Cultura

Parlamento Ue: Rocco rimandato a fine ottobre?

La situazione non permette di definire il futuro di Buttiglione, ma in molti scommettono che tutto s'esaurirà con una richiesta di garanzie al presidente Barroso

di Paolo Manzo

E’ stato un lungo pomeriggio quello che ha portato gli eurodeputati ad esprimersi per un doppio no, uno dei quali contrario al cambio di portafogli, sul candidato Rocco Buttiglione. Prima di passare al voto a scrutinio segreto, si era ipotizzata la strada dell’accordo di mediazione tra i coordinatori dei gruppi della Commissione liberta’ civili e giustizia del Parlamento europeo; ma gia’ alle due del pomeriggio e’ stato chiaro che i parlamentari non si sarebbero accordati su un testo comune. Gli esponenti del Ppe compatti nella difesa di Buttiglione al ruolo di commissario europeo per la giustizia auspicavano un voto rapido ed indolore, gia’ all’interno della prima riunione dei coordinatori. Eppure si e’ resa necessaria una seconda votazione, stavolta a scrutinio segreto, tra tutti i componenti della Commissione parlamentare, presieduta dal liberale Jean Louis Bourlanges. Il presidente lo aveva annunciato gia’ la scorsa settimana: in caso di rifiuto della prima opzione, ovvero la luce verde a Buttiglione vicepresidente e commissario alla giustizia dell’esecutivo Barroso, si sarebbe messa ai voti la seconda mozione. Un voto su Buttiglione vice presidente ma con un cambio di portafogli, questa la seconda chance che i gruppi politici si sarebbero trovata dinanzi.

A meta’ pomeriggio, dall’aula del Parlamento dove era riunita, la Commissione Liberta’ ha annunciato il primo no a Buttiglione: con 25 voti a favore e 26 contro l’attuale ministro degli Affari comunitari veniva rifiutato come commissario alla giustizia, designato a succedere al portoghese Antonio Vitorino. Dopo poco piu’ di un’ora la seconda fumata nera: gli eurodeputati, stavolta con il sostegno dei Popolari, che hanno in tal modo espresso un orientamento favorevole a Buttiglione, hanno detto no al cambio di portafogli per il nuovo commissario europeo. Al termine della seduta il clima, gia’ teso, si e’ fatto incandescente: il capogruppo di Forza Italia, Antonio Tajani, ha fatto presente che l’orientamento del Ppe era decisamente ”chiaro e contrario ad un cambio di incarico per Rocco Buttiglione”. Non dello stesso avviso gli esponenti del Pse e del Gue: mentre Giusto Catania (Gue) e Michele Santoro (Pse) facevano presente il contenuto della procedura di voto, indicato dal presidente Bourlanges, Antonio Tajani e Mario Borghezio parlavano di ”una bocciatura assolutamente inesistente” e di ”una chiara indicazione per un no al cambio di portafogli”.

Infine, il presidente Bourlanges, uscendo dall’aula, ha annunciato l’invio gia’ in serata di una lettera al presidente del Parlamento, Josep Borrell, con la ‘traduzione’ del voto della Commissione. Alla domanda se il doppio no alle due opzioni significasse automaticamente la ‘bocciatura’ di Buttiglione, Bourlanges ha evitato di dare una risposta esplicita, ma ha invitato a rileggere la procedura. Ed e’ proprio secondo questa ”nota procedurale”, che diversi esponenti del centrosinistra riportano come l’unica interpretazione valida il rifiuto ”di entrambe le proposte iniziali significa il rifiuto della nomina di Rocco Buttiglione” alla Giustizia. Ora tocchera’ al presidente Borrell recepire le indicazioni di Bourlanges, e successivamente al Parlamento riunito in sessione plenaria stabilire cosa chiedere al nuovo presidente della Commissione Ue, Jose’ Durao Barroso.

Verdi e socialisti si aspettano che ”Barroso tragga le sue conseguenze”, ma i deputati del Ppe sono convinti che l’indicazione di oggi e’ piuttosto chiara in senso favorevole a Buttiglione. Rimane anche il fatto che la Commissione giuridica dell’Europarlamento, la seconda che ha audito Rocco Buttiglione, ha espresso un parere positivo, come ha fatto notare il capogruppo di Fi Tajani. Ora la situazione, ancora incerta, non permette di definire il futuro del commissario italiano, anche se in molti scommettono che il tutto si esaurira’ con una richiesta di garanzie al presidente Barroso, e che nella sessione plenaria di fine ottobre il Parlamento europeo dara’ luce verde a tutto il team del portoghese chiamato a succedere a Romano Prodi.

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