Non profit
Paypal sbarca in Italia: una nuova strada per il non profit?
Con 56 milioni di clienti in 45 paesi sbarca in Italia PayPal: un sistema di micorpagamente che potrebbe rivelarsi utile per il non profit, nel caso di donazioni online
di Giulio Leben
Arriva anche nel nostro paese il sistema più diffuso per i pagamenti online. Si tratta di PayPal (Gruppo Ebay), divenuto ormai da tempo lo standard di fatto per fare eCommerce, cioè comprare e vendere online.
Fondato nel 1998, il sistema di pagamento è di proprietà dal 2002 di eBay, che ne è stato nel tempo il maggiore beneficiario. Grazie a questa forma di micropagamento online, eBay ha potuto creare e far crescere il suo ecosistema di partecipanti alle aste.
Ma non solo, per l’arrivo di PayPal in Italia potrebbe essere di particollare importanza per il mondo del non profit; potrebbe cioè diventare uno strumento oltremodo utile nel momento in cui un’organizzazione ha intenzione di effettuare donazioni online. Come? E’ necessario anzitutto aprire un conto su PayPal Italia. Successivamente apporre sul proprio sito un bottone, seguendo le indicazioni tecniche di PayPal. Da quel momento in poi, chiunque desiderà donare in favore dell’associazione dovra’ semplicemente cliccare sul bottone, che lo condurrà su una pagina di PayPal. A quel punto, il donatore avra’ due possibilità: nel caso in cui fosse già un cliente PayPal può semplicemente richiamare il proprio conto ed effettuare il bonifico; in alternativa, potrà procedere alla donazione utilizzando la propria carta di credito.
Qual e’ la differenza con un banca qualsiasi? Semplice, non c’e’ piu’ bisogno di avere una piattaforma per le transazioni online sul proprio sito (e attendere i tempi paleolitici delle banche e di sistema interbancario per il rilascio dei vari codici e delle chiavi di produzione). A quello ci pensa PayPal.
Cos’altro aggiungere? Il servizio è appena sbarcato in Italia. Alcune funzioni sono ancora in via di definizioni, ma è certo che il ritardo del sistema bancario italiano (salvo qualche rara eccezione) anche questa volta sembra dimostrare una particolare e ridottissima propensione all’innovazione, bypassato dal colosso statunitense che, anche sul mercato italiano, ha intenzione di farla da padrone nell’ecommerce.
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