Parole e musica per Jannacci, fantasista della canzone
A un anno dalla scomparsa del cantautore, una serie di iniziative tra Milano e Rho per ricordarlo. Omaggio affettuoso a un artista e alle sue storie, popolate di personaggi originali e irripetibili. Che Cesare Zavattini, parlando una volta con lui, descrisse così: “Angeli che non hanno voglia di volare e stanno vicino a te”
Uno, nessuno e centomila: cantante e medico chirurgo; colto e popolare; pungente e delicato. Per riassumere la personalità complessa e caleidoscopica di Enzo Jannacci non basterebbe un’enciclopedia, figuriamoci un articolo di giornale. Su un punto, però, quel 29 marzo di un anno fa eravamo tutti d’accordo: ci aveva lasciato un poeta; un artista che aveva scelto la forma canzone per trasmettere la sua sensibilità così speciale, così unica. C’è chi, prima ancora di vedere Milano coi propri occhi, ha imparato ad amarla ascoltando i suoi brani. Poi, una volta sbarcati in città, immaginate che tuffo al cuore prendere la metro a Rogoredo, passeggiare nel quartiere dell’Ortica, seguire uno spettacolo al Carcano, abbronzarsi all’Idroscalo: tutti luoghi che lui ha descritto con un’emotività che mai – poi mai –scadeva nella retorica.
L’anniversario della scomparsa di Enzo non può, e non deve, passare inosservato. In tanti gli hanno voluto bene quando era in vita; in tanti – con rimpianto, ma anche con la gioia di condividere una passione comune – affolleranno gli eventi che il 28 e 29 marzo si susseguiranno tra Milano e hinterland. Il caso poi ha voluto che siano trascorsi cinquant’anni tondi dall’uscita di El purtava i scarp del tennis: singolo che, nel tempo, è diventato l’inno di tutti i diseredati – non a caso, quando il pubblicitario Pietro Greppi fondò un giornale per dare voce al popolo della strada, scelse di chiamarlo proprio Scarp de’ tenis.
Dunque ci aspetta un week-end di buona musica. I versi e le note del cantautore risuoneranno in più cornici: Teatro alle Colonne, Carcano, Corte Popolare di Rho. Venerdì e sabato il teatro di zona Colonne ospiterà 50 anni in scarpe da tennis, due serate in cui gli spettatori potranno godersi uno spettacolo d’arte varia: il concerto teatrale Il saltimbanco e la luna (verrà presentato anche il cd omonimo) con Andrea Pedrinelli e Susanna Parigi; l’omaggio diPaolo Scheriani, direttore della compagnia ScheriANIMAndelli, dal titolo Quattro o cinque al massimo non di più; la testimonianza di tanti amici di Jannacci, tra cui Franco Cerri e Enrico Intra. Poi ancora la presentazione del noir a fumetti di Davide Barzi Unico indizio le scarpe da tennis, del documentario di Ranuccio Sodi Ciao Enzo e del libro – scritto dallo stesso Pedrinelli – Roba minima.
Sabato alle 17 sarà il turno del Carcano, dove la Veronica dell’omonimo brano faceva l’amore in pe’: interverranno ospiti speciali come il figlio Paolo, Dario Fo, Gino e Michele. La sera, in contemporanea all’omaggio in Colonne, ci si potrà recare a Rho per seguire Era quasi verso sera, lungo happening preceduto da una cena popolare (Il menù è ottimo ma è bello anche solo da leggere, lo si può trovare per esteso qui).
Omaggi che si propongono di restituire, almeno in parte, quella generosità che Enzo ha dispensato nell’arco di tutta la sua vita: in ambito artistico, appena riconosceva un talento faceva il possibile e anche di più pur di farlo emergere; come medico, chi lo ha conosciuto conserva un ottimo ricordo della sua umanità, della sua capacità di donare vitalità anche a chi la vita, a malincuore, era costretto ad abbandonarla a breve.
Gli organizzatori di questi festeggiamenti hanno promesso un bel po’ di sorprese, ma non hanno valutato l’ipotesi che l’imprevedibile Enzo potrebbe realmente sorprendere tutti: conoscendolo, non è affatto da escludere che si presenti di persona, in carne e ossa. Arriverà magari in motorino (non è tipo da automobile, quella la usava l’Armando per aprire lo sportello e buttare giù suo fratello) e, una volta parcheggiato, forse inforcherà i pattini a rotelle come nel video di Quelli che… (dal minuto 34:19).
Qualcuno, più indiscreto di altri, gli domanderà se esiste per davvero l’aldilà. Il dubbioso Jannacci – uomo di scienza ma nel contempo attento, soprattutto negli ultimi anni, alla sfera del sovrannaturale – svicolerà abilmente rispondendo loro: “Parliamo piuttosto dei vivi, del futuro che vi aspetta”. Futuro che, traendo ispirazione da un suo pezzo, definirà in questi termini: “Sempre ammesso, sempre ammesso che c’è, è una storia che dovete scrivervi da voi”.
Libertà e indipendenza di giudizio, questa è la grande lezione di Enzo che tutti dovrebbero seguire. Ma non è facile: per metterla in pratica sono richieste alcune doti speciali. Come quelle che lo sceneggiatore Cesare Zavattini aveva intravisto in lui, al punto da immaginarlo come protagonista di un suo film: “Questa sua mescolanza di storditaggine e improvvise accensioni, timidezza e feroce bisogno di giudicare il prossimo”. Lo stesso "Zac" in un’altra occasione sottolineò – con sintesi poetica inarrivabile – che i personaggi di Jannacci erano come angeli che non volevano volare, perché preferivano stare vicino a lui.
Con tutta la buona volontà, non sarà facile trovare il clone di un signore che, nella carta d’identità, alla voce professione si era registrato come “medico-fantasista”. Sarà molto difficile sostituirlo. Anzi, sarà impossibile.
In copertina il video "Desolato” tributo collettivo di alcuni artisti italiani pensato da Paola Jannacci e JAx
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