Non profit
Partiti miei,non ci rappresentate pi
"Destra e sinistra ne hanno combinate di cotte e di crude e i cittadini li abbandonano. Una crisi assoluta che allontana gli elettori e fa crescere gruppi e partitini"
di Redazione
«No, la politica non è più la fabbrica dei sogni. Gli elettori non credono più a nessuno. Votatemi, e questo Paese sarà migliore: e chi lo dice più? Berlusconi ci aveva provato col milione di posti di lavoro. La sinistra aveva sempre mobilitato le masse regalandole un?idea. La destra aveva i suoi slogan, i suoi nemici. Adesso, invece, è finito tutto. Gli elettori non sognano più, e quindi non vanno più a votare. E i politici? Li mandano a quel paese». Questa l?analisi di un editorialista tra i più noti, Gian Antonio Stella, firma di punta del Corriere della Sera. Non si sa se anche lui abbia smesso di sognare, di certo però tiene gli occhi bene aperti: tanto che nel suo ultimo libro, ?Lo spreco?, ha denunciato con pignoleria quasi maniacale, fino all?ultima lira, le sciocchezze del nostro sistema Italia. E continua a osservare il comportamento di una classe politica che si diverte a mettere alla berlina nei suoi corsivi. Dunque anche per lui il distacco della società civile dalla politica è un problema reale?
«Non solo è reale, forse è il più grave che ci troviamo ad affrontare agli sgoccioli di questi anni Novanta», risponde Stella. «La fine dei sogni degli elettori è decisiva perché investe tutti gli schieramenti, e quindi diminuisce per forza il numero dei votanti. E come dargli torto? La sinistra appena preso il potere ha cominciato a comportarsi in modo non dissimile, diciamo con un eufemismo, rispetto ai governanti del passato. A destra Fini ha mostrato di avere il fiato corto nei momenti decisivi, Berlusconi nel ?94 ha mancato un?occasione storica… I leghisti poi sono i più disillusi, vivono un tramonto drammatico perché ci credevano veramente e oggi sono disorientati, sfilacciati. A questo sono ridotte le forze che in questi anni Novanta si erano fatte avanti offrendosi a un elettorato uscito a pezzi dalla contrapposizione demisecolare tra Dc e Pci. Finiti anche loro, ecco la crisi assoluta». Ma se è così come spiegare il moltiplicarsi di movimenti a carattere politico e partitico? «Siamo alla coriandolizzazione delle forze politiche, e non per colpa dell?elettorato. Questa è la difesa d?ufficio dei partiti, ma la realtà è che ci stiamo trasformando in un condominio: quando c?è l?assemblea il primo che si alza due voti li prende. Se domani il mio elettricista fondasse un partito lo 0,5 per cento non glielo nega nessuno. È una crisi di rappresentanza netta, più evidente nel partito che tradizionalmente era ben organizzato, l?ex partito comunista che oggi fatica anche a mettere in piedi le feste dell?Unità dove una volta la persone facevano la fila per cucinare gratis». Una crisi di rappresentanza che invece sembra non riguardare le organizzazioni della società civile, i cosiddetti corpi intermedi.
«Qui vedo una contraddizione a dir poco singolare», riprende Gian Antonio Stella. «Prendiamo il Veneto, la mia regione: qui la percentuale di chi si impegna nel volontariato è quasi doppia rispetto al resto del Paese, c?è voglia di condividere valori e superare egoismi e solitudini. Poi anche in Veneto c?è una totale sfiducia nella politica, i politici sono considerati un gruppo di cretini opportunisti se non di malavitosi. Eppure la gente continua a chiedere buona amministrazione. Una contraddizione i cui colpevoli però non sono gli elettori che non capiscono niente, come ha detto Bossi dopo la sconfitta elettorale. Nossignori, non sono gli elettori a non capire ma i partiti che ne hanno combinate di cotte e di crude. Guardate che sberla hanno dato i settimanali diocesani veneti alla politica e alle sue promesse decennali sul federalismo».
Un vizio che accomuna maggioranza e opposizione, a quanto sembra. «Ma ormai in Italia l?opposizione la fanno i giornalisti. Ma dico: siamo noi a doverci accorgere che tentano di far passare una leggina che di fatto riapre affittopoli, o dell?altra leggina che dà via libera al finanziamento ai partiti? E l?opposizione dov?è? Vuol dire che su certi interessi sono tutti d?accordo, e allora che non ci prendessero in giro». I giornali però fanno la loro parte quando si prestano al gioco delle finte notizie, degli annunci sotto cui non c?è niente di concreto. «Ma se dicono e poi non fanno, di chi è la colpa? Prendiamo le auto blu: ogni nuovo governo dice che le abolirà, e uno si chiede: ma non erano già state abolite? Ma no, era uno scherzo. E noi dovremmo fidarci?».
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.