Unione Europea
Patto asilo e immigrazione: un accordo che normalizza la violazione dei diritti
«L’accordo raggiunto è storicamente negativo», spiega Willy Bergogné, direttore di Save the Children Europe. «È evidente che per la maggior parte dei legislatori la priorità era chiudere le frontiere e non proteggere le persone. Comprese le famiglie e i bambini che fuggono dalla violenza, dai conflitti, dalla fame e dalla morte mentre cercano protezione in Europa»
di Redazione
«L’accordo raggiunto oggi tra il Parlamento europeo e i governi nazionali in Europa sulla riforma del sistema europeo di migrazione e asilo porterà a palesi violazioni dei diritti dei minori, mettendoli in pericolo e porterà a ulteriori separazioni delle famiglie», afferma Save the Children.
L’accordo – noto come Patto europeo Asilo e Migrazione– porterà anche a sistematizzare la detenzione di minori di tutte le età ai confini dell’Unione europea e minerà il loro equo accesso all’asilo in tutto il continente.
«I leader europei coinvolti in questi negoziati sostengono che il nuovo Patto è un accordo storico sulla politica migratoria dell’Ue, che stabilirà procedure di frontiera chiare, eque e più rapide. Questo risultato è ritenuto fondamentale per ridurre l’afflusso di richiedenti asilo verso l’Europa. In effetti, l’accordo raggiunto oggi è storicamente negativo. È evidente che per la maggior parte dei legislatori la priorità era chiudere le frontiere e non proteggere le persone, comprese le famiglie e i bambini che fuggono dalla violenza, dai conflitti, dalla fame e dalla morte mentre cercano protezione in Europa», dichiara Willy Bergogné, direttore di Save the Children Europe.
Secondo Save the Children, la riforma rappresentava un’opportunità per fornire soluzioni efficaci a migliaia di minori e famiglie che finiscono in strutture inadeguate e spesso sovraffollate alle frontiere, senza un adeguato accesso a diritti e assistenza, uno scenario fin troppo comune sulle coste italiane, isole greche o spagnole e nei Paesi lungo la rotta dei Balcani, dove i minori sono vittime di violenze indicibili perpetrate da trafficanti e guardie di frontiera ai confini esterni dell’Ue.
Poteva essere anche un’occasione per riaffermare il ruolo dell’Ue come paladina dei diritti dell’infanzia. Se invece questa riforma dovesse ottenere la validazione finale della maggioranza del Parlamento europeo e degli Stati membri nella primavera del 2024, la detenzione sistematica delle famiglie con bambini diventerà la norma. I minori non saranno più sicuri, soprattutto quelli che viaggiano non accompagnati, per i quali nel nuovo Patto viene scartata l’importanza di ricongiungersi con le loro famiglie, compresi i fratelli e le sorelle.
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La ricollocazione obbligatoria e il principio di solidarietà effettiva nella condivisione della responsabilità dell’accoglienza delle persone che richiedono protezione in Europa sono stati respinti dagli Stati membri dell’Ue. Invece, la riforma aprirebbe la possibilità di costruire più recinzioni e muri, mantenendo le persone bloccate ai confini dell’Ue, sottoposte a trattamenti disumani e a violenze. Invece di affrontare questi elementi critici, il Patto rischia di legittimare le attuali violazioni e di perpetuare un ciclo di maltrattamenti nei confronti di coloro che cercano protezione. Inoltre, i minori non saranno esentati dalla valutazione accelerata delle loro esigenze di protezione alle frontiere. Di conseguenza, molti di loro rischieranno di non ottenere l’asilo o altre forme di protezione basate sulla loro storia personale e sui loro bisogni, né potranno accedere all’istruzione, alla sanità, all’alloggio o al supporto psicosociale come qualsiasi altro minore in Europa.
«Continueremo a difendere i diritti di tutti i bambini e le bambine e ad assistere i minori migranti in Europa e alle frontiere. Un minore è un minore, non importa da dove venga. Ogni bambino merita una possibilità di essere al sicuro, protetto, di avere speranze e sogni per un futuro migliore in Europa lontano da casa», aggiunge Willy Bergognè.
AP Photo/Pavel Golovkin
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