Welfare
Parma, un film già visto e per nulla casuale
L'intervista all'avvocato Cristian Zambrini, specializzato in diritto ed economia dello sport, che affianca il procuratore fallimentare del Gallipoli e ha intentato una causa di risarcimento al Tar del Lazio nei confronti della Figc perché «la squadra non doveva partecipare al campionato in quanto indebitata. L'aggravio della situazione debitoria è causata da chi ha permesso l'iscrizione»
Il mondo del calcio professionistico scricchiola pericolosamente per l'ennesima volta. Questa volta però, contrariamente ai casi dei passaporti falsi, di calciopoli, del calcio scommesse non si tratta di sconvolgimenti causati da inchieste della magistratura. Gli smottamenti arrivano dal cuore dei club. Dallo scorso dicembre il Parma Football Club ha visto avvicendarsi tre nuove proprietà e una girandola di presidenti diversi, l’ultimo dei quali, Gianpietro Manenti, promette da settimane i pagamenti arretrati di stipendi e utenze che non sono mai arrivati. Non solo. L'ultima giornata di campionato ha visto rinviato il derby della Lanterna per un motivo simile. Il Consorzio Stadium adibito alla cura del Ferraris, succeduto per altro alla Sportingenova, società pubblica crollata sotto una piramide di debiti, non viene pagato da mesi e per questo non può permettersi teloni per coprire il campo o lampade per riscaldarlo. Non solo, al Consorzio sono arrivate anche ingiunzioni di pagamento per le fatture non pagate della fornitura di energia elettrica. Se non verranno saldati i conti lo stadio rimarrà al buio. Il debito che Genoa e Sampdoria devono alla società gestrice è di 2 milioni di euro. Sono decine i club di tutte le serie che negli anni sono spariti, azzerati o radicalmente ridimensionati. I più recenti sono due pezzi di storia del calcio italiano. Siena e Padova sono infatti fallite. Guardando questo scenario le domande sono tante. La principale è però come sia possibile che non esistano controlli che permettano di evitare situazioni come queste. In realtà esiste un organo di controllo. Si chiama “Commissione per la vigilanza e il controllo delle società di calcio professionistiche” (Covisoc). Ma, a conti fatti, non sembra che funzioni. Per questo abbiamo chiesto a Cristian Zambrini, avvocato specializzato in diritto ed economia dello sport di aiutarci a capire.
Partiamo dal principio. Cos'è e chi nomina la Covisoc?
È un organismo tecnico di controllo creato dalla Figc ed è quindi nominato dal consiglio federale. In realtà è un organo interno alla Figc al quale viene demandato il controllo sulla gestione economica e finanziaria delle Leghe e delle società professionistiche. La sottoposizione delle società ai controlli stabiliti dalla Federazione è finalizzata alla verifica dell’equilibrio finanziario al fine di garantire il regolare svolgimento dei campionati sportivi. A seguito di tali controlli la Covisoc decide se accogliere o meno la domanda di ammissione al campionato da parte della società.
Visti i risultati, e Parma è solo l'esempio più famoso, l'organo di controllo del calcio sembra non essere in grado di fare il proprio lavoro?
Il Parma è solo uno dei tanti casi. La sequela di episodi diventa, drammaticamente, sempre più folta. Basti pensare al Bari, all’Ascoli o al Gallipoli di qualche anno fa. Nonostante la normativa sia in teoria molto stringente mi chiedo come abbiano fatto società con esposizioni debitorie di questo tipo ad iscriversi al campionato. La storia del Gallipoli calcio la conosco più da vicino e, nello specifico, la stessa aveva avuto il consenso all’iscrizione al campionato nonostante la presenza di oltre 5 milioni di euro di debiti. Questo non dovrebbe succedere se gli organi di controllo facessero il loro compito.
Secondo lei dunque non potrebbe succedere?
Certo, i fallimenti in corsa sono dei paradossi in sé. Una squadra con debiti non dovrebbe potersi iscrivere al campionato a meno che non copra gli stessi con apposite fideiussioni. Se una squadra fallisce durante il campionato il problema è che evidentemente la normativa non è stata rispettata. Sembrerà un contraddizione ma le logiche del calcio attuale prescindono dal regolare svolgimento dei campionati. L’unico interesse è la distribuzione del denaro relativo ai diritti tv prima dell’inizio della stagione. Seguendo questo ragionamento, per le Leghe accogliere nei campionati società con grandi bacini di utenza è d’obbligo al fine di avere maggiore forza contrattuale. L’eventualità che una di queste possa fallire a campionato in corso è di relativa importanza.
