Famiglia

Parlamento, armi e pasticcini

Cosa insegna la battaglia che ha visto tutte le associazioni schierate compatte in difesa di una legge civile? Uno dei promotori traccia un bilancio.

di Alessandro Marescotti

Tutto ciò che abbiamo imparato tallonando i parlamentari e i mercanti. Vi fidate dei parlamentari eletti? Qualunque sia la vostra risposta ecco a voi un piccolo e amaro scoop. Consultati tutti i passaggi del disegno di legge 1927 (che esaudisce i desideri dei mercanti di armi e favorisce l?export di armi, modificando in peggio la legge 185/90) si scopre che è filato liscio a gennaio senza opposizione alcuna in ben cinque commissioni parlamentari: Affari costituzionali, Trasporti, Attività produttive, Politiche dell?Unione europea, Finanze. In media il tempo dedicato è stato di 10 minuti. C?è da chiedersi che valore abbia il parere favorevole di una commissione dove la relazione non si legge (mancano i tempi tecnici) e dove i deputati dicono di sì senza neppure conoscere. Facciamo l?esempio della VI, la commissione Finanze, la più ?efficiente?. Dalle ore 16.30 alle 16.40 riesce non solo a esprimere il proprio parere di approvazione per la ratifica del disegno di legge 1927 sull?export di armi ma a esaminare la ratifica di altri tre trattati internazionali. Onorevoli superman! Non si riscontra alcuna opposizione di Verdi o Rifondazione, semmai qualche fugace approvazione Ds. Bombe e pasticcini Un parlamentare (che ricopre una posizione di responsabilità all?interno di un?importante commissione che lo ha ?esaminato?) mi ha confessato di non aver mai letto l?accordo europeo da ratificare e di aver espresso il suo parere favorevole in quanto ?si fida? di chi lo ha firmato. Non rivelo l?orientamento politico dell?onorevole in questione, è ininfluente. Un altro onorevole mi ha confermato che a volte in Parlamento si vota senza leggere. Ma perché l?accordo europeo sull?export delle armi è stato formato proprio a Farnborough e non in una sede istituzionale europea? A Farnborough (Gran Bretagna) si tiene una fiera internazionale di bombardieri e altre mercanzie del genere. Se i governi si dessero appuntamento alla Marcia della pace Perugia-Assisi qualcuno avrebbe da ridire. Ma a Farnborough, fra un brindisi e un pasticcino con i mercanti di armi, tutto è normale. E? anzi progressista. Tutto questo è avvenuto il 27 luglio 2000. Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia, Regno Unito sono ora tenuti alla modifica delle leggi nazionali se hanno normative che contrastino con l?accordo. è il caso dell?Italia, che ha la legge 185/90 scritta da chi non mangia pasticcini con i mercanti di armi. Questi accordi presi in sedi extraistituzionali sono diktat ai parlamenti nazionali: addio sovranità popolare. L?accordo di Farnborough prevede che queste nazioni debbano redigere una ?lista bianca? di destinazioni legittime verso le quali le armi potranno essere esportate. Ma ecco l?imbroglio: le ?liste bianche? non verranno rese pubbliche per motivi di riservatezza commerciale. Tutto il contrario della legge 185/90. Questa cosa la sanno i deputati? Se qualche parlamentare oggi si sta documentando ciò è merito delle associazioni che oggi promuovono la campagna per difendere la legge 185/90, una ?legge pacifista? che vieta l?esportazione di armi verso nazioni in guerra o governate da dittatori e che stabilisce un controllo parlamentare sulla materia. Ma la trasparenza e il controllo dove andranno a finire se per motivi di ?riservatezza commerciale? la lista bianca dei Paesi destinatari delle coproduzioni europee sarà segreta? Il conflitto non ha solo la faccia di Berlusconi. Il conflitto di interesse è qui, nei pasticcini a Farnborough e nel via libera ad accordi che 99 parlamentari su 100 non hanno letto. Si vuole far prevalere l?interesse della lobby armiera sull?interesse generale (che consiglia rigorosi controlli e non affari facili) e sullo stesso potere di controllo parlamentare. Rispetto a quanto accaduto, dubito che leggi e relazioni siano state scritte da parlamentari. è ragionevole domandarsi se la sovranità popolare sia costituzionalmente rappresentata o invece non sia stata surrettiziamente surrogata dalle lobby. Che lezione possiamo trarre da questa vicenda? Una lezione chiara e semplicissima: è come se fossimo entrati in una camera da letto e avessimo scattato una foto a un po? di signori nudi che non dovevano trovarsi lì. L?informazione lanciata su Internet, con un tam tam senza precedenti, ha fatto cadere la foglia di fico che copriva le vergogne. L?onorevole è nudo. Questa è la notizia. Ora questi signori ?onorevoli? possono far finta di nulla. Non saremo certo noi a fermarli. Ma abbiamo una webcam puntata su di loro. Possono provare a coprirsi. Il drin sul cellulare Ma c?è anche una lezione ?tecnica? per noi associazioni. Questa è la prima forte campagna delle associazioni che ha sfruttato Internet al pieno delle sue possibilità. Facciamo degli esempi. Sul sito www.retelilliput.org un ingegnoso sistema telematico consente di avvisare i parlamentari locali via email. Sul sito www.peacelink.it c?è un database di volontari telematici che si sono resi disponibili a mobilitarsi e un kit con tutti i materiali informativi. Sul sito www.vita.it c?è l?elenco di tutti gli aderenti alla campagna; sempre Vita ha organizzato un?efficace mailing list che coordina tutte le associazioni che promuovono la campagna. Tutto ciò non si è sostituito ma si è aggiunto al lavoro di contatti personali, di assemblee e di dibattiti. D?ora in poi dovremo monitorare meglio le commissioni parlamentari tramite Internet sul sito www.parlamento.it. Un nuovo potere si sta aggiungendo ai tre previsti da Montesquieu.


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