Famiglia

Pediatri: serve offerta omogenea in tutta Italia

Il presidente della federazione dei medici pediatri commenta i dati Istat sugli asili nido

di Redazione

«L’individuazione dell’asilo nido per il bambino da parte dei genitori deve essere frutto di una scelta responsabile, ovvero compiuta non sulla base del fattore tempo/ore, ma sulla qualità/metodo dei servizi offerti funzionali a garantire compiutamente percorsi di crescita, socializzazione e apprendimento. Un’offerta di asili nido disomogenea sul territorio nazionale crea diseguaglianze che sono i bambini e le famiglie a pagare». Così Giuseppe Mele presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) a commento dei dati resi noti oggi dall’Istat sui servizi socio-educativi per la prima infanzia.

«È inammissibile che ci sia un’Italia a due velocità sul fronte dell’offerta dei servizi per l’infanzia. La forbice tra Nord e Sud del Paese – prosegue Mele – è troppo larga anche in questo campo. Meritano attenta riflessione i dati certificati oggi dall’Istat in base ai quali i bambini che usufruiscono di asili nido comunali o finanziati dai Comuni variano dal 3,4% al Sud al 16,4% al Nord-Est, mentre la percentuale di Comuni che offrono il servizio di asilo nido varia dal 21,2% al Sud al 77,3% al Nord- Est».  

Ma al di là del dato numerico bisogna tener nel giusto conto anche, e soprattutto, il profilo della qualità dei servizi offerti sul territorio. «Gli asili nido – continua il Presidente della Fimp – non devono essere un posto dove ‘parcheggiare’ i bimbi, ma un luogo dove viene svolta un’attività utile e funzionale allo sviluppo psicofisico del bambino. Solo così gli asili in cui i bambini trascorrono una parte importante della loro giornata diventano momenti di aggregazione dove si compiono importanti processi di crescita».


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