Filantropia

Parma, numeri ok e consiglieri “sociali” per la fondazione

L'ex-Cariparma chiude un bilancio lusinghiero e conferma le previsioni: oltre 27 milioni erogati al territorio. Merito degli utili che arrivano dalla partecipazione in Crédit Agricole ma anche della buona gestione. Il presidente Magnani, confermato per acclamazione dal un Consiglio a trazione sociale, dice: «Lavoreremo per ridurre le diseguaglianze». Nell'ente, su indicazione Cciaa, anche il patron della Chiesi farmaceutici, tra le prime e più grandi società benefit e dotata di una fondazione corporate molto attiva, una case history di responsabilità di impresa

di Giampaolo Cerri

FOTO DI © FEDERICO MENEGHETTI/SINTESI

Ventisette milioni e 400mila euro: a tanto ammonta l’attività filantropica di Fondazione Cariparma nel 2023. L’approvazione del bilancio, avvenuta ieri da parte del Consiglio generale uscente, conferma le cifre esposte in fase di previsione e di cui VITA aveva già parlato.

«Più nel dettaglio», sottolinea una nota, «la Fondazione ha contribuito a sostenere 222 progetti nell’ambito dei servizi alla persona, con un impegno economico di 19.699.503 euro; 186 progetti nel campo arte e ambiente, con un mecenatismo che ha un valore di 6.200.678 euro; 14 progetti a favore della ricerca scientifica, con risorse per 1.508.235 di euro».

Cedole staccate e buona gestione

Un buon anno, quello che si archivia, per l’ente di Strada al Ponte Caprazucca, nella città emiliana. «Si conferma il trend di crescita della Fondazione che chiude il 2023 con 54,4 milioni di avanzo d’esercizio, dato che supera di oltre il 17 milioni il risultato del 2022. L’esercizio 2023 ha registrato proventi ordinari pari a 66,3 milioni di euro».

Un bel merito ce l’ha la banca conferitaria, Credit Agricole Italia spa, ossia quella in cui sono confluite le attività bancarie dell’ex-Cassa di Risparmio, e di cui l’attuale fondazione detiene un pacchetto di azioni, oggi pari al 15%, che hanno prodotto buoni utili. La Fondazione ha però anche saputo gestire bene il proprio portafoglio titoli, visto che annota il rendiconto, «3,1 milioni di proventi straordinari netti». Un risultato che ha permesso, prosegue la nota, «di incrementare ulteriormente il Fondo di stabilizzazione delle erogazioni, che si attesta a 93,5 milioni di euro, garantendo oltre tre anni di attività filantropica». Accresciuto anche il patrimonio netto, salito a quota 1 miliardo e 23 milioni (+19 milioni).

Il nuovo consiglio conferma,
per acclamazione, Magnani

Approvato il bilancio, il Consiglio ha preso congedo, lasciando il posto a una nuova compagine che, in base alla governance dell’ente, è espressione di varie realtà territoriali attraverso varie personalità. Si tratta di Giovanni Marani,  su indicazione del Comune di Parma, Samuela Frigeri, indicata della Provincia di Parma, Alfredo Caltabiano espresso dalla Diocesi di Parma, Pier Luigi Marchini, su indicazione dell’Università di Parma, Alberto Chiesi, su indicazione della Camera di Commercio dell’Emilia, Giampaolo Dallara su indicazione delle Associazioni Imprenditoriali, Monica Ziliani, per il Consiglio comunale di Busseto, Stefano Andreoli, per le associazioni di volontariato.

Annalisa Dall’Asta e Franco Magnani, sono stati invece cooptati dal Consiglio Generale uscente. E proprio Magnani, presidente del precedente quadriennio è stato acclamato dal Consiglio appena costituitosi. Lui guiderà la Fondazione per il prossimo quadriennio.

