Cultura

Pedofilia, attacco al Papa

Le accuse del New York Times. La replica del Vaticano. Resoconti e opinioni dei quotidiani

di Redazione

Il quotidiano americano accusa Ratzinger di non aver rimosso un prete colpevole di abusi su almeno 200 ragazzini. L’Osservatore Romanao: «Un evidente e ignobile tentativo di colpire il papa».

 

“Pedofilia, accuse al Papa dagli Usa”: titolo secco su LA REPUBBLICA per lo scandalo che proviene dal New York Times: riferisce a pagina 2 il corrispondente Federico Rampini. Lo scandalo sta prendendo proporzioni inaspettate con il quotidiano americano che attacca frontalmente scrivendo che Ratzinger fu «personalmente avvertito, ma che la sua preoccupazione fu di «proteggere la Chiesa invece dei bambini». Al centro dell’ultimo caso il reverendo Lawrence Murphy (morto nel 1998): dal 1950 al 1974 ha lavorato alla Saint John’s School nel Wisconsin. Una scuola per bambini sordomuti, di cui avrebbe abusato (accumulò diverse denunce in quegli anni). Murphy non venne però mai sanzionato dalla Chiesa. Solo nel 1996 e poi nel 1997 l’arcivescovo di Milwaukee tentò di espellerlo, scrivendo alla Congregazione della dottrina della fede. Alla fine solo alla seconda lettera Tarcisio Bertone, numero due di Ratzinger, diede il via libera a un processo canonico segreto. Il processo venne però bloccato dal pentimento scritto di Murphy che si rivolse direttamente a Ratzinger. L’anno dopo morì (continuando a occuparsi di parrocchie e di minori). Dal Vaticano ieri padre Lombardi ha fatto notare che la Santa sede venne informata dei fatti solo una ventina di anni dopo. L’Osservatore Romano sottolinea che ‘è un «evidente e ignobile intento di arrivare a colpire, a ogni costo, Benedetto XVI e i suoi più stretti collaboratori». Ma pare che Oltretevere si stia aprendo un “caso Bertone”. In appoggio Marco Ansaldo intervista Peter Isely, fondatore della Snap l’associazione americana delle vittime degli abusi da parte dei preti. Ieri ha distribuito davanti a San Pietro copie del dossier su Murphy, è stato fermato dalla polizia e poi rilasciato. Una azione pubblica per «ricordate a tutti il ruolo che Benedetto XVI ebbe in qualità di Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede nella copertura degli abusi compiuti da Murphy»; «Ratzinger sapeva ed è rimasto in silenzio. La Chiesa non deve fare la sua inchiesta, deve mettere le denunce nelle mani della polizia». Anche in Italia cominciano ad emergere denunce: nello scorso anno Telefono Azzurro ha raccolto 5 richieste d’aiuto da parte di ragazzini. Afferma Ernesto Caffo: «Segnaliamo tutto alle autorità ma per molto tempo in Italia la Chiesa ha scelto di trattare le questioni al proprio interno, sfuggendo alla via giudiziaria per non mettere in discussione l’intero sistema. Il commento è di Giancarlo Zizola: “Chi imponeva l’omertà”. Difende l’opera impeccabile dell’arcivescovo di Milwaukee, monsignor Weakland «una delle figure più luminose del cattolicesimo degli Stati Uniti». «Aveva tentato di tutto per far breccia nelle maglie procedurali del Vaticano… morto con parole di perdono per coloro che lo avevano ingiustamente coinvolto in accuse infamanti….» la sua storia dimostra «che la questione soggiacente alle perversioni dei singoli riguarda alcuni dei funzionamenti strutturali della Chiesa». «Quanti guardano alla Chiesa con ammirazione pari alla sincerità, sanno che essa conserva, malgrado le deviazioni di alcuni uomini e dei suoi apparati, le risorse sufficienti per scrutare con lucidità le cause istituzinoali della crisi. La “Lettera ai cattolici d’Irlanda” potrebbe essere un primo passo».

