Formazione
Partita dalla Sicilia la Road to Social Change
Prima tappa dell’iniziativa organizzata da UniCredit in collaborazione con Aiccon, Politecnico di Milano – Centro di Ricerca Tiresia, MIP Graduate School of Business, Fondazione Italiana Accenture e TechSoup: un percorso per formare i Social Change Manager del Terzo Settore
Ha preso il via oggi dalla Sicilia il progetto “Road to Social Change”. Dedicato al Terzo settore visto come un player che può giocare un ruolo da protagonista nel processo di ripartenza del Paese. A lanciarlo UniCredit, nell’ambito della sua Banking Academy, in collaborazione con Aiccon, Politecnico di Milano – Centro di Ricerca Tiresia, Mip Graduate School of Business, Fondazione Italiana Accenture e TechSoup. Un giro d’Italia virtuale in sette tappe che dal Sud percorrerà l’Italia fino al Nord e che mira a formare nelle organizzazioni del Terzo settore dei Social Change Manager. Quello messo in campo è un percorso di sviluppo integrale che pone al centro la crescita delle competenze per formare una nuova figura professionale con le competenze e le abilità necessarie per progettare e guidare i processi trasformativi delle realtà non profit italiane.
Stefano Gallo, Head of Territorial Development & Relations di UniCredit nell’aprire gli interventi ha rimarcato come quello che ha preso il via oggi è un «percorso importante in cui crediamo ed è rivolto a un Terzo settore che negli ultimi anni è cresciuto di importanza e che sarà ancora più importante». Gallo ha precisato che per Unicredit il Terzo settore non è solo «un cliente, ma un partner per poter andare sui territori in un momento in cui la Pandemia ha accelerato una trasformazione». E in questa trasformazione il percorso ideato parte proprio dal Sud, territorio in cui l’Istat ha certificato la presenza di un Terzo settore in crescita e dinamico «noi cerchiamo di dare più frecce al suo arco in questa fase trasformativa, di innovazione e cambiamento formando dei Social Change manager, degli agenti del cambiamento».
Il percorso, partendo dalla formazione e grazie all’attivazione di una rete virtuosa con stakeholder di rilievo nazionale e locale, mira a innescare, valorizzare e accompagnare processi di cambiamento e innovazione ad alto impatto sui territori e sulle comunità che lo abitano. Il primo Digital Talk dell’iniziativa – rivolta a organizzazioni impegnate sul territorio con attività di interesse generale, che intendono amplificare e potenziare l’efficacia delle proprie azioni attraverso l’acquisizione o il consolidamento anche di competenze digitali e manageriali – è stato dedicato a come “Valorizzare le filiere culturali, turistiche e agroalimentari”.
Paolo Venturi, direttore Aiccon e Mario Calderini, del Politecnico di Milano – Centro di Ricerca Tiresia, hanno dettagliato la proposta del percorso sottolineandone la necessità che per Venturi nasce sì nei territori «come ambito in cui il Terzo settore agisce traformandolo», ma che guarda anche allo sviluppo «che non è mera crescita, ma cambiamento per il meglio». E le leve su cui tutto il Terzo settore, definito un pilastro verso un cambiamento positivo della società, sono il fatto che è un attore distributivo capace di produrre valore nei territori, un soggetto capacitante cioè capace di generare inclusione, un produttore di soluzioni che favoriscono l’autorganizzazione delle comunità, un’istituzione che sa valorizzare i diversi asset e potenzialmente capace di produrre beni relazionali e filiere.
Da parte sua il professor Calderini ha sottolineato come il Terzo settore sia un sempre più un soggetto economico che tuttavia nel corso della pandemia ha mostrato criticità e affaticamento dovuti sia a un ritardo di tipo tecnologico sia a una scarsa finanziarizzazione. Ed è qui che entra in gioco la nuova figura del Social change manager come «soggetto che interpreta le trasformazioni, capace di dialogare con mondi diversi, amministrazioni, profit e con la finanza».
