Welfare
Partito il meeting dei volontari
Il nobel per la pace Williams: «Lampedusa va affrontata con umanità»
«Non dobbiamo respingere i bambini che arrivano dalle coste libiche». L’appello viene lanciato all’apertura del Meeting nazionale dei volontari di Unicef Italia. È il presidente nazionale Vincenzo Spadafora a dirlo dal palco del Palazzo dei Congressi della Fortezza da Basso, di fronte ai circa tremila volontari arrivati da tutte le regioni. Della situazione delicata in nord Africa parla anche Marilena Viviani, vicedirettore dell’Ufficio Regionale per Medio Oriente e Nord Africa: «I nostri volontari sono impegnati sul campo, soprattutto nell’assistenza psicologica», dice la Viviani, che domani interverrà ad una tavola sul «Futuro delle nuove generazioni» in queste aree di crisi.
Alle istanze di Unicef Italia domani potrà rispondere anche il ministro degli Interni Roberto Maroni, nel corso dell’incontro pomeridiano su «L’infanzia nelle mani della politica». «Ma qui non siamo a Porta a Porta – ricorda il presidente Spadafora – vogliamo che i politici parlino dei nostri temi».
Nel frattempo la tre giorni è ufficialmente partita, con un’inaugurazione che ha visto sfilare gli ambasciatori italiani e stranieri dell’organizzazione. Da Lino Banfi, con i suoi racconti dei viaggi in Angola ed Eritrea in cui per farsi capire dai bambini «andava bene anche parlare in pugliese», a Roberto Bolle, che porta «nel cuore l’esperienza del periodo trascorso in Sud Sudan anche sul palco della Scala. Da allora non sono più lo stesso», dice l’etoile. E Unicef non poteva non ricordare figure storiche dei suoi «Good Will Ambassador», come Audrey Hepburn, omaggiata qui alla presenza del figlio Sean: «Dopo l’esperienza di mia madre sono diventato volontario anch’io», dice il figlio dell’attrice che ha dedicato gli ultimi cinque anni della sua vita all’impegno per l’infanzia in Africa.
Ai volontari è arrivato anche l’abbraccio del premio Nobel per la pace del 1976, la nordirlandese Betty Williams: «Mi sento italiana», ha detto la Williams, parlando del progetto della Città per la pace che realizzerà in Basilicata e presenterà in questi giorni a Firenze. Ma infine lo sguardo torna all’attualità: «Un popolo profondamente cattolico come il vostro deve affrontare un’emergenza come quella degli sbarchi a Lampedusa con l’umanità che è necessaria e che avete dentro di voi», ha concluso il Nobel.
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