Non profit
Passa la norma “salvagenerali”
Il testo solleva i vertici militari dalla punibilità per la contaminazione dall'uranio impoverito
Il disegno di legge di conversione del decreto di proroga delle missioni internazionali si trova ora in discussione alla Camera, in terza lettura, e non ci sono più margini di modifica della discussa norma “salvagenerali”.
Si tratta del comma 4 dell’articolo 9 del decreto: «…non è punibile a titolo di colpa per violazione di disposizioni in materia di tutela dell’ambiente della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro per fatti connessi nell’espletamento di attività e operazioni o addestramento svolte nel corso di missioni internazionali, il militare dal quale non poteva esigersi un comportamento diverso da quanto tenuto, avuto riguardo alle competenze ai poteri e ai mezzi di cui disponeva in relazione ai compiti affidatigli».
Una norma definita dall’Associazione Vittime uranio e dall’Anavafaf “vergognosa e anticostituzionale, un tentativo di dare un colpo di spugna alle responsabilità di chi ad esempio ha inviato i nostri militari all’estero senza informarli dei rischi connessi all’esposizione all’uranio impoverito, di chi non ha adottato le norme di protezione e di chi non ha fatto rispettare le stesse una volta emanate”.
Nonostante lo sdegno delle associazioni, martedì scorso in Senato il comma non è stato soppresso (a parte qualche presa di posizione isolata, come quella del senatore Pardi dell’Idv, anche il Pd ha votato a favore) ed ora in terza lettura a Montecitorio il testo è ormai blindato.
“Non finisce qui”, commenta Francesco Palese, portavoce dell’Associazione Vittime Uranio. “Ci sono 4 procure italiane che stanno lavorando a casi di malattie da contaminazione contratte da militari, e non appena sarà invocata la norma “salvagenerali” partiranno i ricorsi”. Il Dpr 37 del 2009 ha stanziato 30 milioni di euro per i risarcimenti alle vittime dell’uranio: il termine per le richieste è scaduto nel mese di novembre e sono state presentate 318 domande. Fino ad ora, ci sono stati 216 morti per patologie legate alla contaminazione da uranio impoverito e le associazioni hanno censito oltre 2.500 contagiati.
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