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Parlamento: ecco il cedolino dei deputati

Un netto totale che si aggira sui 15.000 euro mensili composto da molte voci. Eccole

di Redazione

La retribuzione del parlamentare e’ composta di moltissime voci. La prima, quella che comunemente si definisce ”stipendio”, e’ la cosiddetta indennita’, che e’ stata oggi ridotta del 10%, in base all’indicazione della legge finanziaria 2006: finora era pari a 5.941,91 euro netti, dovrebbe ora collocarsi in una fascia tra i 5.350 e i 5.380 euro. In tutto, quindi, una riduzione di circa 600 euro. E questo a fronte di un netto totale che si aggira sui 15.000 euro mensili. Infatti, all’indennita’ (come spiega il sito istituzionale della Camera) si aggiungono poi la diaria e i rimborsi (per le ”spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori”, per le spese accessorie di viaggio e per i viaggi all’estero, per le telefonate). Completano il ”cedolino” le voci sull’assegno di fine mandato, sulle prestazioni previdenziali e sanitarie e sui trasporti. L’indennita’, prevista dalla Costituzione all’articolo 69, e’ fissata per legge in misura non superiore al trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di Cassazione ed equiparate. Niente tredicesima o quattordicesima: e’ corrisposta per 12 mensilita’. Come si diceva, l’importo mensile era di 5.941,91 euro, al netto delle ritenute previdenziali (833,10 euro) e assistenziali (559,54 euro), della quota contributiva per l’assegno vitalizio (1.069,35 euro) e della ritenuta fiscale (4.030,42 euro). Il lordo era quindi pari a poco piu’ di 12.434 euro, che oggi passa a circa 11.190. All’indennita’ si aggiunge la diaria che viene riconosciuta, a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma, sulla base della stessa legge del 1965. La diaria ammonta oggi a 4.003,11 euro mensili. Tale somma viene ridotta di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato da quelle sedute dell’Assemblea in cui si svolgono votazioni, che avvengono con il procedimento elettronico. E’ considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30% delle votazioni effettuate nell’arco della giornata. C’e’ poi il rimborso per spese inerenti al rapporto tra eletto ed elettori. A titolo di rimborso forfettario per questo tipo di spese, al deputato e’ attribuita una somma mensile di 4.190 euro, che viene erogata tramite il gruppo parlamentare di appartenenza. Ai deputati non e’ riconosciuto alcun rimborso per le spese postali a decorrere dal 1990. Si passa poi alle spese di trasporto e di viaggio. I deputati usufruiscono di tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima ed aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per i trasferimenti dal luogo di residenza all’aeroporto piu’ vicino e tra l’aeroporto di Roma-Fiumicino e Montecitorio, e’ previsto un rimborso spese trimestrale pari a 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 km per raggiungere l’aeroporto piu’ vicino al luogo di residenza, ed a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere e’ superiore a 100 km. I deputati, qualora si rechino all’estero per ragioni di studio o connesse all’attivita’ parlamentare, possono richiedere un rimborso per le spese sostenute entro un limite massimo annuo di 3.100 euro. Spese telefoniche: i deputati dispongono di una somma annua di 3.098,74 euro per le spese telefoniche. Dall’importo lordo dell’indennita’, oltre alle ritenute fiscali, vengono sottratte alcune voci. Per l’assistenza sanitaria il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 4,5% della propria indennita’ lorda. Per l’assegno di fine mandato il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7% della propria indennita’ lorda: al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, che e’ pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennita’ per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi). Assegno vitalizio: anche in questo caso, il deputato versa mensilmente una quota dell’8,6% della propria indennita’ lorda, che viene accantonata per il pagamento degli assegni vitalizi: il deputato riceve il vitalizio a partire dal 65mo anno di eta’. Il limite di eta’ diminuisce fino a 60 anni in relazione agli anni di mandato parlamentare svolti. Lo stesso Regolamento prevede la sospensione del pagamento del vitalizio qualora il deputato sia rieletto al Parlamento nazionale ovvero sia eletto al Parlamento europeo o ad un Consiglio regionale. L’importo dell’assegno varia da un minimo del 25% a un massimo dell’80% dell’indennita’ parlamentare, a seconda degli anni di mandato parlamentare.


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