C'è chi dice che Covisoc non abbia i poteri…
Non è assolutamente vero. Le leggo il regolamento cosa dice: «Alla Covisoc sono attribuite funzioni sia consultive sia di controllo, ed in relazione a queste ultime vengono riconosciuti una serie di poteri, tra cui quello di richiedere alle società il deposito di dati e di documenti contabili e societari e di quanto comunque necessario per le proprie valutazioni, nonché di proporre al Consiglio federale parametri atti a verificare la sussistenza di corrette condizioni di gestione sotto il profilo economico-finanziario, disponendo infine della facoltà di attivare indagini e procedimenti disciplinari nell’ambito della sua attività. Può effettuare verifiche ispettive presso le sedi delle società, nonché convocare i componenti del consiglio di amministrazione, del consiglio di gestione, del consiglio di sorveglianza, del collegio sindacale, i revisori, il soggetto responsabile del controllo contabile e i dirigenti delle società per esaminare la situazione amministrativa, economica, finanziaria e contabile delle società stesse». Si comprende chiaramente quanti e quali siano i poteri di questo organo. La situazione deficitaria del Parma era già nota a tutti. Vi ricordo che per soli 300 mila euro di contributi Irpef non versati la scorsa stagione non le è stata concessa la licenza Uefa per partecipare alla Europa League. Tale circostanza doveva servire da campanello di allarme al fine di rendere i controlli su questa società ancora più penetranti. Tanto non è avvenuto. È evidente che qualcosa non ha funzionato all'interno della Covisoc.
Dunque la spiegazione è che Covisoc non fa quel che dovrebbe. Ma perché?
Se le attività di controllo demandate alla Covisoc fossero state espletate, con professionalità e senza alcuna negligenza forse situazioni di questo tipo non si verificherebbero così di frequente. Ci si chiede come possano sfuggire tali drammatiche situazioni nonostante tutti i poteri a sua disposizione.
Però non mi ha risposto?
La spiegazione è che la Covisoc non fa il suo lavoro. Evidentemente al suo interno ci sono soggetti che non hanno realmente a cuore la regolarità dei campionati.
Ma quale sarebbe il motivo?
Come già spiegato è ovvio che se il Parma si iscrive in campionato, la Serie A può contare sul suo grande bacino di utenza e quindi avanzare maggiori richieste per i diritti tv. Le recenti dichiarazioni di Lotito mi sembrano molto indicative da questo punto di vista. Più il bacino di utenza è grande maggiore è l’interesse per le leghe nei confronti della specifica società. Forse in determinate occasioni si preferisce chiudere un occhio per poi spalancarli a metà campionato.
Oggi però, che la situazione è grave, la Covisoc è intervenuta. Questo contrasta con la sua ricostruzione?
Certo. Adesso però l’intervento della Covisoc ha una utilità relativa. La situazione è ormai compromessa.
Guardando il Parma, secondo lei, che senso può avere questo continuo comprare e vendere una scatola vuota e piena di debiti?
Non saprei. Quel che mi viene da pensare è che qualcuno ci guadagni su tutti questi passaggi. Altrimenti sarebbe totalmente insensato. Bisognerebbe avere i documenti ufficiali per capirne a pieno la logica. È comunque difficile pensare che qualcuno faccia dei giri di questo tipo senza guadagnarci qualcosa.
Il problema, Genova sembra testimoniarlo, non è circoscrivibile alla sola Parma?
No assolutamente. Penso che sia un pericolo che accomuna tutte le società in Italia.
All'estero non succede nulla di simile?
L'anno scorso è entrato a pieno regime la normativa sul fair play finanziario ma non mi sembra si abbiano avuti risultati. Peraltro le uniche società sottoposte a tale normativa sono quelle che partecipano alle competizioni europee, dunque, solo una piccola percentuale delle società di calcio. Il mondo del calcio è da un'altra parte ed i debiti continuano a crescere in tutto il mondo. Poi c'è chi riesce a gestirli grazie alle continue vittorie, ma sono una minoranza esigua e sono come un cane che si morde la coda.
Il calcio oggi è una sorta di ricettacolo per malaffare e finanza spregiudicata dunque?
Penso che ci siano molti soggetti che ritengono di poter fare quello che vogliono senza badare alla normativa. Un tempo c'era Moggi, adesso ci sono altri soggetti che lo hanno sostituito degnamente. La spregiudicatezza di questi personaggi impone preoccupanti interrogativi. Le recenti dichiarazioni di Lotito ne sono una ottima manifestazione.
Quanto può andare avanti così la situazione?
Spero che venga presto posto uno stop. Se poi per ripulire tutto servirà un crack o che la bolla esploda non posso far altro che augurarmelo.
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