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Pediatri: “Il governo cambi il decreto sul benzo(a)pirene”

A rischio la salute di migliaia di bambini per un decreto che deroga di due anni il risanamento delle aree più a rischio, come Taranto

di Benedetta Verrini

 

L’Associazione Culturale Pediatri (ACP), insieme alla Società Italiana di Pediatria (SIP) e alla Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), firma un Appello al Governo italiano perché venga rivisto – con la massima urgenza – il provvedimento sulla qualità dell’aria, approvato il 13 agosto e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 settembre scorso.
Con il Decreto di Legge n. 155 del 13/8/2010, il Governo posticipa al 31 dicembre 2012 il divieto di superamento del livello di 1 nanogrammo a metro cubo per il benzo(a)pirene. Tale divieto era in vigore da 1/1/1999, per le aree urbane sopra 150 mila abitanti.
 
“Stupisce molto aver appreso dell’emanazione da parte del Governo Italiano di questo Decreto legislativo”, scrivono al Consiglio dei Ministri, i rappresentati delle società scientifiche e associazioni alleate per tutela del diritto alla salute dei bambini: Paolo Siani, presidente dell’ACP, Alberto Ugazio, presidente della SIP, e Giuseppe Mele, presidente della FIMP. “Tale Decreto Legislativo di fatto mantiene ancora per 2 anni i cittadini italiani al rischio di esposizione a livelli elevati di questo pericolosissimo inquinante, svincolando le aziende inquinanti dall’obbligo di abbattere le emissioni in eccesso. In particolare, mantiene in questa inaccettabile situazione di rischio i cittadini e i bambini di Taranto, città in cui l’acciaieria più grande d’Europa, l’ILVA, immetterebbe, secondo i calcoli dell’ARPA Puglia, il 98% del benzo(a)pirene presente nel quartiere più vicino.”
 
In realtà, la Direttiva europea stabilisce che “se sussiste il rischio che i livelli degli inquinanti superino le soglie di allarme indicate, gli Stati membri provvedono a elaborare piani d’azione contenenti indicazioni sui provvedimenti da adottare nel breve termine per ridurre il rischio o la durata del superamento”. Ma in Italia, con il Decreto di Legge n. 155, il breve termine viene protratto di ben 2 anni e mezzo.
 
“Desta preoccupazione inoltre osservare che, ai sensi del Decreto di Legge n. 155, l’obiettivo di qualità di 1 nanogrammo al metro cubo, anche dopo la data indicata, dovrà essere osservato purché ciò non comporti costi sproporzionati. È compito della comunità scientifica porre all’attenzione del Governo i costi umani dovuti all’esposizione al benzo(a)pirene che è un agente cangerogeno genotossico. Ci preme inoltre ricordare che la letteratura scientifica dimostra che l’esposizione in gravidanza ad elevati livelli di benzo(a)pirene comporta il rischio di ridurre il Quoziente Intellettivo del neonato, aumenta il rischio di malattie respiratorie del bambino e, poiché il feto può essere fino a 10 volte più suscettibile al danno del DNA, tramite l’esposizione prenatale incrementa di molto il rischio cancerogeno”.
 
I bambini di Taranto, e come loro tanti altri, hanno bisogno di “difensori”.

 

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