Mondo

Pasqua senza speranza. Intervista esclusiva al Custode dei luoghi Santi

Padre Giovanni Battistelli, il Custode dei luoghi Santi e del Santo Sepolcro di Gerusalemme: «Speriamo contro ogni ragionevole speranza. Il popolo è disperato»

di Riccardo Bonacina

Dal 28 Settembre 2000 ad oggi, in Palestina sono stati 476 i morti, quasi tutti civili, e tra loro 101 i minori di 18 anni. 391 palestinesi; 71 israeliani; 13 arabi-israeliani, un tedesco. E? questo il frutto della nuova era di lotte tra palestinesi e di una nuova, profonda crisi con gli israeliani. In risposta alla “nuova intifada”, il governo israeliano, con il nuovo premier Ariel Sharon, ha rafforzato le misure di sicurezza, chiudendo i territori palestinesi e intensificando l’uso della forza. L’isolamento dei territori ha causato una grave crisi economica, disoccupazione, povertà, collasso del sistema educativo. Il pianto delle madri e le sofferenze della povertà non si sono attenuate neppure in queste giornate sante. Sante per i cristiani, per i mussulmani e sante per gli ebrei. Quella di Gerusalemme e dei territori palestinesi è una settimana santa e una Pasqua triste, disperata. Il luogo della speranza vive giornate senza speranza. Pasqua, festa della pace e del perdono, si celebra in clima di guerra. Con Gabriella Meroni, con cui conduco ?Senza fine di lucro?, trasmissione di Radio 24 in onda ogni domenica alle 9.10, ci colleghiamo per la mattina di Pasqua con Padre Giovanni Battistelli, il francescano nominato nel 1998 Custode dei luoghi Santi per la cristianità, il custode del Santo Sepolcro. Padre Giovanni Battistelli è amareggiato. «La Domenica delle Palme la mia chiesa era piena di gente senza speranza, le celebrazioni del Giovedì Santo e del Venerdì sono state seguite da poche decine di persone, è stato vietato persino ai pellegrini di partecipare, di muoversi. E il popolo, cristiani e vivono in condizione disperate e ingiuste da troppo tempo, sono assediati dalla paura e dal dolore». Chiediamo a Padre Battistelli cosa dirà nella celebrazione pasquale: «Dirò, urlerò che Cristo è risorto. Che è risorto per tutti e pregherò con tutta la forza di un animo pieno di dolore. Chiederò la Grazia della fede». Una fede, padre, che divide sino alla guerra: «No, la fede unisce, la vera fede ti fa guardare ad ogni uomo come a un fratello. Quello che divide è il fanatismo, la politica, le trame di potere». Chiediamo a padre Battistelli di indicarci almeno un segno concreto di speranza in questi giorni di dolore. «Sono piccoli segni, segni privati, nascosti, vedo amicizie piene di paura. La paura e la guerra e il nostro orizzonte quotidiano. Qui è oggi impossibile la testimonianza pubblica, ci è vietata, persino nella sua dimensione di preghiera». Padre Battistelli, sembra che lei dica che la speranza non può ricominciare da lì, sembra che lei chieda un?inziativa esterna. «Sì, l?iniziativa di Dio che ci restituisca la forte speranza che giusto un anno fa il Papa aveva suscitato proprio in queste strade. E l?iniziativa del mondo che smetta di restare a guardare. Buona Pasqua, Cristo oggi è risorto, qui per il questo popolo e per tutti i popoli del mondo». realaudio su www.radio24.it


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