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Patologie da gioco d’azzardo: le Regioni a metà del guado
Un'inchiesta, pubblicata sull'ultimo numero del mensile "Gioconews" diretto da Alessio Crisantemi fotografa lo stato dell'arte sulla cura e la prevenzione del Gap, il gioco d'azzardo patologico, al centro delle preoccupazioni di tanti amministratori. Cosa stanno facendo e come si stanno muovendo le Regioni no slot?
di Marco Dotti
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Dalla Liguria all'Abruzzo sono già tredici le Regioni italiane che si sono dotate di una normativa No slot. Tredici sono anche gli Osservatori Regionali sul gioco previsti dalle leggi, i piani sanitari, innumerevoli invece sono le iniziative di sensibilizzazione e prevenzione. Eppure, molto di quanto previsto stenta a decollare pienamente.
Pesa il mancato inserimento nei Lea (i livelli essenziali di assistenza)* della patologia da gioco d'azzardo e pesa il crollo delle aspettative su un Osservatorio Nazionale, che possa in forma davvero terza, indipendente e autonoma fotografare "in vivo" un fenomeno che sappiamo in crescita ma non sappiamo quantificare.
La rivista mensile GiocoNews, diretta da Alessio Crisantemi, dedica un'utilissima inchiesta proprio a queste situazioni ancora a metà del guado.
Dall'inchiesta, realizzata da Sara Michelucci, Francesca Mancosu e Anna Maria Rengo emergono dati interessanti. Ci sarebbe maretta, ad esempio, in Campania, Puglia e Basilicata, dove – leggiamo – "dopo l'appovazione delle norme sul Gap [Gioco d'azzardo patologico, ndr] non si è fatto praticamente più nulla pur avendo fissato la dotazione finanziaria per il loro funzionamento".
Il problema, almeno in casi come questo, non sono quindi i tanto reclamati e desiderati soldi, ma ben altre questioni. A bloccare tutto – cosa che accade anche in Umbria – sarebbero infatti i famosi – o famigerati, oramai – "decreti attuativi". Ossia quei decreti che oramai la fanno da padroni nell'Amministrazione e senza i quali, anche la legge migliore – proprio per la modalità con cui le leggi vengono oramai scritte – rimarrebbe inapplicata.
Altre amministrazioni hanno scelto la strada dei piani sanitari e sono riuscite a superare l'impasse tecnico-burocratica. Proprio su questo fronte, di quasi-eccellenza verrebbe da dire, dal documentato servizio di Francesca Mancosu apprendiamo che:
- Friuli. La legge approvata nel febbraio 2014 ha disposto la creazione di un tavolo tecnico regionale, presso l’Osservatorio regionale sulle dipendenze, per il monitoraggio del territorio e la predisposizione di interventi e per il 2015 sono in programma la formazione degli operatori del sistema sanitario regionale e la realizzazione di progettualità finalizzate a prevenire e ridurre l’incidenza del Gap, grazie ad una sinergia fra Asl e terzo settore.
- Lombardia. Dopo l'approvazione di uno specifico "Programma per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico" in attuazione della legge regionale a marzo ha pubblicato un bando che stanzia 3 milioni di euro per i Comuni e le associazioni che presentano progetti sul Gap.
- Emilia Romagna. Le varie amministrazioni comunali stanno aderendo al "Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio di dipendenza dal gioco patologico 2014-2016'" che comprende l'apposizione di una vetrofania con il marchio ‘Slot Free Er’ per gli esercizi commerciali 'virtuosi' e l'attivazione in ogni azienda Usl di un punto sperimentale di accoglienza e valutazione delle persone con problemi di gioco patologico, in rete con associazioni del terzo settore.
- Liguria. Grazie a due leggi specifiche, dal 2011 la Liguria ha sviluppato una serie di attività specifiche, come riferisce il settore Prevenzione del Dipartimento Salute e Servizi sociali della Regione. Alla luce dell’introduzione del Gap nei Lea – leggiamo su Gioconews – nelle prossime settimane sarà istituito un tavolo tecnico regionale ad hoc di cui faranno parte, oltre ai referenti istituzionali, gli operatori dei SerT e del privato sociale accreditato".
- Toscana. La modifica apportata lo scorso dicembre alla legge regionale del 2013 sono stati avviati alcuni tavoli per l'attuazione concreta degli interventi previsti "ma è probabile che si decida di svilupparli con la nuova giunta, dato che tra circa due mesi si vota", dichiara la segreteria dell'assessorato alla Salute. Nel frattempo – leggiamo sul numero 4/2015 di Gioconews – prosegue tutta l'attività che va ormai avanti dal 2007 attraverso le Asl, e la sperimentazione residenziale intensiva attraverso l'associazione Orthos di Siena".
- Marche. Sono ancora da discutere quattro proposte di legge sul contrasto al Gap, ma già dal 2008 la Regione ha messo in atto una serie di azioni realizzate in collaborazione con i dipartimenti delle Dipendenze patologiche, gli Ambiti territoriali sociali ed il privato sociale, con il finanziamento di progetti di prevenzione, studi e sperimentazioni, l'attivazione di un numero verde, di ambulatori e sportelli dedicati.
- Lazio. Dopo l'invio ai Comuni delle linee guida per la realizzazione degli sportelli e'approvazione del progetto per la formazione degli operatori e la costituzione della rete previsti dalla normativa regionale.
- Piemonte, dopo la recente approvazione del 'Programma per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio del gioco d’azzardo', previsto nell'ambito del recepimento del Piano nazionale per la prevenzione 2014-2018, dovrebbe arrivare nelle prossime settimane un disegno di legge regionale organico che preveda disposizioni finalizzate alla prevenzione e al contrasto di forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito, nonché al recupero delle persone affette e al supporto alle loro famiglie.
- Abruzzo. L'assessorato alla Sanità sta predisponendo un elenco di locali "no slot", mentre i consiglieri Leandro Bracco (M5s) e Giorgio d'Ignazio (Ncd) hanno presentato due proposte di legge che si affiancano alla normativa regionale già vigente, per chiedere azioni specifiche per la prevenzione e al contrasto delle dipendenze da gioco e il recupero dei soggetti coinvolti con un apposito trattamento terapeutico.
Non manca, nel lavoro d'inchiesta di Gioconews, anche un capitolo dedicato ai Sert e alle frontiere (vecchie o nuove) della presa in carico dei malati. Importante è l'intervista concessa in esclusiva a Sara Michelucci dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Interrogata sulla – per molti – spinosa questione della distanza delle sale gioco dai luoghi sensibili, prevista dalle normative regionali No slot (e avversata dalla bozza di riforma approntata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze), la Lorenzin risponde che: "è una strada percorribile”. Come percorribile è il divieto di pubblicità.
Dichiara infatti il Ministro: “La pubblicità svolge sicuramente un ruolo di rilievo nella suggestione e induzione al gioco. Occorre a mio avviso regolamentare in modo ancora più restrittivo la pubblicità sul gioco d’azzardo, impedendo ad esempio lo svolgimento di spot nella presentazione di eventi sportivi o da parte di personaggi famosi legati al mondo dello sport, garantendo nel contempo con controlli puntuali e sanzioni dissuasive l’effettivo rispetto dei divieti”.
Twitter: @oilforbook