Cultura

Parlamentari pacifisti presentano mozione per ritiro truppe

Senatori dell'intergruppo "Samarcanda" e deputati del "Forum dei parlamentari pacifisti" hanno presentato alle Camere identica mozione per ottenere il ritiro delle truppe italiane dall'Iraq

di Ettore Colombo

Montecitorio – nostro servizio.

Ritiro immediato delle truppe italiane come “condizione necessaria (anche se non sufficiente”) per affrontare la difficile situazione irachena. L’ala pacifista dei parlamentari italiani, composta da Prc, Verdi, Pdci, correntone Ds e (pochi) altri deputati singoli dell’Ulivo torna a mobilitarsi e lo fa attraverso una mozione che è stata presentata sia alla Camera che al Senato: “politicamente è già depositata, tecnicamente lo faremo domani quando chiederemo alla conferenza dei capigrupèpo e al presidente Casini la calendarizzazione della nostra richiesta per discuterla al più presto, in aula” spiega il capogruppo del Prc Franco Giordano, mettendo l’accento sulla vera questione politica che agita i sonni della federazione ulivista come della sinistra radicale. “Quando” infatti bisogna discutere la mozione? Per Casini (e per Violante e Castagnetti) molto in là nel tempo, forse a dicembre, cioè dopo la conclusione del dibattito sulla Finanziaria oltre che di quello (in corso) sulle riforme istituzionali, temono Giordano e i suoi colleghi di cordata.
“Subito”, cioè dopo la fine del dibattito sulle riforme e “prima” dell’inizio di quello sulla Finanziaria, chiedono invece i deputati pacifisti, pronti – ove la richiesta non fosse accolta – a “mobilitarsi in Parlamento e nel Paese”.
La decisione sulla calendarizzazione del dibattito sarà presa domani venerdì, nell’ambito della conferenza dei capigruppo, ma rischia di pendere come una spada di Damocle anche sul vertice che lunedì vedrà, dopo settimane di scontri, riunirsi tutti assieme i leader dell’Ulivo, Prodi in testa. Insomma, una grana in più per il Professore, non appena si metterà alla guida del Nuovo Ulivo, a novembre, ove la richiesta dei parlamentari venisse accolta, in Parlamento, visto che si dimostrerebbe una volta di più quanto sia fragile e debole, questa alleanza non ancora del tutto sancita tra Ulivo riformista e sinistra radicale.

A Palazzo Madama il testo è stato sottoscritto da 34 senatori dell’associazione parlamentare Samarcanda. I contenuti della mozione presentata al Senato sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte: Achille Occhetto e Antonello Falomi (Lista Occhetto), Piero Siena (Sinistra Ds), Gigi Malabarba (Prc), Gianfranco Pagliarulo (Comunisti italiani) e Loredana De Petris (Verdi). Ma il ritiro delle truppe è soltanto uno dei quattro punti della mozione. I senatori chiedono, infatti, prima di tutto che “la politica delle armi lasci al passo alle armi della politica”
ossia che il governo si impegni a proseguire sulla strada del dialogo che è stata realizzata durante il rapimento di Simona Pari e Simona Torretta.
In secondo luogo si chiede lo stop ai bombardamenti per consentire gli aiuti umanitari. Ma i senatori dell’associazione Samarcanda insistono molto anche sulla necessità di convocare in tempi rapidi una conferenza internazionale di pace che abbia all’ordine del giorno “la sostituzione delle truppe occupanti con
un contingente a guida Onu formato da Paesi che non hanno partecipato al conflitto”. I senatori ci tengono anche a sottolineare che la loro non è
“un’iniziativa strumentale” nei confronti dei moderati del centrosinistra.
“Il fatto è – afferma Achille Occhetto – che non vogliamo partecipare alla stravagante gara per il ritiro delle truppe solo dopo che lo ha deciso Bush. Non sarebbe onorevole”. La senatrice De Petris sottolinea invece come non sia “passato molto tempo da quando tutta l’opposizione ha presentato una
mozione comune per chiedere il ritiro. Noi – dice – ribadiamo una posizione con la quale, tra l’altro, siamo sempre stati coerenti”.Il senatore di Rifondazione comunista, Gigi Malabarba sottolinea invece come la mozione contenga “un percorso assolutamente realistico vista la situazione che si è creata in Iraq. Se c’è qualcuno che non tiene conto della realtà è chi
pensa a forzature”.