Fra volti sociali e capitani d’industria

Molti i volti sociali del nuovo consiglio. Andreoli, avvocato 56enne con alle spalle un lungo impegno nello scoutismo dal lato Agesci, dal novembre scorso amministratore dell’Azienda pubblica ai servizi della persona – Asp, controllata dal municipio parmense. Coté associazionistico anche per Caltabiano che, assieme alla moglie Claudia, presiede l’Associazione nazione delle famiglie numerose, ed è anche padre affidatario. È un volto del sociale anche Dall’Asta, coordinatrice della scuola Edith Stein che è espressione di una cooperativa sociale Eidee, vicina alla Caritas parmense. Marani, già assessore alle Politiche giovani del primissimo Pizzarotti, è invece un protagonista dello sport cittadino mentre Frigeri, avvocato, guida il Centro antiviolenza cittadino.

Il nuovo consiglio di Fondazione. Il primo a sinistra è il presidente Magnani, l’ultimo il direttore Lunardini

Chiesi e Dallara sono poi due capitani d’industria: il primo è il patron del gruppo farmaceutico omonimo, società benefit, che ha presieduto fino all’anno scorso e da cui è nata un’attivissima fondazione di impresa. Il secondo ha creato quel gioiellino industriale automobilistico cui ha dato il nome e che sforna automobili da competizione. Marchini, professore di Economia aziendale, è prorettore dell’ateneo cittadino.

Magnani: «E ora ridurre le diseguaglianze»

«Sono molto orgoglioso di questa conferma», ha detto il presidente confermato, «mi permette di traghettare e portare a compimento quel percorso di rinnovamento avviato in questi ultimi anni. Con la stessa fiducia riposta in me mi preparo a consolidare l’identità della Fondazione del futuro, con lo sguardo rivolto verso i grandi obiettivi del nuovo Piano Strategico 2024-2027: la riduzione delle disuguaglianze, il rafforzamento delle persone e delle Istituzioni e l’accompagnamento della nostra comunità al cambiamento. Ovviamente sono altrettanto soddisfatto dei risultati economico – finanziari segnati in questi ultimi quattro anni, perché ci consentono di progettare al meglio su un futuro incerto ed in costante evoluzione. Ringrazio tutti i membri degli organi di Governo uscenti per l’impegno con il quale si sono dedicati alla Fondazione in questi anni», ha concluso.

Lunardini: «Macchina efficiente, in linea con i parametri Acri»

Dal direttore generale, Antonio Lunardini, artefice certamente del successo gestionale sancito dal bilancio appena chiuso, alcune valutazioni più tecniche. «Fondazione Cariparma», dice il d.g., «si conferma una macchina efficiente: gli indicatori gestionali Acri – la redditività del patrimonio, l’incidenza degli oneri di funzionamento e il rapporto tra il deliberato e il patrimonio – ci pongono, infatti, in linea con le principali fondazioni di origine bancaria a livello nazionale, un risultato che è migliorato significativamente in questi anni. Nel 2023 abbiamo supportato per il 54,9% le realtà private del nostro territorio, per il 42,1% gli Enti Pubblici e per il 3% i progetti a realizzazione diretta. Anche il Bilancio di Missione del 2023 ha confermato il trend del 2022 di attrarre alla macro area Servizi alla Persona buona parte delle risorse disponibili, sostenendo e accompagnando progetti di valenza sociale. Tutto questo è stato ovviamente reso possibile anche grazie al grande impegno di tutti i dipendenti della struttura operativa ai quali va il mio sentito ringraziamento».

Fanno osservare a Parma che questa primavera vedrà l’attuazione del nuovo Piano Strategico 2024-2027, che vede impegnato l’ente «in un passaggio cruciale: da una filantropia riparativa a quella innovativa».
Nella città ducale lo vogliono fare «superando la logica “settoriale” delle macro aree, così da evolvere il proprio agire coerentemente ai cambiamenti in atto nel contesto, per affrontare le sfide con un approccio nuovo e trasversale, incidendo nel sistema parmense, garantendone non tanto la tenuta quanto la produzione dei cambiamenti stessi».

La foto in apertura, che raffigura il Teatro Regio, è di Federico Menghetti per Agenzia Sintesi.

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