“«Silenzio sugli abusi», attacco al papa”, è il titolo di di apertura del CORRIERE DELLA SERA. L’editoriale è firmato da Pierluigi Battista “Il Trauma e il Coraggio”, nel quale Battista elogia il Papa per combattere questa battaglia «con le armi della verità e della trasparenza» sapendo che i fatti nascosti «quando sono scoperti, sono destinati a deflagrare con inaudita violenza». All’interno tre pagine di approfondimenti. Il pezzo di riferimento “L’accusa del New York Times«Ratzinger coprì prete pedofilo” propone una accurata cronaca sulla vita del reverendo Lawrence Murphy che, dal 1950 al 1974, mentre lavorava al St. John School, un istituto cattolico per bambini non udenti nel Wisconsin, abusò di almeno 200 minori. Il pezzo è corredato da foto del reverendo, dalle lettere mandate al cardinale Ratzinger che allora era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e dai racconti di Arthur Budinski e di Gary Smith che a 12 anni erano stati molestati dal reverendo. Murphy, si legge nell’articolo, mise le mani addosso a Smith almeno 50 volte. Budinski invece, fu molestato sessualmente per la prima volta nel 1960 durante una confessione. A smentire il New York Times ci pensa Monsignor Girotti. Intervistato dal CORRIERE, l’attuale reggente della Penitenziaria Apostolica che all’epoca affiancava il Cardinale Ratzinger e Bertone assicura che parlare di insabbiamento è davvero assurdo. «Non è mai, dico, mai stata la politica della Congregazione, tanto meno con il cardinale Ratzinger». Nel pezzo, “Non insabbiammo ma la sensibilità è cresciuta nel tempo“ ricorda che il Ratzinger «era inflessibile dinanzi al peccato, pur avendo un’attenzione particolare per le persone che tuttavia, nei provvedimenti,non gli impediva di essere intransigente nel perseguire ogni reato». E per il futuro? Il CORRIERE dedica mezza pagina al dibattito interno alla Cei che ha deciso di creare una task force sul tema pedofilia. In base al pezzo “Squadra anti- molestie voluta da vescovi per agire insieme»” la commissione antipedofilia della Cei sarà composta da vescovi ed esperti. Primo obiettivo:definire una linea comune.

 

Lancio in prima, servizi a pagina 8 e commento del direttore a pagina 14. E’ così che IL SOLE 24 ORE affronta lo spinoso problema che sta assediando le cariche ecclesiastiche romane: lo scandalo dei preti pedofili. Dopo le recenti accuse e polemiche in l’Irlanda, quelle in Germania, in Olanda e anche in Italia, dagli USA arriva un’ulteriore “attacco” – così lo definisce l’Osservatore romano – al Papa e ai suoi collaboratori. Carlo Marroni, dalla Città del Vaticano, ci riporta l’impressione di una Curia sotto assedio, a cui necessiterebbe il coraggio di scelte ben più forti di quelle adottate sinora per dipanare ogni dubbio. Da New York, invece, il fenomeno viene messo ai raggi x descrivendo i costi economici che la Chiesa cattolica americana ha dovuto affrontare negli ultimi 8 anni, da quando in realtà è scoppiato lo scandalo pedofilia a stelle e a strisce. Si parla di 2,6/3 miliardi di dollari risarciti alle famiglie vittime di abusi sinora. Infine il breve commento della direzione punta il dito sulla trasparenza che la Chiesa dovrebbe perseguire maggiormente, unico antidoto, si legge nel commento, per una versa comprensione di ciò che è accaduto: «Non basta più dire che un pedofilo-prete dovrà rispondere davanti ai tribunali: bisogna mandarcelo, e subito».

