Famiglia

Peccati d’Europa Accusa per accusa

Appalti truccati,società fantasma, fatture false,superstipendi a mogli, nuore e "amici degli amici" del commissario Edith Cresson.

di Carlotta Jesi

«È proprio l?ultima cena, ed è proprio di Leonardo». L?ultima battuta da Commissario europeo di Mario Monti, sfoderata domenica 14 marzo davanti al piatto freddo a base di pollo lesso e storione che ha accompagnato le dimissioni dell?intera Commissione di Bruxelles, chiarisce senza mezzi termini la vera causa della caduta del governo europeo. Il programma di formazione professionale ?Leonardo da Vinci?.
Lanciato nel 1994 per promuovere la formazione e qualificazione professionale di giovani studenti, laureati, responsabili delle risorse umane e disoccupati europei, ?Leonardo? è, infatti, l?unica vera colpa imputata a Edith Cresson. Che come Commissario per gli Affari scientifici, del programma ?Leonardo? e dei suoi 960 milioni di euro (circa 1. 820 miliardi di lire italiane) stanziati per il quinquennio 1995/1999, era direttamente responsabile. E oggi paga con le dimissioni, purtroppo non solo le sue, una gestione costellata di irregolarità. Inganni, bugie e frodi che secondo il Comitato di esperti indipendenti incaricato di fare luce sui ?peccati? della Commissione: «rappresentano una dimostrazione delle debolezze dei canali di informazione e dei meccanismi di controllo fino ai massimi livelli del governo dell?Unione». Inganni, bugie e frodi su cui pochi hanno guadagnato e moltissimi, tutti i contribuenti europei e soprattutto i giovani a cui il programma era destinato, hanno rischiato di perdere. Le irregolarità cominciano ancora prima che il programma abbia inizio.
In principio fu l?Agenor. È il 1994 e poiché nella Direzione istruzione, formazione e gioventù (DgXXII) che si occupa di ?Leonardo? manca personale, la Commissione decide di affidare l?attuazione del programma a un ?Ufficio di assistenza tecnica? selezionato con un bando di gara pubblico. A vincere è Agenor Sa. Una società francese, come la Cresson, che la Commissione sceglie nonostante alcuni controlli sul programma ?Force?, sempre gestito da Agenor, avessero in precedenza rivelato doppie iscrizioni in bilancio. Inoltre, pur avendo azionisti di diversi Stati membri, come la Confindustria, fin dai tempi della gara Agenor era controllata da Cesi. Un?associazione formata dagli organismi di imprenditori francesi, Renault, Ibm, Banque Scalbert Dupont e altre imprese, con cui la DgXXII aveva già lavorato constatando una serie di carenze nella gestione e nel controllo finanziario. ?Segnali d?allarme? che non preoccupano la Cresson, anzi. Agenor ottiene un bel contratto quinquennale rinnovabile annualmente. E dal 1 luglio 1995 inizia a frodare la Commissione. Con assegni truccati, esperti inseriti a bilancio dei cui servizi non esiste traccia, trasferte a casa vendute come viaggi di lavoro e favoritismi come quelli che seguono.
Appalti truccati. Tutti quelli per la stampa venivano vinti dalla società Forma in Quattro. Le sue offerte, presentate sempre per ultime, erano guarda caso le più basse. Riesce a vincere perfino l?unica volta che ad Agenor arriva un?offerta più bassa della sua. E questo nonostante non fosse mai in grado di realizzare il lavoro e, con soli tre dipendenti, subappaltasse i lavori della Commissione. Ma nelle casse della società arrivavano puntuali ogni anno almeno 600 milioni di lire.
Favoritismi e stipendi astronomici. La moglie del direttore, senza titolo di studio adeguato e conoscenza di almeno un?altra lingua europea, viene inizialmente assunta come assistente presso l?ufficio del direttore con uno stipendio di 4 milioni al mese. Nel marzo del 1998, in seguito al licenziamento del capo dell?amministrazione (che si intestava assegni di 5 milioni extra stipendio), diventa capo del personale e il suo salario sale a 18 milioni. Ma la cosa non finisce qui: a sostituirla, dopo un po? di tempo, è la futura nuora. Con stipendio maggiorato del 50%. A un professore della Exter University, che doveva contribuire a ?Leonardo? con il suo know how, Agenor fissa invece un onorario giornaliero di 2.677 euro (circa 5 milioni di lire) siglando con la suddetta università un contratto valido per tre anni. Ma dei contributi scientifici del professore non c?è traccia, e neppure di una sua autorizzazione da parte della Commissione.
Fatture fraudolente. La prima ammonta a 24 mila euro (circa 50 milioni di lire), è datata 1° maggio 1997, è stata pagata il 16 settembre 1997 e fa riferimento a un servizio di consulenza eseguito da dipendenti della ?Etudes et Formation? tra marzo e maggio 1997. Ma per questo lavoro di completamento di un compendio già esistente non sono stati presentati un contratto, giustificativi e neppure un accordo formale della Commissione. Un?altra, pari a 8 mila euro (circa 15 milioni di lire), riguarda uno studio che sarebbe stato effettuato dall?organizzazione ?Cendis-Ris?. Ma un attento esame rivela che lo studio era stato effettuato da tre persone che, sempre attraverso ?Etudes et Formation?, avevano con Agenor un contratto di consulenza mai approvato dalla Commissione. Insomma, trucchi e malversazioni di cui la DgXXII era a conoscenza fino dall?autunno del ?97, ma venute a galla solo dopo l?approvazione della seconda fase del progetto, ?Leonardo 2?. Quando Paul Van Buitenen, dell?ufficio di controllo finanziario, denunciò gli insabbiamenti e la lunga mano del Commissario Cresson sul programma ?Leonardo?.

La lista nera

1. Appalti e gare truccati
2. Frodi da parte del capo dell?amministrazione
3. Esperti fantasma a carico della Commissione
4. Stipendi gonfiati e aumenti salariali illegali e arbitrari
5. Favoritismi nelle assunzioni
6. Fatture fraudolente
7. Consulenze senza contratti né ricevute di pagamento
L?intero dossier Leonardo è consultabile su Internet all?indirizzo:
www.europarl.eu.int/ experts/it/5.htm

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.