuno pensi ancora allo sviluppo, è che l’impegno a ridurre il deficit non venga preso del tutto sul serio». Il ragionamento di Fitoussi è il seguente: c’è il rischio di una gigantesca deflazione, ovvero azzeramento della domanda e dell’occupazione. La Merkel non se ne rende conto e condiziona tutti i grandi. Qual è la ricetta? «Preciso impegno per il risveglio della domanda sia pubblica che privata. Investimenti, opere pubbliche, sostegni di qualsiasi tipo. A costo di allargare i tanto temuti disavanzi, perché il momento è drammatico e i bilanci pubblici servono a questo».
LA STAMPA – “Europa-Usa, accordo a metà” è il titolo in prima pagina. Il vertice si è concluso solo con l’impegno a dimezzare i deficit entro il 2013, scrive nel sommario LA STAMPA, all’insegna di un «compromesso fra stimoli e rigore». Da segnalare fra i commenti l’intervista all’economista Giacomo Vaciago, titolo: “Ognuno gioca per sé. Così il summit è inutile”: «Il problema è che ciascun Paese prova a chiedere agli altri di fare ciò che in realtà serve solamente a lui, senza un vantaggio comune. Ognuno domanda senza avere niente in cambio» dice l’economista. «In questo momento a Washington c’è una visione molto provinciale» continua Vaciago, «la riforma della finanza se la sono fatta a loro uso e consumo. Gli europei si sono presentati con una visione globale proponendo la tassa sulle transazioni, senza contare che a Washington basta e avanza la loro riforma». «A livello globale la riforma della finanza è in alto mare. Il G20 è fallito: a cosa serve se non discute le materie che contano?».
FINANZA
ITALIA OGGI – “Caracas chiude coi paesi offshore”. Un pezzo sul divieto stabilito dalla Sudeban, l’autorità venezuelana che regolamenta il mondo bancario e assicurativo, di eseguire transazioni finanziarie con gli operatori off shore. Si tratta, come è scritto nel pezzo, di «un vero e proprio stop nei rapporti commerciali tra le istituzioni del Venezuela e quelle basate nei paradisi fiscali». Il motivo? :«Mitigare il rischio di instabilità economica associato ai paradisi fiscali». Il divieto è retroattivo a partire dal 15 giugno.
SANGUE
IL GIORNALE – Nella pagine milanesi la notizia che “Manca il sangue, donazioni anche dai minorenni”. «I volontari negli ultimi cinque mesi sono calati ancora e Milano è costretta a chiedere aiuto alle province. Avis e Comune propongono di estendere ai 17enni la possibilità di fare donazioni. Porte aperte anche agli over 60. Manfredi Palmieri, presidente del consiglio comunale e donatore è uno dei promotori sta attendendo i dati da Avis e Asl di Milano per fare il punto delle donazioni e propone: «ai minorenni si potrebbe prelevare metà dose». Giorgio Marmiroli, vice presidente dell’associazione amici del policlinico donatori del sangue racconta che con i volontari consolidati «abbiamo già fatto incontri per sensibilizzarli alla donazione per evitare carenze nei giorni estivi».
RESPONSABILITA’ SOCIALE
IL SOLE 24 ORE – Giovanna Faggionato firma “Cresce il volontariato d’impresa” a pagina 34. «Il volontariato sta diventando merce preziosa per gli imprenditori. Crescono ancora le quotazioni del volontariato d’impresa». La conferma viene dal quarto rapporto sull’impegno sociale in Italia, realizzato da Swg per l’Osservatorio Socialis di Errepi Comunicazione. «Secondo l’indagine, su un campione di 800 aziende con più di 100 dipendenti, quelle che nel 2009 hanno utilizzato l’invito ai lavoratori a partecipare a iniziative sociali come strumento primario per la diffusione dei principi di responsabilità sociale sono il 16,7% (rispetto al 16,2% del 2007). E per il 54,3% (contro il 53,4% del 2007) degli intervistati la possibilità di coinvolgimento conta molto per determinare la validità di un progetto sociale».
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