Per IL GIORNALE dietro alle false accuse del New York Time c’è un attacco al Papa. In copertina Andrea Tornielli scrive: «va detto subito che dai documenti emerge chiaramente che la Chiesa non insabbiò nulla, ma che fu la magistratura america, dopo aver aperto un’inchiesta , a lasciare cadere le accuse e quando la denuncia venne finalmente presentata all’ex santo Uffizio, quasi trentenni dopo i fatti, si prese sul serio. Nonostante la lontana temporale si decise di autorizzare un processo canonico che però fu sospeso perché padre Murphy, il quale viveva ritirato dal 1974, era gravemente malato. Morirà appena quattro mesi dopo, nell’agosto 1998». Tornielli conclude: «Ieri il portavoce vaticano Lombardi ha ricostruito i fatti ribadendo che le norme canoniche non hanno mai proibito la denuncia degli abusi alle autorità civili». Infine si riportano le parole dell’Osservatore romano che «attacca la tendenza prevalente nei media di trascurare i fatti e forzare le interpretazioni diffondendo un immagine della chiesa quale unica responsabile degli abusi sessuali. Immagine che è funzionale all’evidente e ignobile intento di arrivare a colpire, a ogni costo, Benedetto XVI e i suoi più stretti collaboratori». IL GIORNALE informa che parla poi di fenomeno p psicosi. «il clamore degli attacchi diretti ai massimi vertici del Vaticano, Papa incluso, sta aprendo un vaso di Pandora di sospetti, illazioni, riscoperte di vecchi casi. In Germania le segnalazioni si moltiplicano. E oggi anche il settimanale L’Espresso si tuffa nel fango pubblicando un’inchiesta sui casi italiani di minori abusati o presunti all’ombra del crocifisso».

IL MANIFESTO propone l’editoriale di Enzo Mazzi “Il Segreto di Ratzinger” sul caso pedofilia. «Questo stillicidio di scandali riguardanti la pedofilia del clero, che dilaga senza sosta e coinvolge con un crescendo impressionante gli stessi massimi vertici vaticani, è esiziale per la Chiesa tutta. È di ieri la notizia rivelata dal New York Times che lo stesso Benedetto XVI quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e il cardinal Bertone, occultarono gli abusi di un prete americano, il reverendo Lawrence C. Murphy, sospettato di aver violentato circa 200 bambini sordi di una scuola del Wisconsin». Secondo il Manifesto il nodo della questione è «una lettera “Epistola de delictis gravioribus” inviata il 18 maggio 2001 a tutti i vescovi della terra con cui il cardinal Ratzinger blindava gli abusi sessuali del clero imponendo il “secretum pontificium”» questo vincolo speciale determina «che è assolutamente escluso che un argomento sottoposto a segreto pontificio possa essere portato a conoscenza di “estranei” cioè, per esempio, di polizia, carabinieri e magistrati o degli stessi genitori delle dei casi di pedofilia del clero». Il giornalista a questo punto sottolinea che anche se «la lettera di Benedetto XVI alla Chiesa irlandese invita a denunciare i casi di pedofilia, non dice una parola su questa secretazione. Non ne parla perchè dovrebbe ammettere di essere lui stesso corresponsabile della copertura degli abusi». Dopodichè Mazzi, dopo aver citato le reazioni della stampa filo clericale, cala il carico più pesante. «Che si dica tutto Le vittime lo stanno chiedendo con forza. Non si può aspettare. E la luce piena senza se e senza ma è solo il primo passo. Perchè la trasparenza metterà in evidenza le gravi distorsioni del sistema-chiesa, le quali sono all’origine degli stessi scandali della pedofilia e non solo di quelli. E diciamo la parola indicibile: c’è bisogno finalmente di democrazia nella Chiesa cattolica. Chiamiamola pure con altri nomi di sapore ecclesiastico come “sinodalità“ o “conciliarità“. In sostanza c’è bisogno di attuare nella pratica la “rivoluzione copernicana“ che il Concilio indicò come principio: non più al centro la gerarchia ma il “Popolo di Dio”».

Sulle accuse a Ratzinger di aver coperto il prete pedofilo a Milwaukee, AVVENIRE ribalta la versione che sta circolando sui media, andando a rileggere i documenti citati dal New York Times. La sintesi è già nel titolo: “Pedofilia, verità capovolta”. Scrive Marina Corradi nell’editoriale: «chi legge o documenti pubblicati dal NYT scopre che in realtà solo i vertici della Chiesa americana insistettero a indagare sui fatti, che erano stati archiviati dalla giustizia civile». Secondo la ricostruzione di AVVENIRE i fatti – accaduti tra il 1950 e il 1974 – arrivarono a conoscenza della Congregazione per la dottrina della fede (e quindi di Ratzinger) solo nel 1996, contestualmente all’apertura del procedimento penale, quando l’indagine in diocesi è già partita da un anno. Nel 1998 padre Murphy – che vive ritirato da 24 anni – scrisse a Ratzinger per chiedere l’interruzione del processo, ma Bertone rispose che si procedesse secondo le misure previste dal canone 1341, cioè «per ottenere il ristabilimento della giustizia». Padre Murphy morì 4 mesi dopo. «Chi è l’insabbiatore dunque?», si chiede la Corradi. E parla di un «piegare i fatti con forza a una tesi precostituita e a uno scopo ben preciso: attaccare la Chiesa», di «strana, livida voglia di fango», di «voglia di lapidazione in certi titoli».

