Non profit

Pazienti,ospedali e comitati etici

Il Comitato etico é una struttura indipendente che garantisce la tutela dei diritti (di Gian Maria Comolli) .

di Redazione

Ho sentito parlare dei Comitati etici che devono essere presenti negli ospedali. Quali sono i loro compiti? Non rischiano di essere un doppione di altre strutture come il Tribunale del malato o le associazioni di difesa degli utenti? V. B. (email) Il Comitato etico è una struttura indipendente, costituita da medici e membri non medici con la responsabilità di garantire la tutela dei diritti, la sicurezza e il benessere dei soggetti coinvolti in uno studio clinico e di fornire pubblica garanzia di tale protezione” (G. U., 18 agosto 1997, n. 162). La definizione normativa mostra la funzione del Comitato etico ospedaliero, oggi obbligatorio in tutte le aziende sanitarie. Per comprendere questa istituzione è opportuno rilevare i valori che la sorreggono e più in generale quali compiti attribuire alle norme etiche e di conseguenza a quest?organo. La prima funzione è di controllo, infatti al Comitato etico sono presentati i protocolli per le sperimentazioni cliniche. Ogni progetto di ricerca deve essere preceduto da un?attenta valutazione dei rischi prevedibili e dei vantaggi che possono derivare al paziente e in ogni decisione deve sempre prevalere l?interesse del soggetto. Immaginare che le funzioni del Comitato si riducano a mero controllo è riduttivo perché rischierebbe di ridursi a un tribunale dei diritti del malato o a un ufficio di consulenza dei diritti dei medici nei confronti di eventuali azioni giudiziarie dei pazienti. La seconda è di propulsione, cioè di guida e accompagnamento delle attività ospedaliere. La terza funzione è formativa. Il Comitato etico dovrebbe impegnarsi, in sinergia con gli altri organi dell?ospedale, a far sì che gli operatori sanitari abbiano la possibilità di accrescere le proprie competenze sulle evidenze etiche e sulla loro applicazione. Guai se l?etica restasse un interesse perseguito unicamente dai membri del Comitato: ogni atto ospedaliero è intriso di conseguenze etiche e bioetiche. Nel Comitato troviamo alcune competenze previste dalla normativa: due clinici, un biostatico, un farmacologo, un farmacista, il direttore sanitario, esperti di materia giuridica, bioetica, infermieristica e di medicina generale territoriale oltre il rappresentante del volontariato o dell?associazionismo di tutela dei pazienti. Il volontariato partecipa a pieno titolo ai lavori del Comitato etico e nel dibattito pluridisciplinare due sono i compiti essenziali: la tutela del benessere integrale del paziente e dei suoi valori nei confronti di un esagerato e a volte spregiudicato tecnicismo o di ricerche cliniche proposte magari con libertà e superficialità non perché al medico non stia a cuore la salute del paziente, ma perché questi è portato a volte a una valutazione più tecnica che umanistica. Il secondo compito è la salvaguardia nella scelta di aderire alla sperimentazione mediante un controllo approfondito dei moduli di Informazione al paziente e di Consenso informato che devono essere espressi in modo semplice e chiaro per colmare l?inevitabile differenza di conoscenze tra medico e paziente, senza alcuna omissione nell?evidenziare eventuali rischi. Gian Maria Comolli (Presidente Comitato etico Azienda ospedaliera Melegnano)

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