Volontariato

parlare con le mani bper far udire i sordi

integrazione Cresce la domanda di personale specializzato

di Redazione

L avorano in tribunale, a scuola, in uffici pubblici e privati. Sono gli esperti della lingua dei segni, codice manuale con cui i sordi comunicano. In particolare parliamo di tre profili professionali: interprete, assistente alla comunicazione e operatore tecnico della comunicazione lingua dei segni. L’Ente nazionale sordi organizza corsi per la loro formazione.
«I sordi in Italia sono 45mila secondo i dati reperibili dall’Inps e che quindi si riferiscono alle persone sorde dalla nascita che percepiscono la relativa indennità. Stimiamo che in totale sfiorino le 60mila persone. Purtroppo non esiste nemmeno un registro professionale degli esperti in lingua dei segni e quindi non siamo in grado di sapere quanti operino. Vista però la richiesta che ci giunge da parte dei sordi ci sentiamo di dire che gli operatori siano pochi a fronte di una richiesta invece molto elevata», afferma Riccardo Marafatto , coordinatore dei dipartimenti di Ens.
L’interprete opera in contesti che richiedono in maniera costante o periodica un dialogo con persone sorde che può avvenire tramite la lingua dei segni. «Si tratta di liberi professionisti che vengono chiamati al bisogno. A volte rientrano in progetti che assicurano un occupazione per qualche mese, anche un anno», precisa Marafatto. Che aggiunge, a scanso di equivoci: «La qualifica non ha un riconoscimento nell’organigramma delle istituzioni poiché la lingua dei segni non è riconosciuta come servizio obbligatorio a favore delle persone che non sentono. Questo impedisce di avere dei concorsi per questa professione». Ma può essere considerata un lavoro a tempo pieno? «È una specializzazione che sarà sempre più richiesta in considerazione dell’aumento della popolazione over 65. Al momento sono pochi gli esperti con incarichi fissi».
Per gli assistenti alla comunicazione il periodo lavorativo è invece legato all’anno scolastico. «Non conoscono solo la lingua dei segni ma aiutano persone che hanno difficoltà a esprimersi e per questa loro specializzazione affiancano gli insegnanti di sostegno». Il terzo profilo è quello del tecnico. «È una persona che è stata formata per rispondere alle richieste degli utenti sordi in determinati contesti». Gli sportelli con personale che sa comunicare in lingua dei segni aumenteranno. Un’iniziativa che va in questa direzione è stata annunciata dal Comune di Milano con la formazione di alcuni impiegati che lavorano agli sportelli più frequentati. «Per l’Aci – Automobil club italiano stiamo formando alcuni dipendenti perché è stata avvertita la necessità di migliorare il rapporto con gli associati che hanno bisogno di maggiore attenzione». Per chi vuole diventare esperto della lingua dei segni, Ens organizza due livelli di formazione, il primo di tre anni e il secondo di due, con lezioni due volte la settimana o in modalità intensiva.


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