Non profit

Passera: «investitori impareggiabili ad alta valenza socio-economica»

Così l'ad di Banca Intesa in una intervista pubblicata da Il mondo

di Maurizio Regosa

«Meno male che ci sono le fondazioni». È il titolo dell’intervista rilasciata dall’ad di Intesa San Paolo, Corrado Passera, a Il mondo. Si parte dall’aumento di capitale (5 miliardi), previsto dal piano industriale per arrivare ad analizzare il momento attuale. «Da alcuni trimestri ha ricominciato a crescere la “buona” domanda di credito, quella legata alle esportazioni, agli investimenti, alla produzione. Ci aspettiamo anche un ritorno dei risparmiatori a investimenti non soltanto in liquidità o in titoli di Stato. Si aprirà il mondo della previdenza privata». Sollecitato sul ruolo delle cinque fondazioni che detengono il 24,9% di Intesa (e che hanno subito aderito all’aumento di capitale), Passera risponde: «Sono veri azionisti istituzionali e di lungo periodo che fanno un gran bene alle imprese bancarie di cui sono soci e che si sono guadagnati sul campo il rispetto di tutti. La visione di lungo termine di almeno una parte degli azionisti permette a un’azienda di fare investimenti e strategie di medio periodo». «Le fondazioni», prosegue l’ad, hanno dimostrato di saper svolgere questo ruolo con grande coerenza, sia nei momenti facili che in quelli difficili. Nello stesso tempo sono un motore di investimento e di erogazione: in aree in cui il pubblico ha risorse da adestinare sempre minori e il privato non c’è o c’è in misura molto limitata. In particolare, in campi come la ricerca, l’assistenza, i beni culturali le fondazioni sono investitori impareggiabili e insostituibili, ad alta valenza socio-economica».

 

 


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