Il dibattito sull’Iraq anche alla Camera dei Deputati va fatto prima dell’avvio dell’esame della Finanziaria, chiede il ‘Forum dei parlamentari pacifisti’, al quale partecipano Prc, Verdi, Pdci e correntone Ds, che ha presentato anche a Montecitorio la mozione per il ritiro delle truppe italiane. “Chiediamo al presidente Casini – dice il capogruppo di Rifondazione comunista Franco Giordano – di calendarizzare il dibattito adesso, è indispensabile che il Parlamento dia orientamenti precisi al Governo italiano, in vista della Conferenza internazionale che dovrebbe tenersi al Cairo”.
Il ‘Forum’ dei parlamentari pacifisti si rivolge quindi al resto del centrosinistra: “Noi consegnamo al vertice delle opposizioni di lunedì – spiega Famiano Crucianelli dei Ds – questa mozione”. La speranza, aggiunge, è che tutto il centrosinistra possa condividere il documento presentato oggi dal fronte pacifista. Di sicuro, vengono respinte al mittente le accuse di riproporre la questione del ritiro solo per motivi di battaglia politica
italiana. “Noi – dice il verde Paolo Cento – diamo un grande contributo al centrosinistra, con questa mozione. In questo modo spostiamo il confronto dalle beghe, quelle sì da cortile, sulla leadership del centrosinistra”.
Chiedere ora il ritiro è opportuno – sottolinea Crucianelli – se solo si riflette su ciò che è accaduto negli ultimi mesi: ora possiamo fare un bilancio sull’efficacia della risoluzione Onu approvata a giugno, è evidente che la ‘svolta’ non c’è stata; anzi, la situazione è peggiorata”. E la ‘svolta’, aggiunge Crucianelli, potrebbe invece arrivare con la conferenza internazionale che potrebbe tenersi al Cairo, “quindi non solo è opportuno, ma addirittura necessario che in Parlamento si discuta di questo”.
Giordano dice poi che non c’è contraddizione nel chiedere il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq e, contemporaneamente, sollecitare il Governo ad impegnarsi per la conferenza internazionale sull’Iraq: “Il ritiro aiuterebbe la conferenza internazionale – spiega – perché è del tutto evidente che accelererebbe il ritiro delle truppe occupanti”. I parlamentari pacifisti replicano quindi a quanti, come hanno fatto ancora ieri Massimo D’Alema e Piero Fassino, ivitano ad attendere l’esito delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, prima di riaffrontare la questione ritiro: “E’ sbagliato – dice Giordano – il ritiro delle truppe italiane deve poter avvenire qualunque sia il prossimo presidente degli Stati Uniti”.
Gli fa eco Maura Cossutta del Pdci: “E’ sbagliato dire ‘aspettiamo le elezioni americane'”: se vince Kerry è certamente un fatto positivo, “ma l’Europa e il nostro Paese devono svolgere un ruolo da protagonisti”.

La mozione presentata oggi, oltre a chiedere il “ritiro immediato del contingente italiano”, impegna il Governo “a sostenere la convocazione in tempi ravvicinati di una Conferenza internazionale di pace sull’Iraq che, come ha proposto a nome del Governo francese il ministro degli Esteri Barnier, preveda nell’ordine del giorno il ritiro delle truppe occupanti, un nuovo ruolo dell’Onu con l’invio di un contingente di pace formato da Paesi che non hanno partecipato alla guerra”; peraltro, si aggiunge, è necessario che la Conferenza di pace “coinvolga anche i gruppi che guidano gli insorti”. Inoltre, la mozione impegna il Governo a”proseguire lungo la linea del dialogo e della trattativa con il mondo arabo e islamico sperimentata in occasione del recente sequestro delle nostre connazionali”; quindi, “a chiedere all’amministrazione Usa il cessate il fuoco e lo stop ai bombardamenti nelle aree di guerra e di favorire il massiccio invio di aiuti umanitari”.
Il ‘Forum dei parlamentari pacifisti’ incontrerà inoltre la prossima settimana (probabilmente mercoledì) gli esponenti delle organizzazioni pacifiste.

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