Welfare

Passaporti falsi, un grande buco nero

Giochi e numeri che non quadrano.

di Sandro Calvani

Chiunque prova ad ottenere un visto di ingresso in un Paese che non è una meta turistica comune, come ad esempio il Vietnam o l?Arabia Saudita, sa quanto può essere complesso e quanto tempo ci vuole per poter girare per il mondo con documenti e permessi in ordine. Ma le complicazioni e l?inerzia delle burocrazie le affrontano solo quelli che vogliono viaggiare per vie legali. Dopo l?11 settembre 2001, infatti, il mercato dei documenti falsi ha registrato un vero boom: molta più domanda, ancora più grande l?offerta e un crollo dei prezzi dovuto all?amplificazione del mercato globale. Tra i più disponibili e più richiesti sono i passaporti francesi: nel solo secondo semestre del 2003, oltre 15mila passaporti francesi sono entrati nel giro del mercato nero delle nuove identità a prezzi stracciati. Cinquemila furono rubati a Marsiglia in luglio, insieme al furgone blindato che li trasportava, centinaia furono rubati presso Lione da un corriere ufficiale in settembre e altri 9.300 sparirono in altre due rapine a fine anno. Secondo le dichiarazioni dei pochi immigrati illegali arrestati con un passaporto francese falso, il valore attuale è di circa 250 euro, per alcuni Paesi si tratta di solo il triplo del costo di un vero passaporto nazionale, che però non può ottenere i visti che invece ottiene un passaporto francese. Per la criminalità organizzata si è trattato di una diversificazione del mercato delle carte false. Il 60% dei dollari falsi del mondo vengono fabbricati in Colombia, dove i sequestri e gli arresti di fabbricanti e spacciatori sono rarissimi. In Perù, alcuni esperti hanno stimato che oltre un terzo delle banconote e delle monete in circolazione non vengono dalla Zecca dello Stato. Secondo l?Interpol, più di un milione di documenti di viaggio, di cui almeno 80mila passaporti, sono stati rubati o smarriti senza essere ritrovati negli anni dopo il 2000, senza contare i passaporti degli Stati Uniti, perché le autorità americane non pubblicano il numero totale di quelli rubati ogni anno. A queste cifre già enormi, vanno aggiunti i passaporti falsi perché interamente fabbricati dall?industria della contraffazione . Dato che si tratta di un?industria in forte crescita, ovvio che i creativi contribuiscano a una continua diversificazione. In Colombia, Paese leader mondiale delle contraffazioni, migliaia di narcotrafficanti, assassini e guerriglieri sono divenuti impunibili, perché i loro connotati, comprese le impronte digitali, sono stati sostituiti all?anagrafe, rendendo così impossibile la loro identificazione in caso di arresto. Qualche perfezionista ha perfino corretto i propri dati di nascita e di battesimo nei registri parrocchiali. Rimane solo la speranza che almeno per il giudizio universale la banca dati sia quella genuina.

Le opinioni qui espresse non rappresentano necessariamente l?opinione delle Nazioni Unite


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