In senso orario da sinistra, Stefano Arduini (Vita) moderatore dell'incontro; Viviana Rizzuto Voiry; Salvatore Malandrino e Gaetano Mancini
La seconda parte dell’incontro ha visto virtualmente seduti alla tavola rotonda Gaetano Mancini, presidente di Confcooperative Sicilia, Viviana Rizzuto Voiry, presidente Cooperativa di Comunità Identità e Bellezza, Salvatore Malandrino, Regional Manager Sicilia di UniCredit. Al centro degli interventi le peculiarità siciliane a partire dal fermento, ricordato da Mancini delle cooperative di Comunità. Rizzuto ha presentato l’esperienza innovativa di Sciacca dove si lavora sull’impatto e si è sviluppato un ecositema turistico esperienziale che ha realizzato un ecosistema tra profit, non profit e amministrazioni. Malandrino da parte sua ha rimarcato il valore della finanza a impatto nella filiera agroalimentare, nel turismo sociale e nel recupero dei beni da restituire alle comunità. Sedici i progetti supportati dal 2018 con 3,6 milioni di euro, senza dimenticare il sostegno fornito alle associazioni.
«Mai come nell’ultimo anno il Terzo Settore ha svolto un ruolo fondamentale nel welfare del Paese, dimostrando grande capacità di rilancio e resilienza, riadattando le proprie attività alle nuove esigenze, supportando le fragilità e le vulnerabilità dei territori», ha dichiarato Remo Taricani (nella foto), Co-Ceo Commercial Banking Italy di UniCredit. «Per questo come Banca vogliamo sostenere le comunità in cui siamo presenti promuovendo la circolarità delle informazioni, innescando collaborazioni virtuose, incoraggiando una narrazione che metta al centro il nesso cruciale tra produttività e impatto sociale guidati da figure professionali formate e competenti».
Quella presente, per Fabio Fraticelli (nella foto) di Techsoup Italiaè una «sfida nella sfida» perché difficilmente le organizzazioni di Terzo settore che non riescono ad adottare il digitale saranno in grado di esprimersi al meglio. Servono per questo tecnologie abilitanti che renderanno più efficienti ed efficaci gli stessi interventi.
Road to Social Change si sviluppa attraverso 7 Digital Talk nazionali che si svolgeranno virtualmente da diverse parti d’Italia, nel corso dei quali, grazie all’intervento di ospiti e testimonianze e di pratiche nazionali e locali positive, sarà approfondito il contributo che il Terzo settore può fornire alle principali sfide economiche a impatto sociale del nostro Paese. Dopo il primo Digital Talk virtuale in Sicilia, il percorso continuerà il 18 maggio nel Sud a Napoli dove ci si confronterà su come “Generare nuove infrastrutture sociali”; il 22 giugno, dal Centro Italia, si discuterà su come “Rigenerare i luoghi coinvolgendo la comunità”; il 21 settembre, dal Centro Nord, il tema sarà “Sviluppare un welfare comunitario ed economie coesive”; il 19 ottobre, dal Nord Est si punterà l’attenzione su come “Promuovere l’economia circolare attraverso le comunità intraprendenti”; il 16 novembre, dal Nord Ovest, ci si focalizzerà sul come “Promuovere città e nuovi ecosistemi inclusivi”; il 3 dicembre si chiuderà il viaggio in Lombardia parlando di come “Valorizzare le infrastrutture digitali per generare impatto sociale”.
Ogni tappa sarà seguita da due seminari locali, permettendo ai partecipanti di acquisire un kit di nuove competenze, rinforzate da approfondimenti on demand fruibili su ideatre60, la piattaforma digitale di Fondazione Italiana Accenture. Al termine del percorso si otterrà l’Open Badge di Social Change Manager (una certificazione digitale di conoscenze, abilità e competenze acquisite) rilasciato dal MIP – Politecnico di Milano Graduate School of Business.
Il Social Change Manager sarà quindi un professionista in grado di sviluppare una visione trasformativa e, in collaborazione con le comunità locali, di implementare tale visione tramite processi di coprogettazione e co-produzione in partenariato con attori pubblici e privati del territorio, attraverso strumenti di gestione dell’impatto generato e l’utilizzo delle tecnologie digitali.
L’ottenimento dell’Open Badge di Social Change Manager è vincolato alla partecipazione a 5 Digital Talk nazionali, 2 seminari territoriali e alla fruizione di tutti i contenuti in demand.
Parallelamente al percorso, il progetto prevede anche la “call Road to Social Change”, per intercettare e valorizzare 7 progetti a forte ricaduta sociale capaci di fornire soluzioni strutturali in grado di rendere più solide e coese le comunità, stimolando innovazione e nuove economie.
In apertura foto da Pixabay
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.