LA STAMPA sceglie un titolo di spalla, sempre in prima: “Preti pedofili Dagli Usa attacco al Papa”. Tre pagine all’interno per riferire dell’articolo del New York Times e delle reazioni del Vaticano. Da segnalare l’intervista a Gerald Fogarty, teologo dell’Università della Virginia. “Di fronte ai sospetti aprire gli archivi” è il titolo. L’articolo del quotidiano, dice, «dimostra che in America nessun leader politico o religioso può considerarsi al di sopra del diritto di cronaca….». Ora occorre reagire «aprendo gli archivi, rendendo pubblici i documenti, ammettendo le responsabilità dove e se ci sono, senza alcun tipo di esitazione. Ciò che più nuoce alla Chiesa è il fatto di essere circondata dal sospetto che le gerarchie hanno sempre saputo e taciuto». Giacomo Galeazzi invece sottolinea che Benedetto XVI ha ereditato una scelta da Paolo Giovanni II, e cioè la via della prevenzione come strumento per combattere questi episodi il titolo del pezzo è illuminante: “La via della prevenzione Così fallì il Papa polacco”. Il commento è affidato a Gian Enrico Rusconi: “La strada sbagliata del diritto canonico”. «Povera Chiesa… Si sente colpevolizzata per aver cercato di arginare in silenzio il male commesso da alcuni suoi rappresentanti, per aver tentato di contenerne gli effetti nefasti. Per aver tentato di isolare i responsabili senza infierire su di essi. In breve, si sente vittima di un inatteso rigurgito antireligioso… A una malriposta, anche se soggettivamente benintenzionata disponibilità a non interferire… corrisponde (però) un atteggiamento assolutamente inadeguato verso la sessualità come tale»

 

E inoltre sui giornali di oggi:

ISRAELE
AVVENIRE-Netanyahu annuncia la costruzione di un muro sulla frontiera meridionale, per fermare gli immigrati sudanesi ed eritrei che arrivano dal deserto del Sinai. Il governo ha approvato il progetto il 14 marzo, stanziando 270 milioni di euro in quattro anni, per fare un muro lungo 240 km. «Dovremo circondarci di muri, perché Israele è l’unico paese del primo mondo a poter essere raggiunto a piedi dal terzo mondo», ha spiegato Netanyahu. «Se non lo faremo, saremo invasi da centinaia di migliaia di immigrati illegali».

 

SANTORO
AVVENIRE – «Triviale show di Luttazzi», così AVVENIRE commenta la serata bolognese di Santoro, con 6mila persone al Paladozza, dove l’aria non era mesta ma «trionfale». Santoro con la sua lettera per AVVENIRE ha «tirato la giacca» a Napolitano.

 

WEB
IL SOLE 24 ORE
– Lunga intervista di Gianni Riotta, direttore de Il Sole al cardinale Carlo Maria Martini. E sorpresa: si discute di internet, Google, Facebook. Sono diversi i temi che in questo modo si affrontano, la libertà di scelta, i rischi educativi, il senso delle nuove tecnologie nel contesto attuale. E se ne ricava l’immagine di un uomo curioso, non lontano sa quel mondo che milioni di esseri umani continuano a chiamare, semplicemente, Web. Altra intervista in tema web, a Stefano Maruzzi, ad Google Italia. L’azienda di Mountain View ha appena ricevuto una condanna in primo grado per violazione della privacy (caso Vividown), ma non solo: antitrust nazionali e internazionali hanno istruito indagini su presunti comportamenti commerciali non legittimi del gigante del Web. Il numero uno di Google Italia risponde (e non risponde) in merito ai prossimi mesi di Google.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.