Quanta fretta per il mais B11
Attenzione al cinema. Non certo per la qualità dei film che vengono proiettati ma per i pop corn: potrebbero essere transgenici. La Commissione europea ha dato, infatti, il via libera definitivo all?importazione, trasformazione e vendita di una qualità di mais dolce in scatola B11, transgenico, confezionato dalla multinazionale svizzera Syngenta, ex Novartis. Viene, dunque, interrotta la moratoria sugli ogm decisa dall?Unione europea nel 1998. E le polemiche non potevano mancare. Da una parte il commissario europeo alla Salute e alla protezione dei consumatori, David Byrne, assicura: «I consumatori saranno tutelati al massimo», ossia il B11 non comporta pericoli per la salute. Dall?altra le associazioni ambientaliste che, invece, sostengono che non vi è alcuna garanzia di sicurezza per questi alimenti e la verde europea Monica Frassoni promette: “Chiederemo alla futura commissione di ripristinare immediatamente la moratoria sugli ogm”. Rimane un fatto: la comunità scientifica non ha ancora detto un sì o un no definitivi e oggettivi sugli ogm. Claudio Ortolani, allergolo e consulente, sugli ogm, dell?Inran, l?Istituto di ricerca su alimentazione e nutrizione del ministero delle Politiche agricole, sostiene che il B11 non è un mais come quello tradizionale. Ma non solo: “Questo mais ogm contiene una proteina che è una tossina, con attività pesticida”. Ma era proprio urgente introdurre il B11? Dunque, prudenza.
Piove sul bagnato
Con i cambiamenti del clima, dove oggi c?è acqua abbondante ci sarà acqua ancora più abbondante, dove invece c?è scarsità d?acqua, questa carenza sarà ancora maggiore. E ciò riguarda anche la portata dei fiumi. Parola della rivista New Scientist. Uno studio, infatti, ipotizza un aumento della concentrazione dell?anidride carbonica fino a quattro volte rispetto a quella che era all?inizio del 1800, cosa che avverrà nel 2100 se l?attuale andamento delle emissioni di anidride carbonica non verrà modificato. Tutto ciò comporterà che la disponibilità di acqua dolce a livello globale aumenterà del 15%. Ma cambierà la distribuzione: dove oggi c?è abbondante disponibilità di acqua dolce, come in Canada e Siberia, ci sarà ancora più acqua. Nell?area mediterranea, invece, in gran parte dell?Africa, nella Cina nord-orientale, nel Sud-Est dell?Australia, l?attuale scarsità aumenterà. Beh, il continente africano, già sufficientemente provato da povertà e carestie, avrà un futuro roseo.
L?interazione Kyoto-Pil
Un?analisi dell?International council for capital formation (Iccf ) sostiene che l?impatto di Kyoto comporterà che il Pil reale cadrebbe dello 0,5% al di sotto dei livelli di riferimento nel periodo 2008-2012 e sarebbe dell?1,9 e del 2,9% in meno rispettivamente nel 2020 e nel 2025. Le perdite occupazionali annuali rispetto ai livelli di riferimento raggiungerebbero i 51mila posti di lavoro nel 2010, per crescere fino a 277mila nel 2025. Per contrastare questo scenario economico si possono mettere in campo politiche adeguate, purché lungimiranti. Ma, pensate, come sarebbe vivere avvolti da una nebbia maleodorante, costante e tossica tutto l?anno?
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